Dopo un appuntamento intenso e radicato alla realtà come quello del mese scorso, torniamo nel nostro salotto letterario a una dimensione narrativa, ospitando Angela Grigoletto, autrice alla sua prima volta editoriale con il romanzo L'importanza delle origini (libri/9737). Non è un segreto che il libro non ci abbia convinto del tutto, contiene, infatti, alcune pecche di fondo, tipiche di un'opera prima e dell'inesperienza. Perché allora parlare proprio di questo romanzo e della sua autrice? Bè chi ci segue da tempo, sa perfettamente che in questo salotto diamo sempre la possibilità agli autori di controbattere alle nostre obiezioni, in un confronto costruttivo, e poi perché, a differenza di romanzi negativi, quest'opera ha invece alcuni semini "positivi" e siamo convinti che con tanto lavoro e un po' di esperienza Angela potrà continuare su questa strada con risultati sempre migliori.

Ma ora basta con i convenevoli e grazie Angela per aver, quasi coraggiosamente, accettato il mio invito.

In questo momento mi sento un po' … donna kamikaze! Continuo a chiedermi..."Ma chi me l'ha fatto fare!" Credo comunque che sia fondamentale mettersi in discussione, e partire con l'idea che questo non è un lavoro, ma solo una passione. Si accettano le critiche, i confronti, ma poi alla fine bisogna anche rispondere per le rime....con un caldo: "ma chi se ne frega". Non si può piacere a tutti, siamo tanti, tutti diversi, e con gusti totalmente differenti. Il libro fondamentalmente è piaciuto, e cosa molto importante, è mio, totalmente mio, per questo, vada come vada, tentare per me è e sarà sempre un successo.

Per prima cosa vorrei chiederti, come definiresti il tuo romanzo?

Una cosa che mi riesce molto difficile è categorizzarlo, dargli un'etichetta. Credo che non sia un noir, non è un romanzo d'amore, e non è un giallo. Penso che sia, un romanzo di immaginazione, con però molti punti di "vita" reali. Certo a tinte un po' troppo forti, ma comunque sotto certi aspetti, vero.

Da dove nasce in te l'esigenza di scrivere e da dove viene l'idea di questa opera?

L'idea è nata da un sogno. Un sogno fatto circa due anni fa. Come nel libro così anche nel sogno non ero io la protagonista, mi limitavo ad assistere a quello che succedeva, come se stessi guardando un film. L'esigenza...bhe non la chiamerei un'esigenza. La definirei più che altro una sfida. Una sfida personale, a fare, o meglio a cercare di fare qualcosa di mio, di creare qualcosa che potesse essere solo mio, fatto da me.

Parliamo ora della protagonista. Chi è Angelica… o forse dovremmo chiamarla Isabella?

Angelica/Isabella è una ragazza normale, curiosa, sembra timida ma in realtà non lo è. All'inizio può sembrare l'agnellino,della situazione, ma ben presto si saprà trasformare in lupo. E' un personaggio grintoso, che esce un po' alla volta. Si lascia far conoscere lentamente, senza però scoprirsi mai del tutto.

Non ti nascondo che non mi è troppo simpatica, anzi, soprattutto nella prima metà del romanzo, la trovo spesso fastidiosa e viziata…

Giuro, che sei l'unica persona non attratta da Angelica. E l'unica che mi dice una cosa del genere. Non è antipatica, anzi. Forse è un po' come me, all'inizio risulto un po' "rigida", timida....ma è solo la prima impressione, una pura facciata.

Chi sono gli altri personaggi del romanzo?

L'altro protagonista principale è Alessandro, il famoso Capo. Il personaggio di cui Angelica si innamora. All'inizio freddo e cattivo, si rivelerà in realtà un ragazzo speciale. Marcel, invece, è il personaggio più adorato da tutte le lettrici. Alcuni si sono "arrabbiati" per il finale, tifavano per lui. Paoloè il personaggio chiave. Importantissimo, almeno per me. Sempre presente, a fianco della protagonista, ma mai invadente nel racconto. Alice, infine, è il personaggio che più adoro. L'ho cercata, manipolata e creata, dentro la mia mente.

Come ho avuto occasione di dirti a tratti il romanzo mi è sembrato un po' "stereotipato" e sopra le righe: tutti i personaggi sono belli come il sole, interessanti, affascinanti…. Non ti sembra di avere un po' esagerato?

Sono una persona che vede, o meglio cerca di vedere il bello in ogni altra persona. Sono circondata da persone belle, almeno, io le vedo così.

In realtà ogni tanto ti fai prendere dallo stereotipo anche nella trama, aggiungendo colpi di scena su colpi di scena, eventi a eventi, come a voler sovraccaricare il tutto…

Giustamente questa è una tua opinione personale. Non posso dire si è vero, no non lo è. Questo è il libro, questa è la storia. Secondo me i colpi di scena sono essenziali, altrimenti il lettore si annoia.

Trovo che l'opera si divida in maniera netta in due parti: una prima parte lenta, un po' noiosa e faticosa per il lettore e una seconda parte decisamente più appassionante e avvincente. Tu hai notato questa divisione? Da cosa secondo te può essere dovuta?

La prima parte è certamente più lenta, ma necessaria. Serve a mettere a proprio agio il lettore, a prepararlo. A farlo entrare nella "dimensione" giusta della storia. A fargli assaporare il o la protagonista, e fargli conoscere l'ambiente. La seconda parte, secondo me, risulta più appassionante e avvincente perchè ricca di colpi di scena, della storia che ormai prende forma. Il lettore a metà libro si fa un'idea personale, cerca quasi di anticipare e indovinare il finale.

Anche lo stile risente in parte del fatto che sei alla tua prima opera, spesso è infatti ridondante e ripetitivo, soprattutto nella prima parte. Con il senno di poi cambieresti qualcosa in questo aspetto della tua scrittura?

No. Scrivo molto d'impulso. Credo che non sia una cosa particolarmente vantaggiosa, per me, ma quasi non rileggo quello che scrivo, perchè altrimenti lo cambierei in continuazione. Quello che butto giù rimane così. E' uno dei punti fermi del mio modo di scrivere, ma anche di affrontare la vita. Cambio idea, quello molto spesso, ma agisco d'impulso.

Una scelta stilistica molto forte è quella di non dividere il romanzo in capitoli, ma di lasciar fluire la storia in un "unicum". Come mai questa scelta, forse anche un po' "pericolosa"?

Semplicemente odio i capitoli. Mi spiazzano, tagliano e dividono le mie idee, mentre sto scrivendo. Senza capitoli, il libro forse si appesantisce un pò, ma è continuo, fluido.

Per quanto tempo hai lavorato al romanzo?

L'ho scritto in tre mesi. L'ho fatto leggere alla mia migliore amica, che ha corretto qualcosina e me l'ha sistemato in pdf. L'ho fatto stampare e spedito. Non l'ho più riletto, neppure toccato.

La fase di revisione è stata lunga?

Non molto. E' stato più difficile decidere a chi darlo, con chi pubblicarlo. Non sono state apportate molte modifiche.

Come sei arrivata alla pubblicazione?

Penso che sia un po' irragionevole, scrivere un libro, per poi nasconderlo dentro un cassetto. Mi sono detta: "proviamoci!". Ho spedito il manoscritto a 10 case editrici, scelte a caso su internet. Mi piacciono molto i nomi, e sono una persona istintiva...dunque a parte due colossi, le altre le ho scelte per simpatia, per sesto senso. Mi hanno risposto tutte e 10, anche i due colossi.

Sei soddisfatta?

Si...continuo a sognare però.

Cosa ti aspetti dal tuo romanzo?

Spero che lo leggano in tanti, che piaccia, che non deluda nessuno, soprattutto le persone a cui tengo di più. Ma soprattutto vorrei, un giorno, vedere il mio libro diventare un film.

Se potessi cosa cambieresti in questo momento nel tuo romanzo?

Niente, veramente, va bene così.

Quale è l'aspetto di questa avventura in cui hai fatto più fatica?

Due cose: primo, trovare il tempo per scrivere. Magari a volte avevo un'idea, la giusta ispirazione, ma non avevo tempo, o dovevo fare qualcosa. E' snervante. Secondo. E' mia anche la copertina. Non solo l'idea, ma la foto. Ho fatto tutto da sola...o quasi. Bhe è stato difficile fare quella foto.

E la parte che ti sei divertita di più a scrivere?

Moltissime a dire il vero. Principalmente quando lei va a comprare le auto. Io adoro le auto! Mi sono divertita seppur solo con l'immaginazione, a fare acquisti. Quando lei racconta di Andrea......è un personaggio reale....il più reale del libro. E infine la parte del rapimento, non lo so perchè.

E adesso prova a convincere i lettori: perché leggere L'importanza delle origini?

Credo che qualsiasi libro scritto meriti di essere letto. Spero che scelgano il mio, perchè, sempre secondo me è originale, diverso da molti altri in circolazione. Una storia inventata, e anche se il lettore lo capisce fin dall'inizio, spera comunque, come sempre del resto, nel lieto fine. Il lieto fine c'è, ma non è scontato...

Infine, ringraziandoti ancora per la disponibilità, chiudiamo con la più classica delle domande: progetti?

In testa, mille idee. Nella realtà due progetti. Uno personale. Un genere completamente nuovo per me. Come sfondo i cavalieri templari, ma arricchito da molta religione, storia di fatti veramente accaduti e molta fantasia. Il secondo. Un romanzo scritto a 4 mani, con un ragazzo conosciuto su facebook. Ci tengo perchè la storia è molto carina. E perchè questa cosa di scriverlo con una persona sconosciuta, con gusti e personalità molto diverse da me, mi attrae. Mi piacciono le sfide, e questa mi sembra molto interessante.