Mara è fatta così, ogni volta che uno la molla si prende un animale, per consolarsi dice lei, per riempire un vuoto affettivo. L’animale poi viene regolarmente affidato all’ultimo partner. Così io mi sono beccato Flint un bastardo che al settanta per cento dovrebbe essere un setter irlandese, per il resto forse un segugio. Era un bravo cane, più fedele di Mara, cosa non difficile, e di maggior compagnia. Beh, grazie a lui andrò alla camera a gas. L’unica consolazione è che lui, quel bastardo, mi seguirà. Ma prima è bene che sappiate una cosa: non mettetevi mai in società con Brad Kelly.

Consiglio inutile, tanto non sarebbe più possibile, l’ho ucciso due mesi fa. Un delitto perfetto doveva essere e io mi sarei liberato di un socio ingombrante e di una società in perdita. Brad era così, geniale, un  informatico d’eccezione insieme avremmo dovuto replicare Bill Gates. Invece passivi su passivi. Io non ci dormivo la notte e ne approfittavo per portare fuori Flint. Mara ogni tanto telefonava per informarsi sulla salute del cane, ma soprattutto su quella della società: in caso di successo era pronta a ri-innamorarsi perdutamente di me o anche di Brad. Tutto si poteva dire di Mara meno che fosse priva di senso pratico. Brad era un vulcano, soprattutto per spendere. Ma l’idea di una polizza vita reciproca fu buona. Se dovessi morire io ti resterebbero i soldi per continuare, se dovesse capitare a te avrei le risorse per portare avanti l’azienda. Cinque milioni di dollari. Troppi? Macché, quanto serve per arrivare in fondo. Intanto c’eravamo venduta la casa tutti e due e stavamo mettendo i genitori in casa di riposo per vendere le loro. Investire costa. Brad era un genio, elaborò il piano durante una battuta di caccia. Facile, disse scherzando: vedi questa? È una carabina calibro 22 colt smontabile, sta in uno zainetto completa di cannocchiale e silenziatore, era in dotazione ai piloti di aerei in Vietnam. Che fucili abbiamo noi? Remington 280. Vedi come sarebbe facile il delitto perfetto. Ti sparo in testa con la carabina colt, la smonto e la nascondo in questo albero cavo,  poi sparo un colpo di remington 280 su quell’albero lì, alla tua altezza circa. Mi metto a gridare che ti ho ucciso per errore, mi dispero accorrono gli altri: un incidente di caccia.

Sono subito sospettato, per via dell’assicurazione. Ma … colpo di scena! Tu risulti ucciso da un colpo calibro 22 e la pallottola sparata da me viene trovata conficcata nell’albero giusto dietro al tuo cadavere. E sono a posto. Scagionato. Incasso i cinque testoni, chiudo la società e me li vado a godere, che so, con Mara? Quest’ultima battuta lo fece ridere di gusto. Era un genio Brad, non c’è che dire, ma era buono: lui non lo avrebbe mai fatto, di uccidermi dico. Io invece sì. Seguii il suo piano: perfetto! E lo feci subito. La carabina Colt c’era, lui c’era, il remington 280 c’era, l’albero cavo c’era, perché aspettare? Ah, c’era anche Flint. Tutto come previsto. Era un genio, Brad. 

Quel tenente di polizia si atteggiò a tenente Colombo: stavamo lì sul posto, il giorno dopo, a ricostruire la meccanica dell’incidente, quando gli comunicarono via radio che l’autopsia  aveva rivelato la causa di morte nel proiettile calibro 22. 

“Non si tormenti ancora, lei non c’entra, il suo amico Brad ha un 22 nel cranio.”

“Ma ho sparato io, ho sentito il fruscio ho sparato, l’ho visto cadere.”

Brad era un genio, io sono un attore. Il tenente Colombo recuperò il proiettile del mio remington dall’albero.

"Visto? Questo è il suo proiettile.”

Ho avuto in tasca per sette minuti cinque milioni di dollari: vi assicuro che è inebriante.

Poi Flint, quel bastardo,  si mise a trafficare ai piedi dell’albero cavo e ci venne incontro con uno zainetto in bocca, lo posò a terra ai miei piedi  e si rizzò sulle zampe di dietro scodinzolando soddisfatto. Il tenente Colombo raccolse lo zainetto. “Toh uno zainetto... ma cosa c’è? Ma è una carabina Colt calibro 22 smontabile. Sa? Di quelle che avevano in dotazione i piloti di caccia in Vietnam”.

Grazie, lo so già. Mi guardò come si guarda uno destinato alla camera a gas. Beh, una soddisfazione ce l’ho: in questo Stato i cani senza padrone, se nessuno li reclama, vengono soppressi col gas. E Mara si è ben guardata dal reclamarlo. Si può capirla, in fondo anche lei è stata a due passi da cinque milioni di dollari.

Silvestro Gambi vive a Imola e lavora a Bologna presso la Regione Emilia-Romagna in qualità di esperto occupazionale specialista nell'impresa artigiana e nella piccola impresa. Ha sempre scritto cose di vario tipo per lo più legate ai vari lavori che gli è capitato di fare. Ha una forte formazione classica, oltre che sulle tecnologie e sulla filosofia della tecnica.