Intervista apparsa sul n. 61 della rivista SCUOLA DI FUMETTO

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FACCE DA NOIR: CARLO LUCARELLI E MAURO SMOCOVICH

Noir che passione!

Esce Cornelio, la nuova miniserie della Star Comics con protagonista uno scrittore con la faccia del famoso giallista Carlo Lucarelli (noto a tutti anche come conduttore televisivo). Per l'occasione, intervistiamo Lucarelli e Mauro Smocovich, co-soggettista della serie assieme a Lucarelli e a Giuseppe Di Bernardo (lo sceneggiatore di Cornelio) e curatore, assieme ad Elio Marracci, del DizioNoir del fumetto volume di oltre 300 pagine edito da Delos Books (è uscito a fine maggio, quasi in contemporanea con il n.1 di Cornelio) che raccoglie centinaia di schede di autori di noir e vari saggi sui personaggi dei fumetti che rientrano nel genere.

Parlateci un po' di Cornelio. Come sarà la miniserie?

Smocovich - Cornelio è uno scrittore che ha perso la vena creativa e teme la pagina bianca. Viene spinto da Vanessa, una ragazza spigliata e determinata, verso diverse avventure che lo possano svegliare dal torpore per riprendere la scrittura.

La miniserie gioca con i temi classici dell'horror più che del noir del quale prende essenzialmente uno dei suoi aspetti determinanti, quello che le cose non debbano terminare sempre con un lieto fine. Lo scopo della serie è prima di tutto divertire i lettori cercando di creare tensione e poi di attenuarla con un tocco ironico. Cornelio se la deve vedere con presunti mostri di Frankenstein, vampiri, zombi, streghe, fantasmi e mister Hyde vari. E' accompagnato nelle sue avventure, oltre che da Vanessa anche da Gigione, un clochard ex poliziotto e da Grazia Negro, l'ispettore di Almost Blue di Carlo Lucarelli, con la quale Cornelio si scontra come tutti i "ficcanaso" letterari si scontrano nelle indagini con il personaggio che riveste il ruolo ufficiale di detective della polizia. Abbiamo anche la cattiva Ofelia, scrittrice sadomaso legata a Cornelio da uno strano rapporto di amore/odio. Ultimi ma non per questo minori sono i fantasmi o spiriti della letteratura, prevalentemente Sandokan, Marlowe e Sherlock Holmes che accompagnano Cornelio nelle sue "discussioni" mentali. Rappresentano il suo riferirsi ai vari aspetti di sé stesso. Sandokan rappresenta lo spirito di avventura e l'azione, Marlowe la parte disincantata e cinica della vita e Sherlock Holmes il raziocinio elucubrativo e deduttivo. Sono personaggi che servono anche a stemperare l'ambientazione horror e danno un tocco di ironia alle vicende. Le storie sono autoconclusive e sono collegate tra loro dal mistero del passato di Cornelio.

Oltre che in edicola si possono incontrare Cornelio e Vanessa anche in rete. Ci sono diversi siti dedicati a Cornelio e Vanessa e un paio di forum, uno ufficiale e uno no. Se poi vi interessa sapere cosa combinano Lucarelli, Smocovich e Di Bernardo oltre Cornelio ognuno di noi ha un blog o un sito.

Come è nato il progetto? Perché la faccia di Lucarelli?

Smocovich- Il progetto è nato da una storia che ho proposto a Carlo Lucarelli per scriverla insieme. Carlo ha accettato e la storia è stata scritta ma poi il soggetto non è andato avanti per la strada che avevamo pensato. La storia, per la cronaca, è ancora nel cassetto. Ma quando ho incontrato Giuseppe Di Bernardo, parlando di vari progetti, gli ho fatto presente che avevo questa idea che nel frattempo si era tramutata in qualcos'altro, era già apparso Cornelio nella mia testa e la storia horror si era trasformata in una storia di tipo ironico horror. Giuseppe mi disse che ne avrebbe parlato a Dario Gulli della Star Comics e quasi subito si fece una riunione. Nel frattempo io e Giuseppe avevamo cominciato a sviluppare meglio le idee: è nata Vanessa nella testa di Giuseppe e il nome le è stato dato da Carlo (giusto per fare un aneddoto) e Cornelio aveva preso la faccia di Carlo Lucarelli sotto forma di scherzo da parte mia e di Giuseppe all'insaputa di Carlo, giusto per dargli un volto. Quando si è fatta la riunione con l'editore abbiamo presentato Cornelio facendo vedere i disegni preparatori che avevano la postura e il volto di Carlo. Il progetto in se, la fiducia nel lavoro già svolto da Giuseppe per L'Insonne e il volto di Lucarelli su Cornelio hanno causato subito un entusiasmo contagioso e il progetto ha preso la sua strada, non da poco è stato anche l'interessamento di Claudia Bovini, direttore responsabile della miniserie e una dei maggiori rappresentanti delle Edizioni Star Comics. Alla riunione eravamo io e Giuseppe a rappresentare gli autori perché Carlo aveva un impegno e quando il progetto è stato approvato con la faccia di Carlo su Cornelio il problema era diventato... chi lo dice a Carlo?!?! ma questa è un'altra storia...

Il nome Cornelio era già apparso in un paio di racconti di Carlo sotto forma di Cornelius e probabilmente è venuto fuori anche grazie ad un richiamo che penso il nome abbia con l'oscurità. E' un nome buffo ma che allo stesso tempo può essere inquietante, a me personalmente richiama la figura di un mago o di uno jettatore, il cornetto scaramantico, le corna del diavolo, la cornacchia che richiama di rimando l'inquietante Corvo di tanti film dark o della famosa poesia di Edgar Allan Poe... ma speriamo anche la cornucopia della fortuna. E poi... che strano! solo ora rispondendo a questa intervista ho controllato il significato del nome Cornelio su internet e ho scoperto che in effetti riprende il nome latino della gens Cornelia, e per qualcuno deriva da cornu "corno", come simbolo di abbondanza e prosperità. Si festeggia il 2 febbraio e per una pura coincidenza misterica l'editore ha deciso di fare uscire i volumi in edicola il due di ogni mese dispari...

Buon Cornelio a tutti allora!

E adesso la versione di Carlo (non di Barney…), che, come spesso avviene alle star, entra "in ritardo" in questa intervista: che impressione fa avere la faccia di un personaggio a fumetti?

Lucarelli- In effetti è una strana impressione, ma io sono già abituato a vedere gente in giro a fare cose strane con la mia faccia (mi riferisco a Fabio De Luigi che mi faceva l'imitazione). In un fumetto è molto divertente, perché il taglio che ha Cornelio è molto ironico e per niente autocelebrativo.

E' così, come ha raccontato Mauro, che è nato il progetto: prima l'idea di fare un investigatore scrittore in crisi, poi di dargli le mie sembianze, io che dico "siete matti", poi vedo il taglio ironico anche del disegno e allora ci sto (anche perché mi diverte vedermi saltare e tirare cazzotti) e alla fine, cosa essenziale, il personaggio pur avendo la mia faccia si distacca da me, prende vita propria e diventa in tutto e per tutto Cornelio.

Vanessa è una nuova Nikita, la ragazza che appare nella serie di Coliandro?

Lucarelli- Sì, sicuramente. E' molto vicina come carattere e anche come stile, nonostante la mia Nikita sia nata negli anni '90 da uno che frequentava le Nikite negli anni '80.

Il tuo rapporto con il fumetto? Autori che ti hanno influenzato e personaggi preferiti

Smocovich- Sono un appassionato del fumetto ma non sono un fan. Non sono un amante di saghe lunghe o testate secolari, niente supereroi o topolini e ranger con 50 anni sulle spalle a meno che non siano riletti in chiave sarcastica e stravolta. Però ho seguito con passione la storia di Ken Parker e sono tra quelli che vorrebbero sapere che fine ha fatto. Mi sono divertito un sacco a leggere la saga di XIII di Van Hamme e Sin City di Frank Miller. Altre opere che mi sono piaciute: V for Vendetta, Watchmen, La fiera degli immortali, Persepolis, Maus, Arkham Asylum, Undestanding Comics di Scott Mc Cloud...

Trovo eccezionale la trasposizione a fumetti della Città di vetro di Paul Auster e m'è piaciuta molto una miniserie che in italia è uscita con il titolo Inferno che narra della storia di Daimon Hellstrom.

Per il resto leggo e ho letto un po' di tutto da Sprayliz a Bone, da Lo sconosciuto a Strangers in Paradise e poi ancora... seguo più gli autori che le serie saltando spesso da un'opera all'altra. In tempi diversi ho seguito Carlos Trillo, Andrea Pazienza, Magnus, Giancarlo Berardi, Paola Barbato, mi piacciono molto le storie inquietanti di Philippe Foerster e il Canardo di Benoit Sokal... ma questa mia parata di grandi opere del fumetto non vuole assolutamente dire che Cornelio ambisce a far parte dei classici del fumetto, Cornelio è prima di tutto un divertimento degli autori che vogliono coinvolgere i lettori in questo loro spirito divertito, certo con professionalità, impegno e serietà ma pur sempre un'opera che vuole prima di tutto divertire.

Per quanto riguarda i disegni a 12 anni disegnavo orrendamente delle storielle ambientate nella mia classe e avevo creato delle strisce umoristiche, poi mi sono divertito molto a copiare grandi autori come Magnus, Pazienza e Manara e da qualche parte devo avere ancora una cartellina con queste "prove". Ma è dal '92 circa che non prendo una matita in mano, come si suol dire, visto che in realtà copiavo usando direttamente il pennarello. Ma ora come allora ci tengo a precisare che copiavo, non ricalcavo, facevo pratica e mi divertivo però in realtà non sono mai riuscito a "inventare" un disegno, partendo dalla mia testa, mi sono sempre riferito a un disegno già esistente.

Lucarelli - Sono nato con Topolino ma sono passato subito a Tex. Odiavo Diabolik e tenevo per Ginko (perdeva sempre). Poi sono arrivati gli autori (Pazienza, Pratt, il Magnus dello Sconosciuto) e le serie come Dylan Dog o Gea, solo per citarne un paio. Adesso quello che attendo con più passione, anche per affinità di genere, è Volto Nascosto, di Manfredi.

E qui ti volevo Carlo. Infatti in primavera è uscito il tuo romanzo ambientato in Eritrea, L'ottava vibrazione, e da ottobre è in edicola Volto nascosto edito da Bonelli e creato da Gianfranco Manfredi, serie ambientata nello stesso periodo, e negli stessi luoghi, durante le guerre coloniali italiane. Tu e Manfredi vi siete parlati o, come penso, a volte certe idee circolano nell'aria e sono "assorbite" da persone diverse?

Lucarelli- Circolano nell'aria. Nessuno dei due sapeva dell'esistenza dell'altro.

Poi Manfredi ha letto da qualche parte che stavo scrivendo quel romanzo e mi ha mandato il fumetto (che era ancora al secondo numero) dicendomi che stavamo facendo la stessa cosa. Volto Nascosto mi piace molto ed è documentatissimo, anche se le nostre storie sono molto diverse. E' che l'idea di un Far West italiano come l'epoca coloniale è un'ottima idea e uno bravo come Manfredi non poteva farsela sfuggire. Come credo sia successo a me.

Per Smocovich: come è nato il DizioNoir del fumetto:?

Smocovich- Il DizioNoir del Fumetto é nato dalla commistione di due miei interessi, il noir e il fumetto. Nel 2006 ho curato il primo DizioNoir che raccoglie 600 schede di autori di letteratura noir, thriller, action, spy... e una trentina di saggi che approfondiscono il significato del termine noir nei vari media. Curando la rivista telematica Thriller Magazine ho bisogno di tenermi informato, oltre che per gusto personale anche per lavoro, di quello che succede nel campo del giallo, del thriller, del noir, della narrativa criminale ma ogni volta che cercavo una notizia riguardo un'opera o un autore mi toccava girare delle ore per internet, come se non stessi abbastanza tempo davanti a un monitor che mi spara la sua luce negli occhi!

Essendo un bibliomane mi dava ai nervi che non ci fosse qualche enciclopedia o dizionario che raccogliesse i nomi più importanti del genere noir su carta e così mi è venuto in mente di organizzarla io un'opera simile e ho raccolto attorno a me rinomate firme importanti del settore. Per il DizioNoir del Fumetto ho seguito lo stesso schema e, affiancato da Elio Marracci che ha "reclutato" la maggior parte degli esperti presenti nel volume, ho portato avanti il progetto dei dizionoir. In effetti ora si può parlare davvero di un progetto a lungo raggio visto che a breve uscirà un altro DizioNoir sugli autori italiani di narrativa gialla e noir e sto già pensando a un altro DizioNoir tematico, forse per l'anno prossimo. Nel DizioNoir fumetto ci sono Luigi Bernardi, Tito Faraci, Andrea Baricordi... ma mi è impossibile ora nominarli tutti, non me ne vogliano (c'è anche l'intervistatore… NdR) sono una quarantina di esperti e appassionati italiani del fumetto e del noir!

Da dove deriva la tua passione per il noir?

Lucarelli- Dai noir letti e visti al cinema e in televisione. E' come per i lettori, incontri una bella storia raccontata in un bel modo e hai voglia di sentirne ancora. Per me è stato l'hard boiled di Chandler e di Scerbanenco letto da ragazzino, i film di Hitchcock e anche l'horror televisivo di Belfagor e del Segno del Comando, quando ancora la fiction si chiama "sceneggiato televisivo".

Smocovich- Dall'interesse che ho verso il lato oscuro della mente. Leggo molta saggistica in realtà e poca narrativa. Mi nutro sostanzialmente di saggi che trattano argomenti che hanno a che fare con il comportamento umano che trovo sempre piu spesso bestiale più che animale. Per fare una battuta posso dire che sono un misantropo socievole, leggere di criminali e persone turbate psicologicamente mi fa apprezzare molto di più l'umanità che incontro giornalmente. Il noir riesce a scandagliare la parte oscura della realtà, ci accompagna nei vicoli bui della mente umana e dei suoi comportamenti in campo sociale.

Ormai noir è un termine abusato: giorni fa alla presentazione di un libro della simpatica Margherita Oggero (quella dei libri della profia torinese interpretati in tv da Veronica Pivetti) e la presentatrice gli ha definiti noir (cosa che certo non sono...), la tua definizione di noir?

Lucarelli - Non ce l'ho più e devo rielaborarne una più moderna. Una volta avrei parlato di mistero, di metà oscura delle cose, di atmosfera disperata, di tensione, inquietudine e contraddizione. Adesso sento che mi mancano alcune cose.

Mentre tu Mauro dovresti avercela, visto che sei reduce dal DizioNoir…

Smocovich- Senza voler riscrivere qui il DizioNoir, penso che il noir sia uno stato mentale. Il noir è un'atmosfera, uno stato d'animo. Tecnicamente il termine è stato usato per la prima volta in Francia per definire alcuni film americani poi si è evoluto e ampliato, è approdato alla prestigiosa Serie Noire della Gallimard e ha seguito un suo percorso. Ma anche in Francia con noir si può parlare di romanzi di fine ottocento o di hardboiled, in realtà il noir che noi definiamo francese lì lo chiamano NeoPolar. In realtà il termine noir è usato in maniera diversa nei vari Paesi. Ultimamente in Italia è usato molto. In Francia se dicono "noir" è come dire "nero" in Italia. Sembra scontato e banale ma non lo è, perché se dico "romanzo nero" in Italia (cosa che tra l'altro esiste anche qui dalla fine dell'800) non ho lo stesso effetto se dico "romanzo noir" (sarà che fa più chic?). Il noir dovrebbe vedere le cose dal punto di vista di chi cade nell'abisso senza riscatto, è il punto di vista di Caino, un viaggio nei meandri della mente, con atmosfere cupe, vicoli bui, strade bagnate dalla pioggia, sporcizia, degrado, i personaggi non sono mai nettamente dalla parte del bene o del male, tutto è sporcato dall'oscurità. La scrittura e la critica italiana spesso paragonano quel che c'è in Italia con quello che c'è all'estero e questo va bene se non ci si sente costantemente minori o in difetto. Gli appassionati di James Ellroy e di Leo Malet o Manchette o Izzo, si lamentano spesso di non ritrovare in Italia quel tipo di noir... ma perché in Italia non possiamo goderci tranquillamente i nostri Carlotto, Lucarelli, De Cataldo? In Italia il fenomeno del noir è completamente diverso da quello estero. Se mi piace Ellroy non è detto che Carlotto debba scrivere come Ellroy, leggerò Ellroy e leggerò Carlotto apprezzando le loro caratteristiche. Almeno io la penso così. Noir in Italia è l'etichetta di una maglietta scura che viene passata da uno scrittore all'altro e nell'uso e nel lavaggio in lavatrice è rimasta attaccata sul vestito che nel frattempo ha mischiato il suo colore con il colore degli altri capi. Come è successo con il termine Giallo (tra l'altro prettamente italiano) il termine Noir in Italia è stato modellato come plastilina e si è commistionato ad altri generi letterari. Per me è una buona cosa per altri forse no.

Chiudiamo con Carlo: hai scritto il soggetto della storia di Dylan Dog La strada verso il nulla (n.153, sceneggiatura di Tiziano Sclavi creatore del personaggio, disegni di Giovanni Freghieri NdR), ma non la sceneggiatura: come mai? Perché una sceneggiatura e' diversa da un romanzo? Se non sbaglio, esiste un tuo soggetto di Dylan ancora inedito: su un vampiro o un altro essere soprannaturale mi sembra…

Lucarelli- Ho scritto solo il soggetto perché per me scrivere sceneggiature per fumetto non è per niente facile (come di solito sembra a chi non le fa). Avevo scritto il soggetto, poi ci stavo mettendo tanto tempo a fare il resto che Sclavi mi ha telefonato e mi ha detto "ti dispiace se la faccio io?". Per me è stato un onore ed è venuta sicuramente meglio di come l'avrei potuta fare io. C'è un altro soggetto, infatti, ma non parlava di un vampiro. Era la storia di un Angelo della Morte che esce da una chiesa della Normandia (dove c'è una statua così) e poi... altro non dico perché spero che qualcuno faccia la sceneggiatura.

BOX VARI

Carlo Lucarelli

Nato a Parma nel 1960 e residente a Mordano (BO). Il suo primo romanzo è il giallo Carta bianca, del 1990, nel quale fa il suo esordio il commissario De Luca, poi protagonista di quattro film tv.

In breve tempo diventa uno dei più affermati scrittori italiani di gialli (anzi di noir, vedi intervista), creando personaggi come il sovraintendente Coliandro (creato nei primi anni Novanta, il suo romanzo di debutto è Falange armata), destinato ad apparire anche nei fumetti e in televisione, con due miniserie tv firmate dai Manetti Bros.

Coliandro, poliziotto che vuole fare Clint Eastwood ma non lo è, che perde anche quando vince e vince perdendo, è un personaggio tipicamente italiano.

Importante anche la serie con l'ispettore Grazia Negro, che appare in Almost Blue (1997), uno dei suoi libri migliori.

Dal 1998 Lucarelli diventa conduttore televisivo (Blu notte - Misteri Italiani) e la sua immagine nerovestita diventa una autentica icona, parodiata da Fabio De Luigi.

Di recente è uscito il romanzo L'ottava vibrazione (Einaudi) ambientato a fine Ottocento nell'Eritrea colonia italiana, poco prima della celebre disfatta di Adua.

Mauro Smocovich

Pescara, 1966. Scrittore e saggista. Curatore della rivista telematica ThrillerMagazine.it, dei DizioNoir (enciclopedie riguardanti il noir e il thriller editi dalla Delos Books), i siti e i blog ufficiali di Carlo Lucarelli e Valerio Varesi. Ha scritto un romanzo e diversi racconti rintracciabili su internet. Con Sacha Rosel ha fondato il sito I pinguini nel sottoscala (ipinguini.com). Ha partecipato alle antologie Borsalino (Robin) e Generazioni (L'Ancora del Mediterraneo).

Trovate gli autori su:

http://www.carlolucarelli.net

http://www.carlolucarelli.splinder.com

http://www.maurosmocovich.splinder.com

http://www.giuseppedibernardo.splinder.com

Mentre Cornelio (con anche succose anteprime) è qui:

http://wwwcornelio.biz

http://www.starcomics.com/cornelio

E Vanessa:

http://myspace.com/ragninellatesta