Protagonista di questo piccolo romanzo a più livelli è la notte, intesa come luogo al tempo stesso ancestrale e presente, crogiolo di esistenze che si sfiorano e toccano o si osservano solo da lontano.

Tre voci narranti a cui è assegnato un colore diverso. Una differenziazione cromatica del testo che risponde a precise esigenze narrative. Una scelta per rendere la lettura agile; per rendere gli scambi e le incursioni dei personaggi immediate, incalzanti, fino all’inatteso epilogo.

I tre attori della storia vivono in questa dimensione, soffusi in una leggera luce onirica, quasi incapaci di legare pensieri ed azioni, realtà preesistenti e derive future. Dante, l’antieroe per eccellenza, che inizia la sua personale rivincita sulla vita, la lotta contro l’abbrutimento di certi uomini in un reiterato e ossessivo unpolitical correct. E poi Giulia e Andrea, la prima “madre e moglie” incapace di ostacolare la propria alienazione attraverso una sciatteria morale e fisica; il secondo, operaio, gradevole nell’aspetto e perennemente alla ricerca di storie sempre uguali, sesso e nient’altro.

La scelta dei caratteri a tre cromature, un colore per ognuno dei personaggi, all’inizio appare inutile ma poi mette un po’ di ordine alla narrazione, volutamente confusionaria.

L’autore, Mario Rossi, con uno stile bizzarro, viscerale, sincopato e sarcastico, sonda le brutture della società di oggi e tenta di darne un’allucinata chiave di lettura. E’ un romanzo che si legge come si guarda un road movie ma è soprattutto un viaggio attraverso la parte più intima e recalcitrante dell’uomo moderno.

Tre Io di Mario Rossi (Neo. Edizioni - collana Iena) pp. 144 - euro 13,00

Mario Rossi è uno pseudonimo. Uno pseudonimo ma anche un pretesto. È l’alibi perfetto. È un’entità ambigua, proteiforme. È l’uomo che potresti o non vorresti mai essere. È un elogio all’anonimato come diritto da difendere e dovere da esercitare.

Poche e frammentate notizie su di lui. Alcune voci dicono che sia un giornalista ammanicato con le alte sfere, altre che sia stato parlamentare, altre ancora che sia un uomo di fede. Di certo è una personalità schiva che non ama parlare di sé, se non attraverso la propria scrittura.

Per Neo Edizioni ha scritto La bella e la bestia nell’antologia di fiabe non più fiabe E morirono tutti felici e contenti (2008).