Quarta di copertina

Los Angeles: guerra alla droga. Il dipartimento di polizia è in prima linea con la SWAT, il nucleo di teste di cuoio addestrate alle azioni più rischiose. La squadra guidata dal tenente Duncan viene inghiottita in una battaglia senza esclusioni di colpi. Ma un agguato rischia di compromettere l'indagine e il tenente da cacciatore diventa preda: ora, in una Los Angeles nera, egli può raccogliere una sfida con la morte iniziata a Fallujah cinque anni prima, quando l'azione intentata per catturare il terrorista di al-Quaeda, al-Zarqawi, segnò l'inizio di una guerra…

Recensione

Dopo l'ottimo La coda del diavolo, pubblicato poco tempo fa nella stessa collana, ritorna nelle edicole James C. Copertino con Angeli neri - l'ultimo agguato, un romanzo ad alta tensione ambientato per la maggior parte a Los Angeles. Un elemento originale di questo testo è il porsi al confine di due generi, tra il romanzo action bellico e il police procedural di stampo americano. Scelta difficile e non scevra di problemi. Il pubblico abituato solo all'uno o all'altro genere può trovarsi spaesato e rispettare i crismi delle due ambientazioni senza ricadere nei cliché si fa difficile. Si può supplire con il ritmo, con personaggi ben definiti e spingendo sull'acceleratore della tensione ma la scommessa rimane difficile.

Cosa non va.

Alcuni passaggi appaiono forzati, la libertà d'azione del protagonista appare eccessiva anche per ufficiale della SWAT. In alcune scene, specialmente nel finale, si avverte la fretta di arrivare alla parte più spettacolare. Un approfondimento maggiore dei villain avrebbe aggiunto profondità allo sviluppo del romanzo.

Cosa va.

Ritmo sostenuto e credibile, buona la preparazione per i luoghi e l'organizzazione del LAPD, alto il livello del lato più tecnico / oplologico. Curata la parte medico legale, vero tallone d'Achille di molti gialli – thriller, solida la logistica degli spostamenti e delle azioni. Un cenno in particolare va riservato alle scene più d'azione, davvero soddisfacenti sia nel teatro bellico che in quello urbano.

Interessante anche il tono scanzonato del protagonista, con quel tanto di autoironia che permette alcuni momenti spassosi.

In definitiva un buon romanzo che riesce a divertire oltre che ad appassionare il lettore, un buon cambio di prospettiva rispetto al già citato La coda del diavolo che promette di aprire una seconda serie per questo autore.