Nelle Spetsnaz, le micidiali forze speciali russe, era Redka Starnelov. Nel nuovo “disordine” mondiale, è Stal, “acciaio”, letale mercenario della lama. Il suo passato è un luogo pieno di morte e di incubi. Il suo presente gli riserva solo raggelante ferocia. La sua nuova destinazione: Transinistria, ennesima terra maledetta scaturita dalla dissoluzione dell'URSS. La sua nuova missione: fare luce su uno sterminio di innocenti, in un luogo chiamato Campo Copernico. Preso tra sanguinari signori della guerra, sporchi giochi delle multinazionali e donne più velenose del cobra, Stal sarà costretto ad aprirsi la strada nell'unico modo che conosce. Con l'acciaio in pugno.

Da uno dei massimi autori italiani di thriller, Stal: operazione Copernico è il primo romanzo di un esplosivo eroe a doppio taglio.

 

Stal, creato da Franco Forte, è uno dei nuovi personaggi seriali di Segretissimo, presentato all'interno dell'antologia Legion (SuperSegretissimo n. 36, Luglio 2008) e porta nel cosmo spy-thriller uno degli autori italiani più interessanti degli ultimi anni, un solido professionista della scrittura.

La vicenda, giocata su tinte fosche, ha molti elementi classici del genere action-thriller. L'eroe di poche parole, antagonisti spietati, un amore tradito, uno sfondo geopolitico abbastanza esotico e una damigella da salvare. Non manca neppure un robusto punto debole del protagonista, né il tema delle perfide manovre delle multinazionali. C'è tutto. E la storia non fila, non funziona.

Cosa non va.

Il punto focale di una serie è il protagonista. Deve essere, se non credibile, almeno convincente e coinvolgente per fare scattare il meccanismo dell'identificazione. È la chiave di volta del libro. Stal risulta essere una specie di terminator biologico, con tanto di memoria eidetica e vocabolario limitato a monosillabi, manca il guizzo, il colpo di coda che lo renda memorabile.

Analogo ragionamento vale per Irina, la sua nemesi ed ex amante. Micidiale, bellissima, perversa. Risulta comunque bidimensionale, frutto di un'evoluzione inspiegabile e non credibile.

Se aggiungiamo a quanto sopra alcune sequenze confuse e alcune cadute nei cliché del genere ecco che il romanzo affonda. Le sequenze finali hanno nel coinvolgimento di Irina una parte davvero poco credibile.

Cosa va.

Buona la rappresentazione della Transinistria e del quadro geopolitico in cui si trova insieme alla Moldavia. Efficace la presentazione delle tratte, delle speculazioni e dei commerci illeciti. Notevole la varietà di armi da taglio e da lancio, fattibili le sequenze di movimento e gran parte della logistica. Efficaci i dettagli che riguardano la malattia del protagonista.

 

In definitiva un romanzo solo a tratti godibile, non basta il mestiere dell'autore per ottenere un risultato all'altezza delle aspettative. Da un professionista del genere si pretende di più, basti ricordare il livello di China Killer (Marco Tropea Editore - 2000).

 

il volume comprende in appendice il racconto Vamos a matar di Andrea Carlo Cappi. In poche pagine Andrea Carlo Cappi confeziona una storia efficace, sospesa tra tre decenni del secolo scorso e ben condotta verso un ottimo finale. Per rimanere nell'ambientazione, un ottimo rum messo a disposizione degli aficionados. Un unico appunto nella sequenza degli eventi, la squadra del protagonista sembra davvero troppo rapida nel muoversi.

Voto: ***