Ucciderò Mefisto, il nuovo romanzo di Valter Binaghi, dal 17 febbraio in libreria. 

L'uomo che la polizia sta interrogando era un docente universitario, uno scrittore, un opinionista televisivo; adesso è un omicida. Ha ucciso il suo ex analista e non è chiaro il perché. Quando la ricostruzione dei fatti s'intreccerà ai frammenti del suo delirio, ne emergerà una storia d'amore e di follia che ha il sapore di un apologo sul successo effimero e ingannevole. L'omicidio è già avvenuto e l'assassino ha confessato. A mancare è solo il movente, che andrebbe anzitutto compreso. Perché Fausto Blangé, il colpevole, sembra farneticare: parla con un airone, chiama la vittima Mefisto, paragona la propria storia al Faust, non solo per la coincidenza dei nomi.

Unico per articolazione del racconto, forza e intensità, con questa novella Binaghi interpreta lo sgomento davanti alla spersonalizzazione delle passioni, accompagnando il lettore all'interno del mondo reale, tra gli abbagli della fama e la concretezza degli affetti. Al registro del racconto di genere, la prosa alterna la mistica quasi sciamanica dell'allucinazione, condotta con un tale grado di rigore da passare dalla parte opposta e diventare essenziale alla trama.

L'ineluttabilità, elemento alla radice del genere noir, qui contamina il sogno d'amore tanto quanto intacca l'inchiesta poliziesca: Blangé, dopo la perdita della sua Margherita, si fa cantore di un sentimento che la velocità del mondo moderno ha reso via via più difficile, e se Faust alla fine fu salvato per la sua aspirazione all'infinito, Fausto Blangé, assassino e vittima, sparirà nel proprio stesso sogno, come un autentico eroe tragico. Così il mito faustiano e la contemporaneità danzano insieme, guidati dalla voce di uno scrittore tra i più acuti e originali dell'attuale narrativa italiana.

Ucciderò Mefisto di Valter Binaghi (Perdisa) pp. 128 - euro 9,00 - Isbn 978 88 8372 483 1

Valter Binaghi è nato nel 1957 in provincia di Milano, dove vive. Si è occupato di controcultura e movimenti giovanili. Ha curato alcuni volumi dedicati alla musica pop. Ha pubblicato i romanzi: L'ultimo gioco, scritto con Edoardo Zambon (Mursia, 1999), Robinia Blues (Dario Flaccovio, 2004), La porta degli Innocenti (Dario Flaccovio, 2005), I tre giorni all'inferno di Enrico Bonetti cronista padano (Sironi, 2007), Devoti a Babele (Perdisa Pop, 2008).