Mi è venuto un colpo… 

Appena ho visto I colpevoli hanno paura di James Hadley Chase, Mondadori 2008, mi è venuto un colpo e la memoria è ritornata agli anni cinquanta quando, sugli undici-dodici anni, mi imbattei per la prima volta in questo bel romanzo poliziesco all’interno della “bottega” del giornalaio di Staggia in cui c’era spazio anche per libri di vario genere, soprattutto gialli. Il desiderio vinse la paura. Lo presi e lo infilai all’interno dei pantaloni coperto da una lunga maglietta. Poi, con il cuore che mi batteva a mille (e mi immagino anche con la faccia sbiancata), uscii veloce respirando a pieni polmoni. A mia parziale discolpa posso dire che a quei tempi non avevo mai una lira in tasca e che spesso (non sempre) riportavo il maltolto nella sua giusta collocazione. Senza che il giornalaio si accorgesse di niente. O forse chiudeva un occhio… (quando è morto ho pregato intensamente per lui).

Questa volta l’ho preso e l’ho pagato. E l’ho riletto, per ritrovarvi qualche brivido dell’adolescenza. “Jack Sheppey, investigatore privato di San Francisco, finisce ammazzato in una cabina sulla spiaggia di Saint Raphael City, un’opulenta città sulla costa del Pacifico. Da quel momento, il suo socio e amico Lew Brandon ha un’unica ossessione: scovare l’assassino ad ogni costo…”.

Caccia non facile perché ci sono di mezzo diversi ostacoli: il miliardario Lee Creedy con il suo scagnozzo Hertz e il capitano della polizia Katchen che non vuole investigatori privati fra i piedi. L’ultima volta che è stato visto Jack Sheppey (ucciso, aggiungo, con un rampone di ghiaccio) era con una bella ragazza scura di capelli. Naturalmente, come in un giallo che si rispetti, farà la stessa fine di Jack. Interessante il ritrovamento di una busta di fiammiferi con l’indicazione di un famoso club. In più su ogni fiammifero c’è una sfilza di numeri. Perché i fiammiferi sono numerati? E perché i fiammiferi vengono rubati e sostituiti con altri privi di numerazione? E dove verranno in seguito trovati questi fiammiferi? (e qui finisco per non rendermi odioso).

Naturalmente non manca il solito incontro con la solita gnocca di turno, in questo caso la figlia del miliardario, che si conclude nel solito letto. Risparmiate le solite evoluzioni sessuali.

E non manca il sospetto che si aggiunge al sospetto, stanze buttate all’aria e l’azione con salite vertiginose sui cornicioni, incontri con morti ammazzati (e c’è il solito gatto), sparatorie, scazzottate e botte da orbi. Parte delle quali finiscono sulla faccia (non solo) del  nostro eroe solitario. Che però combatte e non demorde fino alla resa finale. Allora mi entusiasmò. Oggi, con tutto quello che ho letto, fa un po’ sorridere.