Divier Nelli è nato nel 1974 a Viareggio, dove vive e lavora.

Collabora con quotidiani ed emittenti televisive private, occupandosi di cultura e cronaca nera.

Suoi racconti sono apparsi su riviste e antologie tra cui Fez, struzzi e manganelli, edita da Sonzogno nel 2005 e V Tra giallo e noir, amore e morte in Versilia pubblicata nello stesso anno dall’editore viareggino Marco Del Bucchia.

Per i tipi di Passigli ha dato alle stampe i romanzi La contessa, uscito nel 2002, e Falso binario del 2004, che hanno come protagonista il maresciallo dei carabinieri Franco Di Martino.

Nel maggio 2009 è uscito il romanzo Il lungo inganno, scritto a quattro mani con il giallista fiorentino Leonardo Gori e pubblicato dall’editrice Hobby & Work.

L’autore ha voluto farmi il piacere di rispondere ad alcune domande che gli ho posto.

Quindi senza indugiare ulteriormente lascio a lui la parola.

Per chi non ti conoscesse ti puoi presentare? In due parole chi è Divier Nelli?

Uno scrittore, ma prima ancora un lettore vorace e onnivoro, un appassionato di musica, cinema e tutta l'arte in genere.

Per quale motivo nel momento in cui hai capito di voler fare lo scrittore hai scelto di scrivere romanzi gialli?

Perché credo che il giallo sia un modo molto efficace per raccontare una storia.

I tuoi romanzi sono ambientati prevalentemente in Toscana. Questo perché essendoci nato è una terra che conosci o c'è dell'altro?

Entrambe le cose: si può scrivere bene solo di ciò che si conosce a fondo, e la Toscana - gli esempi sono tantissimi - è una terra ricca di misteri.

Quali fonti usi per documentarti?

Dipende da quello a cui sto lavorando. Per esempio, ne Il lungo inganno, il romanzo che ho scritto a quattro mani con Leonardo Gori, parte della storia è ambientata negli Anni Venti e negli Anni Settanta. Ciò ha comportato letture specifiche sugli usi, costumi e non solo di quei periodi.

Oltre ai libri che sicuramente leggerai per documentarti quali altre letture fai?

Spazio dal romanzo di puro intrattenimento a quello così detto impegnato, dai saggi sugli argomenti più disparati - ultimamente uno sul riciclaggio e un altro su certi lavori ormai scomparsi - ai libri di cucina.

Tutto può far comodo, non si può mai sapere.

A quale personaggio dei tuoi libri sei più legato e perché?

Quello cui sono maggiormente legato lo devo ancora inventare. Ma naturalmente sono molto affezionato anche a tutti quelli delle storie che ho scritto fino a questo momento. In fondo, sono tutti figli miei!

Quanto di Divier Nelli è presente nei personaggi che popolano i tuoi libri? Quanto di reale? E quanto di inventato?

Credo ci sia molto. Non dobbiamo dimenticare che, quando si scrive, si finisce sempre per mettere qualcosa di noi stessi, anche involontariamente. Di reale, direi forse alcuni atteggiamenti e modi di pensare. Di inventato, tutto il resto.

Come traspare dal tuo ultimo libro "Il lungo inganno" perché pensi che la storia, sempre che per te sia così, di per sé non riscuota molto interesse da parte dei giovani?

Perché fin dai primi anni di scuola, tranne rarissime e preziose eccezioni, ci viene presentata come un insieme di date e fatti da imparare a memoria e dimenticare poco dopo, un qualcosa di fine a se stesso e mortalmente noioso.

Perché secondo te le trame gialle e misteriose sono tornate così in auge da colonizzare non solo romanzi ma anche altri media come fumetti cinema e televisione?

In realtà hanno sempre riscosso un grande successo. Comunque credo che il motivo vada ricercato nel fatto che la loro struttura avvince il lettore e lo spettatore e si presta come mezzo per indagare e approfondire il mondo in cui viviamo.

Sono fortunatamente passati i tempi in cui il giallo veniva considerato un genere di serie B.

Da romanziere ormai affermato che consigli daresti a chi si volesse affacciare al mondo della scrittura?

Be’, dare consigli è sempre difficile. A ogni modo, oltre a scrivere, scrivere e ancora scrivere, suggerisco di leggere molto. Di tutto. E il più possibile. Non si può diventare scrittori, se prima di tutto non si è buoni lettori. 

Infine c'è una domanda che non ti è stata posta alla quale vorresti rispondere?

Sì. Eccola: cosa faresti, se ne avessi le possibilità, per aiutare gli aspiranti scrittori? Ma la risposta te la darò la prossima volta…