Sequenza in nero

Lucia attraversa il parco, sorridendo. Ripensa alla sera precedente e il cuore le batte forte nel petto. Infila la mano in tasca e stringe il suo tesoro. Poi, sempre dalla tasca, estrae un fazzoletto e si soffia il naso.

Mario chiude il giornale e scruta con attenzione la gente attorno a sé. Gli è sempre piaciuto leggere il giornale al parco. Leggere di gente, in mezzo alla gente. Serve per alleviare la solitudine della vedovanza e dei figli indifferenti. Lo sguardo si posa su una ragazza che passa veloce: è alta e ben fatta, sul viso un sorriso beato. La vede infilare la mano in tasca, estrarre un fazzoletto. Ma non si accorge che, nella foga del gesto, un fogliettino a quadretti cade sul selciato. Mario si alza a fatica e, lentamente, si china e raccoglie il foglietto: sopra, numeri scarabocchiati velocemente. Cerca con lo sguardo la ragazza, ma è già scomparsa. Luigi si gratta il mento, pensieroso. La tabaccheria è vuota, gli affari languono.  La gente fuma di meno, e anche il gioco del lotto e del super enalotto, ha registrato un calo preoccupante.

 “La gente non sogna nemmeno più”, pensa Luigi sconsolato. Poi la porta si apre e un vecchietto dall'aspetto curato, entra nel locale. Gli porge un foglietto spiegazzato con dei numeri. Dice che l'ha trovato e che vuol tentare la fortuna.

Un sorriso amaro piega la bocca di Luigi. Come sempre, i fatti lo smentiscono: qualcuno che sogna ancora c'è. Effettua la giocata del vecchio, appoggia la ricevuta sul banco e prende una banconota dalle sue mani. Quando alza di nuovo lo sguardo, vede la porta socchiudersi. Il vecchio è uscito, dimenticando di ritirare la ricevuta.

 

Cristian posa lo sguardo sulla ragazza addormenta al suo fianco. Gli ha appena detto che aspetta un bimbo e Cristian ha il cuore colmo di malessere. Si sente giovane ancora, troppo, e per niente pronto a trafficare con pannolini e biberon. Non è nemmeno sicuro di amarla, la sua ragazza.  Ripensa alla sera precedente, quando, in quel locale fuori Roma, ha rimorchiato una ragazza abbastanza alticcia.  Un tipo piacevole, anche se sembrava uscita da una cartolina d'epoca, con quei mutandoni bianchi e il reggiseno a fiorellini. Comunque, la sveltina nel bagno era stata piacevole Lei gli aveva chiesto anche il numero del cellulare, con chissà quali idee in testa.  Lui aveva sparato dei numeri, a caso, ghignando mentre lei, con mano tremante, scarabocchiava i numeri su un foglio. Cristian guarda di nuovo la ragazza che dorme. Si alza lentamente e senza far rumore si veste. Poi se ne va.

Mario è seduto in poltrona, lo sguardo fisso al televisore. Una mora dalla voce incolore annuncia i numeri estratti. Quando capisce che quei numeri, sono i suoi numeri, avverte una fitta atroce al petto. Si accascia sullo schienale, mentre sente la porta aprirsi. Gli pare di avvertire la voce di suo figlio. Pensa con sarcasmo che è venuto a chiedergli altri soldi.  Cristian lo vede e gli si fa vicino. Strilla un “che cazzo hai?” e poi si affanna maldestramente attorno a lui. Mario, con fatica, indica la schermata del televisore. Prova a bofonchiare alcune parole, ma non riesce, poi la testa si abbandona sul petto.

 

Lucia guarda suo padre, spaventata. E' bianco e grigio allo stesso tempo, gli occhi fuori dalle orbite.

Sta farfugliando di un vecchio e di una ricevuta dimenticata. Grida un “siamo ricchi”, poi, nella foga, inciampa e cade, sbattendo la testa. Una macchia di sangue si allarga sul tappeto. Lucia si fa coraggio e si avvicina. Tasta il polso di Luigi: non c'è più vita. Prende con delicatezza la ricevuta dalle mani del padre, poi alza gli occhi sullo schermo del televisore. Quando capisce quello che suo padre intendeva, sente una lacrima scivolarle sulla guancia. E' rimasta sola, con una fortuna immensa.

Pensa a suo padre, al ragazzo della sera prima e al numero di telefono che stupidamente ha perso.

Piange.

Poi ride.

Finalmente, potrà comperarsi della biancheria intima come si deve.