Poteva essere un impiegato di banca di livello medio alto. Non solo era ben vestito, ma indossava con stile e questo non si può fingere o camuffare. Più anziano che di mezza età, capelli brizzolati. Occhiali da miope con montatura firmata. Ombrello, malgrado il bel tempo. Dunque più che un impiegato di banca, forse un assicuratore. L’ombrello parlava chiaro: il simbolo della previdenza. Era seduto a un tavolo in disparte, se tale poteva considerarsi dato il fitto di tavoli del Bar L’Ingorgo che ricordava più l’assalto a una zattera a Dunquerque che non il placido spazio di una spiaggia tropicale. Leggeva con attenzione il Financial Time tanto che parve essere colto di sorpresa dal suo arrivo. “Ah, è già qui?”  “L’appuntamento era per le quattro del pomeriggio!” replicò.

“Esatto. Immagino che abbia con sé le credenziali.”  Gli porse una busta sigillata: era a distanza tale da vedere chiaramente che nel cartoncino che vi era contenuto non c’era scritto nulla. Bianco immacolato. Quello ci passò sopra le dita, come se fosse scritto in Braille. “Perfetto,” disse  “tutto regolare. Perfetto. Naturalmente lei ha riflettuto bene sul passo che si accinge a compiere.” “Certo, ho riflettuto a lungo, ma non vorrei …” “Nessun problema.”

Il tipo ripiegò accuratamente il giornale stirando una più piccola piega: molto meticoloso. “Signor Bianchi...” “Veramente mi chiamo Cristaldi” disse l’altro. Il tipo elegante sospirò sconsolato: “Si tratta di una convenzione: per noi il cliente è sempre il signor Bianchi e io sono per lei il signor Rossi. L’organizzazione è l’azienda e il lavoro da fare è IL SUO PROBLEMA, le è ben chiaro? Non vorrei dover tornare su questo. La nostra azienda opera con criteri di evidenza ed è tutto legale.”

Il giovanotto pensò che quando una cosa è legale è ovvia e non c'è bisogno di ribadirlo, del resto era lì per farsi liberare della moglie, cosa ci poteva essere di più illegale? Boh! Tuttavia tacque e cercò di fare mente locale familiarizzando con l’idea che quello doveva chiamarlo, come da convenzione, "il mio problema".

“Dunque, signor Bianchi, ha portato i dati da noi richiesti sul suo problema?” “Ecco qui” disse l’altro porgendo un foglio. Il signor Rossi estrasse uno scanner tascabile, lo passò sul foglio, che poi ridusse in minuti coriandoli lanciandoli al vento. “Non è molto educata, questa procedura, ma assolutamente efficace.”

Si interruppe per bere un sorso di Hemingway. “Oh, mi scusi,” soggiunse “che incivile maleducato che sono: lei gradisce qualcosa signor Bianchi?” Bianchi scosse la testa.  “Dunque, veniamo a lei: una cosa facile: questo suo obiettivo è un sentimentale, ogni sera si ferma ai margini dell’area di sosta, dove non c’è guard rail, e se ne sta una decina di minuti a contemplare il tramonto. Lei, signor Bianchi, parcheggerà dalla parte opposta, scenderà dall’auto e getterà delle cartacce nel cestino della carta, poi risalirà in auto e nel manovrare a marcia indietro urterà l’auto del suo bersaglio: duecento metri di precipizio sul mare. Questi sono i dati, li memorizzi, l’auto è una Citroen picasso verde marcio metallizzata, questa la targa, alla guida questo signore … lo guardi bene, per ovvi motivi non posso lasciarle la foto. La famiglia riceverà un ottimo indennizzo: ha una solidissima assicurazione. E poi il suo socio rileverà la sua parte di azienda a condizioni vantaggiose, tutto si può dire meno che sia un avaro.”

Il signor Bianchi assentì. “In fondo è facile.” “Facilissimo.” corresse il signor Rossi   “Le dirò che in venticinque anni di carriera forse questo è il caso più facile.” “È da venticinque anni...?” “Oh no, l’azienda opera da sessantadue anni, io ho l’onore di lavorare alle sue dipendenze da venticinque.”

“Quello che non capisco” disse allora Bianchi “è come si risolve il mio problema.” “Ma è intuitivo, signor Bianchi, il committente dell’incidente da lei provocato risolve, è chiaro, “il suo problema”, n'est-ce pas? E, in cambio, risolverà, con la nostra consulenza, il suo problema: la signora Bianchi guida così distrattamente … e tutto in maniera perfettamente legale.”

“E quanto costa tutto questo?” “Nulla.” “Nulla?” “Nulla! Come le ripeto, la nostra azienda opera in maniera del tutto legale. Il nostro servizio previdenza ha già provveduto a iscrivere per la sua signora una polizza vita piuttosto consistente a nostro favore. È la nostra parcella.”

“Sì,  ma a che titolo la incasserete?... non desterà sospetti?”

“Abbiano una onlus per questo” disse il signor Rossi con annoiata sufficienza “una onlus che si occupa di costruire un lebbrosario in Malesia, in una località dentro la Jungla: la sua signora è tanto sensibile alla sofferenza … e la Malesia è un buon paradiso fiscale. Tutto regolare come le dicevo, tutto perfettamente legale. I delitti perfetti richiedono alcune condizioni, secondo il professor Irving Mattews, docente di criminologia alla Columbia University: che non ci sia un movente, che non appaiano interessi economici, che infine l’ambiente sia saturo di eventi... e gli incidenti stradali sono in testa per numero di morti provocati ogni anno IN QUESTO paese.” “Un buon diciassette e mezzo deriva dalla attività della nostra azienda” aggiunse orgoglioso il signor Rossi. “Ma avete un fatturato enorme” trasecolò il signor Bianchi,  facendo un piccolo conto a mente. “Enorme, è la parola giusta, e cresce ogni anno.”  E aggiunse orgoglioso: “E poi tutto in maniera regolare, tutto perfettamente legale. Cameriere il conto, s’il vous plait.”