Si è svolto sabato 20 settembre 2008 a Modena, all'interno del Festival Filosofia sulla fantasia, il gioco di ruolo dal vivo La materia di cui sono fatti i sogni. L'evento è nato da una collaborazione fra Club TreEmme e Flying Circus.

Ecco l'introduzione dell'evento, così come riportata sui programmi del Festival:

Cosa ha a che fare la misteriosa sparizione di un ricercatore dei giorni nostri con la pubblicazione nel 1745 del trattato "Della forza della fantasia umana" da parte di Ludovico Antonio Muratori? Perché Piazza della Pomposa a Modena diventa, nel cuore della notte, il centro di molteplici interessi e vicende apparentemente scollegate tra loro? Cosa spinge individui diversi a essere turbati dai medesimi sogni? Sarete voi a rispondere a queste domande con il gioco di ruolo dal vivo "La materia di cui sono fatti i sogni". Partecipate nei panni dei personaggi della storia, interagite con gli altri giocatori e con le comparse sparpagliate in mezzo alla folla, e provate a dipanare il mistero... o a farne parte. Durata: 1 ora e mezza circa. Inizio ore 21, replica alle ore 23. Partecipazione gratuita a numero chiuso, necessaria la prenotazione. Il gioco è riservato a partecipanti maggiorenni.

La specifica sui partecipanti maggiorenni non era motivata da contenuti particolarmente scabrosi, ma dalla semplice accortezza di mettere in chiaro fin da subito che non si trattava di un gioco per bambini (anche perché il Festival presenta già attività rivolte ai più piccoli e non era davvero il caso di creare fraintendimenti).

Il gioco è un giallo, che i partecipanti devono cercare di risolvere. Nei dintorni della piazza erano disseminati dieci attori, ognuno dei quali interpretava un testimone e possibile indiziato del crimine.

I partecipanti interrogano uno dei testimoni
I partecipanti interrogano uno dei testimoni
I partecipanti dovevano dunque passeggiare per la piazza, interrogare i personaggi e cercare di ricostruire i retroscena della storia. Ogni partecipante riceveva una scheda contenente l'elenco dei personaggi, una mappa della piazza che riporta la loro collocazione, l'antefatto della vicenda e una semplice "identità fittizia" anche per i partecipanti stessi (poliziotto in incognito, appassionato di libri antichi, ecc.). Il gioco infatti era a "soglia variabile" e permetteva sia di fare unicamente il solutore enigmistico, sia di inserirsi nella storia con un proprio personaggio e divertirsi a interpretarlo per interagire con i dieci testimoni e con gli altri partecipanti, a seconda del tipo di esperienza che si desiderava vivere.

La storia, scritta per l'occasione da Lorenzo Trenti, ruotava attorno alla morte misteriosa di Manlio Casarosa, un collezionista di libri antichi, e rifacendosi allo stile dei gialli di John Dickson Carr presentava diversi eventi apparentemente sovrannaturali (sogni profetici, maledizioni, coincidenze) che poi si rivelavano avere una spiegazione perfettamente razionale. La storia si legava dunque a doppio filo con il trattato Della forza della fantasia umana di Muratori, scelto per questo scenario per ragioni tematiche (il Festival era appunto "sulla fantasia") e geografiche (la Pomposa è il luogo in cui Ludovico Antonio Muratori visse, lavorò e fu sepolto); nel trattato, l'autore riconduce eventi ritenuti sovrannaturali a mere manifestazioni della psicologia umana e del potere dell'uomo di autosuggestionarsi.

Entrambe le sessioni hanno riscosso il gradimento dei partecipanti, quasi tutti a contatto per la prima volta in assoluto con un gioco di ruolo.

I detective si riuniscono per le accuse finali
I detective si riuniscono per le accuse finali
La prima ha visto 25 partecipanti su 28 iscritti e la seconda 29 iscritti e partecipanti; la fascia d'età è stata molto varia nel primo turno (uniformemente distribuita fra i 19 e i 66 anni), con invece una "forbice" meno accentuata nel secondo (dai 18 ai 45, ma con una netta prevalenza di trentenni). La provenienza geografica è stata delle più varie, con indicativamente metà dei partecipanti di Modena e provincia e l'altra metà del resto d'Italia (da Milano a Ravenna, con una giocatrice addirittura dell'Uruguay!). Il gioco ha anche attirato l'attenzione dei passanti incuriositi e di chi frequentava i locali della zona, ivi compreso lo stand "fantachic" dell'Associazione La Pomposa (che ha gentilmente curato anche le prenotazioni), in uno sforzo comune per animare di vita questa piazza un po' laterale.

I complimenti dei partecipanti alla qualità degli interpreti e al format del gioco sono stati ovviamente molto apprezzati; ciononostante, come da tradizione del Flying Circus, gli autori hanno chiesto quali punti potevano essere migliorati.

Regista e interpreti alle prese con le ricostruzioni del "caso".
Regista e interpreti alle prese con le ricostruzioni del "caso".
È stato osservato da alcuni che la durata di 90 minuti esatti era troppo lunga per permettere di partecipare agli eventi successivi del Festival (ma c'è da dire che il tempo di svolgimento del gioco era chiaramente sul programma), da altri che era troppo corta per permettere di godersi un'interazione con i personaggi e immergersi nella storia. Una soluzione potrebbe essere quella di rendere l'intreccio un po' più semplice e permettere quindi di concentrarsi di meno sugli indizi in senso stretto e di più sull'interpretazione.

Una menzione infine (e un ringraziamento) a chi ha partecipato all'organizzazione: ai "giocattori" Elena Zanzi, Raffaele Manzo, Andrea Cupido, Benedetta Scansani, Michele Bellinzona, Maurizio Corsaro, Federico Di Dio, Nicola Ferrari, Erminio Serio e Francesco Iori e al segretario factotum Glauco Babini; e, ovviamente, al Festival Filosofia che ha accettato questa proposta quasi a scatola chiusa. In Italia ci sono molte realtà che cercano di proporre il gioco come cultura, e vedere un un gioco di ruolo inserito nel programma di una delle più importanti manifestazioni italiane lascia sperare che altri possano seguire questo esempio.