Troppe sigarette fumate in torbidi locali, troppi whisky bevuti al suono mellifluo del jazz, troppe donne dal passato sfuggente… troppe vite in procinto di perdersi. Ed in mezzo a tutto ciò c’è sempre lui, sereno e immutabile, deciso e risoluto, Philippe Marlowe. Un detective segnato dalla vita e dal destino che si mette alla ricerca di una ragazza scappata di casa perdendosi nell’intricato dedalo dei night, dei locali, dei vicoli della Los Angeles degli anni cinquanta, mentre oscuri personaggi si affacciano all’orizzonte di quest’intricata vicenda.

Marlowe ti amo di Frank Spada è uno splendido omaggio, un’ardita e originale invenzione letteraria, un vero e proprio atto d’amore verso un certo tipo di letteratura, verso certe storie essenziali e coinvolgenti, verso personaggi duri e affascinanti, verso atmosfere dolcemente ciniche che colpiscono e stupiscono, coinvolgono e trascinano.

Pubblicato dalla Robin edizioni nella collana La biblioteca del mistero, il libro dell’enigmatico Frank Spada si fa subito apprezzare per la sua naturale sfrontatezza, per il suo fresco e brillante coraggio, e così senza farsi il benché minimo scrupolo l’autore fa suoi personaggi, luoghi e atmosfere del mitico Chandler, ma quello che colpisce in questo vero e proprio esperimento letterario è il risultato finale. Perché l’ottimo Frank Spada riesce a rendere a pieno quei luoghi e quelle sensazioni, non ci troviamo di fronte a vecchi clichè stancamente riproposti, ma quelle strade buie e malfamate, quei locali equivoci, quelle donne pericolose nelle pagine di Spada tornano a vivere, freschi e naturali, duri e cinici come nella cruda realtà di quegli anni mitici.

Il tutto grazie a una scrittura evocativa e ben calibrata, che priva di sbavature si mantiene sempre nel solco del più puro dei noir. Le descrizioni sono efficaci e d’impatto, e i dialoghi si mostrano taglienti e cattivi, cercando inutilmente di nascondere l’infelicità di un mondo alla deriva.

E così leggendo questo splendido libro dopo poche pagine ci troviamo realmente catapultati nella Los Angeles degli anni cinquanta, e passo dopo passo veniamo sempre più coinvolti, diveniamo sempre più parte della storia stessa e verso il finale non si può più resistere e si ha voglia di accendersi una sigaretta alla Humprey Bogart mentre sorseggiamo stancamente un Whisky single malt.