Dov'è Alda

L'aula Odeion della facoltà di scienze umanistiche della Sapienza è gremita di studenti universitari, giornalisti, appassionati di letteratura e semplici curiosi. Tutti aspettano l'inizio del secondo round del convegno sul genere noir. E' il momento di Alda. Si attende con trepidazione il suo intervento.

 

Ma i minuti scorrono e la Teodorani non si vede.

Contromossa degli organizzatori: distrarre il pubblico per evitare un flop che avrebbe un'immediata eco sui media. Marcello Baraghini e Marco Troppa improvvisano un'improbabile relazione sulla contaminazione tra noir e rosa con sfumature di giallo nella letteratura di fine Ottocento.

Dopo circa due ore il pubblico comincia a manifestare segni d'insofferenza.

Piovono insulti, ortaggi di tutte le specie e persino qualche allusivo volume Io uccido di Giorgio Faletti.

Con una mossa a sorpresa Antonio Tentori annuncia al microfono: "Alda mi ha chiamato un attimo fa. Ha avuto un guasto alla macchina ma ci raggiungerà tra poco".

"Rettifico l'affermazione dell'amico" precisa Ivo Scanner, "la collega ha perso il tram, ma appena ne passa un altro sarà dei nostri".

"No, no" fa Giovanni Buzi, "Alda non ha la patente di guida e odia gli autobus. So per certo che sta venendo a piedi...".

"E' inutile inventare scuse pietose" osserva Sergio Fanucci, "diciamo pure che il dobermann di Alda ha avuto un improvviso attacco di diarrea e ha sporcato la moquette di casa...".

"Alda non possiede un cane ma un gatto nero stitico con gli occhi strabici"

lo interrompe Dario Argento.

"Vi confondete entrambi" obbietta Elena Stancanelli, "lei vive insieme a un pitone del Guaranà con problemi di flatulenza intestinale ed emorroidi...".

Nel bel mezzo della discussione una specie di donna cannone si alza dalle prime file. E' un armadio: gambe e braccia come tronchi, collo taurino, 300 chili di muscoli e lardo. Con un gesto deciso strappa il microfono alla Stancanelli.

"Tutte puttanate", grida. "Ve lo dico io che fine ha fatto Alda.

Stamattina mi sono presentata a casa sua travestita da postina. "Tesoro" le faccio chiudendomi la porta dietro, "tu per me sei un mito, una dea, una diva.

Ti prego, insegnami a scrivere storie noir. Lei ride e risponde: "no, scusa, ripassa un'altra volta, adesso sono impegnata". "Perché, cos'hai da fare?".

"Un mucchio di cose". "Tipo?". "Lavare i piatti, pulire la moquette sporca di merda del cane, portare il gatto dall'oculista, dare il maalox al pitone...

Senti, ne riparliamo più tardi".

A quel punto - non sembra ma sono un tipo un poco irritabile e soffro di un languore nervoso - non ci ho visto più dalla fame. L'ho tramortita con un cazzotto e me la sono mangiata" Si segna la pancia.

"Beh, ecco dov'è Alda".

Gelo. Sudori freddi. Cauto brusio in sala. Commenti di ogni genere. Un delitto efferato. Una morte tragica. Bufala da mitomane. Scherzo di pessimo gusto.

L'ennesima trovata degli organizzatori per ravvivare la serata. Intanto l'Ansa batte già la notizia: "la Teodorani mangiata viva da un'ammiratrice cannibale".

E invece proprio in quel momento Alda entra in sala. Si scusa per il ritardo, viene direttamente da un reading a Bologna. Scroscio liberatorio di applausi.

Un istante più tardi un manipolo di poliziotti si porta via la donna cannone.

 

Dopo il tanto sospirato intervento il convegno si conclude felicemente.

"Alda, si fa una bella pizza a trastevere come ai vecchi tempi?" chiede Ivo Scanner.

Lei armeggia con il cellulare.

"Aggiudicato, ma prima fammi sentire come sta il pitone. Strano: è da stamattina che la domestica non risponde al telefono. Che le sia accaduto qualcosa di grave?".