Profumi d'Oriente avvolgono l'avvincente poliziesco di Maria Luisa Amendola e Antonio Berardi; è l'aroma del tè alla menta a scandire le indagini dell'ex direttore di banca, ormai in pensione, Claudio Vinciguerra, unico ma soprattutto scomodo testimone di un delitto dagli imprevedibili risvolti internazionali.

Intanto l'archeologo Kamal, a capo di una cellula di al-Quaeda, sta organizzando un attentato terroristico nella Roma dei Papi, cuore della Cristianità. Perchè le strade di un italiano borghese e di un terrorista egiziano dovrebbero incrociarsi? Forse non c'è nessuna ragione, o forse sì, come raccontano gli autori con ironia, forse i due personaggi sono uno il doppio dell'altro, complementari nelle loro differenze: cultori entrambi di Roma e della sua gloriosa storia, appassionati d'arte, Innamorati ciascuno a suo modo della Parola e... della stessa donna!

Oriente e Occidente sembrano quasi specchiarsi nei volti dei protagonisti, un confronto feroce e controverso li attende; da che parte starà il Bene? da quale il Male?

Maria Luisa Amendola, romana, va per mare a vela, viaggia e vive con passione. Curiosa, ha esplorato la vita e l'acqua per molti anni. Qualche racconto pubblicato e infine, soltanto 6 anni fa ("tutta la vita dietro alle spalle"), è uscito Lettera a Circe e Finchè noia non ci separi, edito da Giulio Perrone.

Antonio Berardi è nato a Napoli ma ha soggiornato in varie località, anche al di fuori della Penisola e, fra tante, lungamente nel Nord-Africa. Durante gli anni della formazione universitaria si è fermato in Toscana, laureandosi a Firenze in Medicina e chirurgia. Ha proseguito gli studi, conseguendo due specializzazioni e una docenza. Ha pubblicato oltre cento articoli, in prevalenza di carattere medico con finalità anche divulgative.

Tè alla menta di Maria Luisa Amendola e Antonio Berardi (Iacobelli Editore - collana Graffiti) pp. 208 - euro 12.00

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