Le stragi del sabato sera

Stordimento da stupefacenti, ubriachezza, musica che rincoglionisce, immaturità, vuoto esistenziale. Cos’altro? Auto troppo veloci? Colpi di sonno? Che idioti gli analisti, i sociologi: delle stragi del sabato sera non hanno capito niente.

La causa delle stragi del sabato sera sono io. Io! Io che odio questa allegra gioventù, io che esco di casa all’alba della domenica armato di un fucile di precisione. Io che sparo alle gomme di queste auto che sfrecciano sull’autostrada. Io che ne accoppo quattro per educarne mille.

Le stragi del sabato sera le ho inventate io!

 

Il mio cane

Il mio cane? Non sta più con me, me ne sono liberato. Non lo sopportavo più. Mi sono bastati due mesi per maledire l’anima del defunto zio che me lo ha lasciato sul groppone.

Voleva sempre uscire di casa, il cagnaccio rompipalle. Allora ho deciso di assecondare il suo desiderio di libertà: l’ho caricato in macchina, ho imboccato l’autostrada e al primo autogrill l’ho liberato.

A conferma che era un rompipalle s’è messo a bighellonare sulla carreggiata. Un camionista, stupido, per evitare d’investirlo è uscito di strada e s’è ammazzato. Lo sapevo che quel cane avrebbe finito col causare qualche guaio: me ne sono liberato giusto in tempo.

 

Olipiadi (I)

“E passiamo alle notizie sportive: archiviate le olimpiadi tradizionali, finalmente da domani vivremo emozioni forti! Prendono il via le spettacolari olimpiadi dopate: finalmente vedremo i risultati del lavoro di atleti e farmacologi, constateremo quali sono davvero le massime prestazioni possibili per gli esseri umani.

La prima giornata vedrà lo svolgersi della corsa dei centro metri piani. Il record, come sapete, é di tre secondi netti, ed è stato stabilito quattro anni fa da Bobby Jerk Smith, buonanima.”

 

Olimpiadi (II)

L’atleta è al terzo e ultimo tentativo: cammina concentrato, aumenta l’andatura, corre. La sua è una lunga rincorsa, per accumulare potenza.

Ed ecco il salto: fantastico! L’uomo vola nel cerchio di fuoco, quindi va a rimbalzare sulla pedana a molla e risale elegantissimo. Esegue una tripla piroetta volante e torna a rimbalzare per l’ultimo salto che lo porterà alla conclusione. Torsione carpiata in salita e doppia piroetta in parabola discendente e... sì! Con estrema precisione la punta d’acciaio gli si infila sotto il mento e va a fuoriuscire nel centro della calotta cranica.

Tutto perfetto, prestazione impeccabile. La giuria non ha dubbi, è lui il vincitore della medaglia d’oro nella specialità olimpica del “suicidio libero acrobatico”.

 

Il presentimento

Sua moglie gli disse: – Ho un triste presentimento, amore. Ti prego, oggi non uscire di casa, ho fatto un brutto sogno... rimani qui, prenditi un giorno di permesso.

Lui prese sul serio il sesto senso della moglie. Rimase in casa, lasciò l’auto nel garage e si dedicò al suo hobby: scrivere favole per bambini.

Sua moglie uscì e si recò in visita dalla cara mamma.

Quella mattina, poco dopo, poco distante, avvenne un grave incidente stradale. Un vero macello di auto, feriti e cadaveri carbonizzati. Altrove, mamma e figlia sorbivano un caffellatte: – Sai mamma, ho fatto un bel sogno...

L’elicottero dei soccorritori giunse celermente sul luogo del disastro e dopo aver caricato due feriti in condizioni critiche, sbagliò una manovra aerea, andando a precipitare su una casa poco distante.

Lui stava scrivendo di draghi e cavalieri quando le pale dell’elicottero entrarono in soggiorno, avverando un triste presentimento.

 

Rapimento e riscatto

Un noto imprenditore attendeva in ansia la telefonata dei rapitori. Il telefono squillò: – Pronto...

– Papà, sei tu?

– Figliolo! Come stai? Dove sei?

– Non posso dirtelo, mi sono rapito.

– Che stai dicendo? Sei libero?

– Non sono libero! Mi sono rapito! Ho rapito tuo figlio e se vuoi rivedermi devi pagare un bel riscatto.

– Ma che...

– Ascoltami, papà. A me la laurea non interessa per niente e neppure mi piace la fidanzata che hai scelto per me, per non parlare della macchina nuova che mi hai regalato. Però, se mi paghi, giuro che mi laureo e mi sposo come hai programmato. E mi innamoro pure della Porsche.

Il noto imprenditore taceva.

– Allora, papà? Vuoi riabbracciare il tuo bel figliolo? Lo rivuoi accanto a te fatto a tua immagine e somiglianza? Felice, sereno, studioso, come hai deciso che sia. Il rampollo ideale da presentare in società. Lo rivuoi?

Il noto imprenditore, in quanto imprenditore, disse: – Ok. Quanto?

 

Ho fatto bene?

Vi formulo la domanda: ho fatto bene?

Mi spiego: ho regalato alla mia fidanzata un anellino d’oro in occasione del nostro quinto anniversario. Ho fatto bene?

Mi spiego meglio: due delinquenti hanno ammazzato la mia fidanzata per rubarle l’anellino d’oro. E vi riformulo la domanda: ho fatto bene?

 

Che schifo di sistema

 

Si sono subito fissati su di lui, poveraccio. Lo chiamavano “unico indiziato”. Stampa e inquirenti lo hanno massacrato. Avevano bisogno di un colpevole e lo hanno trovato facilmente. Poveraccio. Trent’anni di galera per un delitto che non ha commesso: che schifo di giustizia c’è in questo paese! Posso ben dirlo io che ho assistito all’omicidio! Sono un testimone oculare e posso dire idioti ai giudici, stupidi ai poliziotti, imbecilli ai giornalisti.

La verità è altrove, un innocente è in galera, un assassino è libero.

Così vanno le cose in questo paese, è questo il Sistema, bisogna rassegnarsi. Non c’è che sperare di non averci mai nulla a che fare. Che schifo. Ho fatto bene a tenermi ben lontano da tutto questo.

 

Finanziamo le tue idee

“Finanziamo le tue idee”, questo slogan mi convinse a entrare ottimista.

Il bancario mi chiese di esporgli il mio progetto:

– È presto detto: mi servono un bel po’ di soldi per poter organizzare un attentato di tipo terroristico, una roba grossa, destabilizzante. Io sarò l’unico a conoscere la data precisa del tragico evento e ne approfitterò per alcune speculazioni borsistiche.

Il ritorno economico dell’investimento era garantito e il bancario non poté che convenirne. Ma le banche sono ladrerie organizzate, è cosa nota: mi chiese un grosso interesse nonché una notevole partecipazione agli utili. Oltre alla conoscenza dell’obbiettivo e della data stabilita. Maledetto!

Morale della storia: le banche vivono sulla pelle della povera gente, ne sfruttano la creatività godendone i frutti. Boom!

 

La legge pro-suicidi

Un tale salì sul parapetto di un ponte per suicidarsi. A pochi metri da lui un vigile urbano rifletteva sul da farsi. Il suicida la tirava per le lunghe, forse era dubbioso, forse voleva solo attirare un po’ l’attenzione. Urlava:

– Voglio morire! Voglio ammazzarmi!

Il vigile urbano non tentò nulla, si limitò a chiamare la Squadra Suicidi.

Solo dieci minuti e due elicotteri della squadra già erano sul posto. Il suicida ancora tergiversava, sbraitava ma non si buttava.

– Voglio ammazzarmi! Voglio ammazzarmi!

Il vigile urbano gli disse qualcosa; qualcosa che l’uomo, disturbato dal turbinare degli elicotteri, non comprese.

– Che c’è? Cosa volete? Lasciatemi morire in pace!

Il vigile scuoteva la testa, non pareva interessato a salvargli la vita, lo commiserava, lo guardava come si guarda uno che sega un ramo d’albero stando seduto dalla parte sbagliata del ramo.

La Squadra Suicidi aveva ormai preparato la rete d’acchiappo, tesa tra i due elicotteri. L’uomo, ormai certo di non morire, si tuffò nella rete.

Il vigile urbano, poco prima, gli aveva detto:

– Conosce la legge 232 sull’uso dei suicidi colti in flagranza?

L’uomo quella legge non la conosceva e cadde felice protagonista nella rete della Squadra Suicidi.

Il corpo del suicida venne donato vivo all’ospedale più vicino, come impone la legge 232, ed i suoi organi salvarono la vita a diciotto persone in attesa di trapianto.

 

Samuele Nava ci scrive: "Ho pubblicato un racconto su fantascienza.com e Delos Science Fiction,   dopo essere stato finalista al premio Robot, terza edizione 2008 ("Siamo nati per morire") e precedentemente, con "Notizie dall'infinito", al premio Galassia, quarta edizione 2007. Nient'altro."