Giulio Leoni nasce a Roma.

Dopo una laurea in Lettere sui linguaggi della poesia visiva si occupa per qualche anno di Organizzazione aziendale.

Nel frattempo si dedica a vari interessi come: le materie esoteriche, astrologia, chiromantica, e illusionismo e, per quanto riguarda le passioni letterarie, alla letteratura del ‘200 e alle avanguardie artistiche del ‘900.

Scrive molto di questi argomenti. Da menzionare a tale proposito è Symbola, rivista di poesia sperimentale, che Leoni crea e dirige.

Nel 2000 vince il premio Tedeschi, con Dante Alighieri e i delitti della Medusa, in cui per la prima volta vengono rivelate le straordinarie attività investigative del Sommo Poeta, coinvolto in un complotto dalle proporzioni inimmaginabili.

Successivamente, nella Donna sulla Luna, svela i torbidi retroscena delle riprese dell’omonimo film di Fritz Lang, funestate da un delitto e dalla follia esoterica del Nazismo.

Nel 2003 narra in E trentuno con la morte, sulle sfondo dell’impresa fiumana di d’Annunzio, le circostanze inattese della morte dell’enigmatico dottor Zoser, l’uomo capace di fotografare il futuro, arso dall’elettricità in una stanza sigillata.

Ulteriori ricerche effettuate su materiali del Trecento hanno consentito nel 2004 l’uscita di un’altra avventura di Dante, I Delitti del Mosaico, dove il poeta scoprirà in un’insospettata città del male nascosta sotto Firenze le tracce di un segreto sconvolgente.

Il 2005 vede invece l’uscita di un altro libro che ha per protagonista Dante Alighieri I delitti della luce.

Tutti i romanzi dello scrittore romano sono edite da Mondadori.

L’autore mi ha concesso l’onore di rispondere ad alcune mie domande quindi lascio a lui la parola.

Si può presentare? In due parole chi è Giulio Leoni?

Sono nato a Roma, dove risiedo tuttora.

Mi sono laureato in lettere con tesi sui processi di codificazione visiva e sui linguaggi non lineari.

Negli anni Ottanta ho fondato e diretto la rivista Symbola, dedicata alla poesia sperimentale e alle ricerca estetica contemporanea.

Mi sono occupato delle avanguardie storiche, con una particolare attenzione rivolta al Futurismo italiano.

Miei testi critici e letterari sono comparsi su tutte le principali pubblicazioni specializzate in letteratura sperimentale, e alcune mie poesie sono stati tradotte negli Stati Uniti.

Più recentemente mi sono dedicato alla narrativa di genere.

Nel 2000 ho vinto il premio Tedeschi con il romanzo Dante Alighieri e i delitti della Medusa, in cui per la prima volta il poeta è presentato nelle insolite vesti di investigatore, alle prese con un cupo delitto nella Firenze del Trecento.

L’anno successivo ho pubblicato La donna sulla luna, ambientato nella Berlino degli anni Venti, durante le riprese dell’omonimo film di Fritz Lang, seguito da E trentuno con la morte, un mystery che si sviluppa durante l’impresa di d’Annunzio a Fiume.

Nel 2004 è uscito I delitti del mosaico, la seconda avventura di Dante Alighieri, questa volta alle prese con un enigma dai risvolti alchemici ed esoterici.

Il romanzo è in corso di pubblicazione negli Stati Uniti e in tutte le principali nazioni europee.

Nell’aprile del 2005 è prevista l’uscita di I delitti della luce, nuova avventura investigativa del sommo poeta

In molti dei miei romanzi, e dei racconti che nel frattempo sono usciti, compaiono elementi legati al mondo dell’illusionismo e della magia, altro mio interesse costante.

Tutte le mie opere sono edite da Mondadori.

Ha scelto come ambientazione dei suoi romanzi episodi legati sia alla storia contemporanea, come la battaglia di Fiume e la Germania nazista, che a quella antica, come la Firenze di Dante Alighieri, quale periodo l'ha divertita di più?

Io amo particolarmente tutte le epoche di transizione e di forte contrasto, e soprattutto quelle in cui, a diverso titolo, si respiri una certa aria di non finito e di follia.

In questo senso forse il mio romanzo più "divertente" è La Donna sulla Luna, in cui ho cercato di rendere la banalità del male anche nei suoi risvolti più grotteschi.

I suoi romanzi con Dante Alighieri come protagonista sono ambientati nell’ Italia del 1200. Cosa l’ha spinta a cimentarsi con un periodo storico così insolito?

La fine del Duecento è un'epoca in cui si incrinano le grandi potenze che hanno retto sin lì il mondo, in cui esplodono feroci conflitti religiosi, in cui assistiamo all'inizio di di un grande processo di globalizzazione e di rivoluzione economica.

È in corso uno straordinario sviluppo dei saperi e delle tecnologie.

Aggiungi una corruzione dilagante, la decadenza dei costumi antichi, l'affermarsi di nuovi linguaggi.

Ti sembra un periodo così insolito?

Quanto di lei c'è nel Dante Alighieri dei suoi romanzi, quanto di storico e quanto d'inventato?

Domanda imbarazzantissima.

Di mio c'è sicuramente la grande simpatia per questo personaggio, soprattutto nei suoi risvolti umani prima ancora che letterari.

E forse l'impazienza, l'angoscia del tempo che fugge e la poca disponibilità a perderlo, che può essere facilmente scambiata per arroganza.

Di inventato ci sono tutti i suoi manierismi, gli acciacchi fisici, una particolare interpretazione della figura della donna delle rime petrose.

Il resto è tutto sostanzialmenet storico, o comunque non in contrasto con quanto si conosce della sua vita.

Nella pagina dei ringraziamenti del suo libro "I delitti del mosaico" cita un altro scrittore di gialli storici ambientati nella Firenze nazifascista, Leonardo Gori (di cui è disponibile un intervista nella pagina http://www.thrillermagazine.it/rubriche/153).

Quanto, sempre che lo abbiano fatto, l'hanno ispirata i libri di Gori?

Leonardo è un amico prezioso per la sua fiorentinità.

Sono spesso ricorso alla sua conoscenza profonda della città, soprattutto per alcuni particolari storici e topografici (che poi magari ho travisato, suscitando in lui un pensoso sguardo di riprovazione).

Dai suoi romanzi traspare una grande passione pre l'alchimia e per l'esoterismo. Da cosa le deriva?

Dagli studi universitari di filosofia rinascimentale, oltre ad una curiosità per tutto quello che è insolito.

Quali sono le fonti a cui si documenta per scrivere i suoi romanzi?

Le più disparate, di diversissimo livello.

Pubblicazioni universitarie e fumetti, leggende e serissimi articoli, paccottiglia raccolta da Internet e saggi storici.

Mi avvalgo di tutto ciò che affascina o incuriosisce me per primo, nella certezza che il narratore debba divertire anzitutto se stesso, se vuole sperare di divertire il lettore.