La novella tradotta qui di seguito, appartiene alla raccolta Bao gong’an di epoca Ming per quanto mi risulta, non è mai stata tradotta in italiano e ha lo scopo di attirare l’attenzione del pubblico italiano su un genere che ancora oggi non riscuote il meritato successo. Il giudice Bao Zheng Xi Ren, naque nell’anno 999 servì i sovrani Song e si distinse per rettitudine, onestà e astuzia. Morì nel 1062 poco dopo aver rifiutato l’incarico di Ministro dei riti che gli venne poi attribuito postumo.

Altre novelle incentrate sulla figura di Bao Zheng sono tradotte in italiano da Giuliano Bertuccioli e da Osvaldo Carloni:

- Giuliano Bertuccioli, I casi del giudice Bao,  Bagatto libri, Roma 1990.

- Osvaldo Carloni Il magistrato Bao Gong ad il Longtu Gong’an, una raccolta di novelle poliziesche di epoca Ming, Supplemento n.69 agli ANNALI---Vol.51, fascicolo 4, Napoli 1991.

Purtroppo entrambe le raccolte sono difficili da reperire sia in Italia che a Pechino. Per chi fosse appassionato del genere non può far altro che partecipare agli incontri Laofei dove naturalmente disponiamo di una copia, regalata da Osvaldo Carloni in persona.

La Moglie del ministro (traduzione di Lavinia Benedetti)

Si narra che nel distretto di Jieyang, nella città di Chaozhou nel Guandong, vivesse un ministro di nome Zhao Xin, molto amico dell’ufficiale Zhou Yi.

Un giorno Zhou Yi, volendo andare in città a vendere della stoffa, diede appuntamento all’amico, il quale si recò dal capitano Zhang Chao e prenotò il suo battello. Stabilirono, quindi, che si sarebbero incontrati il giorno seguente all’alba davanti al battello.

Il dì seguente Zhao Xin si presentò per primo sul luogo prestabilito. Quando il capitano lo vide erano appena suonate le quattro e per strada non c’era nessuno. Il capitano Zhang Chao pensò quindi di portare la barca dove le acque erano più profonde e annegare Zhao Xin. Annegato l’ufficiale, tornò a riva, attraccò il battello e si finse addormentato.

All’alba, Zhou Yi arrivò finalmente all’appuntamento e chiamò il marinaio, il quale finse di svegliarsi in quel momento. Insieme fecero colazione, ma dopo aver mangiato ancora non v’era traccia di Zhao Xin. Zhou Yi ordinò allora al capitano di andare a casa dell’amico per sollecitarlo. Zhang Chao arrivato a casa di Zhao Xin chiamò la moglie più volte, ma solo dopo ripetuti richiami, questa finalmente venne ad aprire l’uscio di casa, quindi si giustificò: “Stamane mi sono alzata presto per preparare la colazione, ma dopo che mio marito se n’è andato mi sono rimessa a dormire, per questo mi sono svegliata così tardi.” Zhang Chao disse alla moglie, che di cognome faceva Sun: “L’ufficiale Zhao ieri ha preso appuntamento con l’ufficiale Zhou davanti al mio battello. Stamattina il signor Zhou ha aspettato a lungo, come mai vostro marito ancora non è arrivato?”. La signora Sun spaventata disse: “Mio marito stamani è uscito molto presto di casa, come è possibile che non sia ancora arrivato?”.

Il capitano riferì la risposta a Zhou Yi, il quale ritornò verso casa e con la moglie Sun si mise a cercare l’amico in ogni dove. Ma per tre giorni di Zhao Xin neanche l’ombra.

Zhou Yi pensò: “Zhao Xin aveva preso appuntamento con me per andare in città a commerciare, fino ad oggi nessuno l’ha più visto, né sa dove si trovi, temo che la colpa della sua scomparsa ricada su di me.” Pensò quindi di recarsi in tribunale a denunciare per primo il fatto e, siccome aveva premura di salvarsi la vita, portò a testimonianza il marinaio Zhang Chao, i vicini di casa Zhao Zhi e Zhao Xie, la moglie Sun e altri.

Appena avuta la notizia, il magistrato Zhu Yiming aprì un’inchiesta, detenendo in tribunale circa mille persone. Per prima interrogò la moglie Sun che disse: “Mio marito dopo aver fatto colazione, ha preso i soldi ed è uscito, di quello che è successo dopo non ne so niente”.

Per secondo interrogò il capitano Zhang Chao che disse: “È vero che alcuni giorni fa i due ufficiali sono venuti insieme a prenotare la mia barca, ma il giorno seguente, quando ancora non era spuntato il sole, si è presentato solamente Zhou Yi, mentre Zhao Xin non arrivò mai; decine di miei marinai che si trovavano sul posto ne sono testimoni. Il signor Zhou mi ordinò allora di andare a sollecitare l’amico, ma solo dopo aver gridato più volte “Signora moglie!”, questa si è svegliata ed è venuta ad aprirmi la porta di casa”.

Poi interrogò i vicini Zhao Zhi e Zhao Xie e questi dichiararono: “Zhao Xin doveva partire per lavoro per questo lo abbiamo sentito litigare con sua moglie. Nessuno di noi l’ha visto uscire di casa quella mattina”.

Il giudice si rivolse nuovamente al primo testimone: “È sicuramente perchè Zhao Xin aveva portato del denaro con sé che lo hai ucciso per rubarglielo. Chi commette il fatto é sempre il primo a dare l’allarme!”. Zhou Yi disse: “Io, da solo, come avrei potuto pianificare di uccidere una persona e far scomparire il suo corpo? Oltretutto la mia famiglia è più ricca della sua e siamo anche buoni amici. Io volevo solo fargli giustizia, quale sarebbe il movente del mio delitto?!”.

Anche la moglie Sun disse: “Zhou Yi e mio marito sono in ottimi rapporti, sicuramente non può essere stato lui ad averlo ammazzato. Piuttosto temo che mio marito essendo arrivato per primo, il capitano possa aver pensato di ucciderlo”.

Zhang Chao replicò: “Sulla mia barca ci sono decine di mozzi, come avrei potuto uccidere una persona dentro il porto e nascondermi dalla gente che passava? Oltretutto, quando Zhou Yi è arrivato non era ancora giorno e io mi sono svegliato soltanto al suo richiamo. Questa è già una prova sufficiente. Questa donna afferma che suo marito è uscito la mattina presto, ma i vicini dicono tutti di non averlo visto. Quando sono andato a cercarlo, lei stava ancora dormendo e il portone di casa non era ancora aperto: questo dimostra che è stata lei stessa ad averlo ucciso!”

Il magistrato Zhu sapeva che avrebbe potuto sottoporre alla severa tortura la signora Sun per interrogarla, ma una donna così debole e fragile, come infliggerle tale pena? La donna disse solamente: “Mio marito è già morto, tanto vale che anche io lo accompagni nell’aldilà”. Dopodichè confessò: “Arrestatemi, perchè sono stata io ad aver commesso il crimine”. Le fu chiesto poi dove avesse messo il corpo. La signora Sun disse: “L’assassina sono io, se volete il suo cadavere, prendete il mio al posto del suo, che bisogno c’è di indagare così a fondo?”. Alle domande successive continuò a rispondere alla stessa maniera.

L’anno seguente durante la seduta in autunno, a seguito della condanna della signora Sun, colpevole di aver ammazzato il marito, fu decretato che il giorno del solstizio di autunno avrebbe avuto luogo l’esecuzione. Incaricato al tempio di Dali1 c’era un certo Yang Qing, il quale era puro come il ghiaccio e aveva una notevole esperienza. Guardando il fascicolo del caso della signora Sun, improvvisamente notò: “Se (il capitano) bussando alla porta ha chiamato la moglie, sicuramente sapeva che il marito non era in casa.”

Solo grazie a queste due frasi riuscì a scoprire che l’assassino era il capitano, quindi mandò una pattuglia a prenderlo per reinterrogarlo. 

Il giudice Bao, che allora era in perlustrazione in quella zona, si recò direttamente a Chaozhou e arrestò solo il capitano Zhang Chao, poi lo interrogò: “Zhou Yi ti aveva ordinato di andare a sollecitare l’amico, avresti dovuto chiamare il suo nome, perchè invece hai chiamato la moglie? Sapevi già della morte di Zhao Xin, altrimenti non avresti chiamato direttamente la signora!”. Zhang Chao sentendo queste parole rimase sbalordito e senza parole, il giudice Bao continuò: “Senza ombra di dubbio sei stato tu a commettere il crimine e poi hai incolpato la moglie!”

Zhang Chao non voleva proprio confessare. Gli furono inflitte trenta bastonate, ma niente. Dopo averne ricevute altre cento, ancora non ammetteva la sua colpa, quindi fu sbattuto in galera.

Lo stesso giorno fu portato in tribunale un mozzo che quel giorno era sul battello; non era neanche entrato in aula che venne colpito quaranta volte. Il giudice Bao rivolgendosi a lui disse: “Tu due anni fa hai ucciso Zhao Xin, il capitano Zhang Chao ha confessato che sei stato tu, oggi dovrai ripagare con la vita”.

L’uomo di mare allora raccontò tutto per filo e per segno: “Ho visto che Zhao Xin alle quattro del mattino era già arrivato alla barca. Per strada non c’era nessuno e tutti gli uomini della ciurma stavano dormendo. Il capitano Zhang Chao ha portato la barca a largo e ha spinto Zhao Xin in acqua. Poi ha attraccato nuovamente l’imbarcazione alla riva e si è messo a fare finta di dormire. Solo quando il cielo cominciava a rischiarare è arrivato Zhou Yi. È stato il capitano Zhang Chao a commetere l’omicidio, come potete accusare me al suo posto?”.

Poco dopo Zhang Chao fu tirato fuori di prigione e messo a confronto con il mozzo. Il capitano non sapeva più cosa rispondere. Fu condannato quindi a morte e la signora Sun venne finalmente rilasciata. Quando il caso fu concluso il magistrato Zhu lo fece sapere a tutti i cittadini.

È proprio il caso di dire: se a corte ci sono funzionari illuminati, in galera non ci possono essere ingiustizie

L’Angolo Laofei è dedicato a tutti coloro che hanno difficoltà a leggere in cinese, ma vogliono conoscere più a fondo la cultura e la letteratura di questo paese. 

Una spiegazione dettagliata di cosa sia l'Angolo Laofei la trovate in http://www.china-files.com/page.php?id=746

http://sites.google.com/site/laofeiil/

Lavinia Benedetti

PhD in Foreign Languages and Literature Tsinghua University of Beijing

Research Fellow (Chinese Language and Literature)

University of Catania

Il racconto è pubblicato anche sul sito China Files in due parti:

1. http://www.china-files.com/page.php?id=2605

2. http://www.china-files.com/page.php?id=2612

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