Massimo Mongai, giornalista, autore teatrale, radiofonico e cinematografico, scrittore di gialli e fantascienza, ha ideato una nuova iniziativa. Lo Scrittore dal vivo” è il nome. Si tratta di uno spettacolo, corso o performance difficile da definire, finora rappresentato o realizzato, scegliete voi i termini, in diverse occasioni a Roma, al Teatro Sala1, presso la libreria Rinascita in via Alpino, in occasione della Notte Bianca della XI circoscrizione ed altrove. Le due prossime occasione in cui assistere saranno il 29 Settembre a Passione per il delitto a Villa Greppi Monticello Brianza  in provincia di Lecco, ed il 2 Ottobre a Pontedera, in occasione di Libri al Sole.

 

Gli chiediamo in cosa consiste questa iniziativa.

Presto detto. Entro in sala, saluto il pubblico e spiego di che si tratta. Dopo di che distribuisco una “scheda del personaggio” da me elaborata sulla base di schede simili molto diffuse fra gli sceneggiatori cinematografici. Si tratta di una scheda con dei riquadri da riempire: nome e cognome del personaggio, età, studi, guadagni, punto di vista sulla vita e così via, per un totale di 20 diversi riquadri, anche se quelli che contano davvero sono una decina.

Ma cosa devono scrivere gli spettatori?

Letteralmente quello che vogliono, quel che gli passa per la testa. Spesso lascio loro una scheda vuota e gli dico: adesso riempitela descrivendo voi stessi! La scheda è solo no strumento facile e comprensibile per avere degli “scheletri” di personaggi da ricoprire poi con carne, vestiti e personalità. Ma nell’interazione con gli altri questo accade facilmente.

Poi?

Dopo una decina di minuti raccolgo tutte le schede e ne scelgo del tutto a caso un decina. Le attacco con uno scotch su un tabellone di compensato montato su un treppiedi vicino a me e comincio ad interagire con il pubblico, spiegano cosa è secondo me un giallo o un noir.

Ah, ecco, visto che lo sai diccelo!

In realtà è presto detto: in un giallo c’è una vittima, un assassino ed un indagatore, alla fine l’assassino è scoperto e punito, l’ordine sociale è ricostituito e tutti tranne l’assassino e la vittima sono contenti; nel noir succedono le stesse cose, solo che sono tutti più tristi. E’ un po’ tagliato con l’accetta ma è così. Comunque quel che conta è che io voglio scrivere con il pubblico una scaletta ed alcune pagine di una storia gialla di tipo classico, con un normale intreccio a “triangolo” come dice Narcejac. Se strada facendo appaiono sfumature noir, nessun problema.

Ma tu materialmente scrivi la storia?

Assolutamente sì! Il bello è proprio questo, In sala c’è sempre uno schermo collegato con il mio computer e man mano che scrivo il pubblico vede quello che scrivo, interagisce, mi aiuta. La parte più divertente e quasi magica è quando si decide il titolo.

Spiegati meglio.

Beh, un bel titolo è essenziale ad un romanzo, tanto quanto un buon incipit o una buona struttura o una idea originale. Nel presentare i personaggi, nel descriverli a tutti, sottolineo come fra loro ci dovranno essere i tre del triangolo vittima-assassino-indagatore.

Di nuovo scegliamo a caso i tre e a questo punto forziamo le situazioni ed i personaggi, sempre in interazione con tutti i presenti, finché tutto non comincia a quadrare. Nel corso di questo sforzo, io dico che ci serve il titolo e che tutti comincino a pensarci. Alla fine dopo diversi tentativi, il titolo perfetto letteralmente prorompe! Non scherzo. Ad un certo punto, di rimbalzo da una testa all’altra, da una frase ad un’altra esce il titolo che si adatta perfettamente al romanzo. A quel punto io sottolineo come ormai sappiano cosa stiamo scrivendo. La nostra storia ha un nome.

E poi scrivi? Lì davanti al pubblico? Cioè, materialmente cosa fai?

Mi siedo al computer e scrivo. E di tanto in tanto mi fermo e chiedo se va bene.

Ma quanto scrivi?

Non molto, certo. Mediamente tre paginette, la prima, una intermedia e l’ultima.

Qual è il senso di tutto questo? Un corso ultraconcentrato?

Volendo. In effetti nei miei corsi uso quelle schede. E altre. Ma io preferisco considerare lo SdV una performance- spettacolo.

Ecco, questa mi mancava. Spiegati.

E’ una performance artistica ed uno spettacolo al tempo stesso. E’ fruibile come uno spettacolo, se non si vuol partecipare a qualunque titolo, ed è anche una performance, nel senso classico del termine, di espressione di una volontà comunicazionale di un autore.

Sembra anche un po’ un esibizionismo, un far vedere che sei bravo...

Non credo ci sia un solo scrittore che non possa NON essere definito esibizionista. Se non lo sei, non scrivi. Ma in questa performance c’è una volontà precisa: far capire al pubblico quali sono i meccanismi di base del giallo; far capire anche come si possa usare questa conoscenza per rileggere la realtà; e infine ricavarne stimoli, idee, io stesso uno maggiore comprensione del mio lavoro. Per lo meno io ci credo e ci provo. Inoltre ci sono cose che voglio capire meglio.

Che tipo di cose?

L’enorme successo del giallo-noir degli ultimi 10 anni. E’ veramente enorme, ed è troppo ed immotivato sinora.

Immotivato? Molti ne danno molte spiegazioni, e tutte valide.

Appunto. Troppe e forse valide o sentite tali, ma in realtà vaghe, abbastanza ripetitive e per me non convincenti. Che si riassumono tutte, alla fine, nel concetto “specchio della società”. Non basta più, secondo me. E voglio saperne di più, lavorando con il pubblico.

Lo spettacolo sarà proposto nelle manifestazioni di:

La passione per il delitto in data 29 Settembre 2008 a Villa Greppi Monticello Brianza (LC)

Libri al sole a Pontedera in data 2 Ottobre 2008 presso la sala riunioni del Museo Piaggio