Prima tappa di questo viaggio nella rete di internet Milano. O meglio Milanonera di Paolo Roversi. Ho conosciuto Paolo attraverso il suo libro Niente baci alla francese. Scrissi una recensione per Sherlock Magazine e me la ritrovai nel suo blog. Gli era piaciuto il fatto che consigliassi il suo libro frizzante come digestivo dopo una scorpacciata di Mallopponi. Poi è nato il blog di cui stiamo parlando ed io ho avuto il privilegio di tenervi la rubrica Il Re è morto in cui tratto di gialli e scacchi, ovvero di gialli (intesi in senso lato) in cui abbiano una parte più o meno rilevante gli scacchi. Ma di me basta e avanza.

Passo alle altre rubriche in ordine di apparizione nel blog:

Fabio Fracas Lo spazio nero.

Cristiano Governa La camera oscura

Stefano Di Marino La notte ci appartiene

Valeria Palombo WW Dirottamenti

Adele Marini Investigalibro

Paolo Roversi MilanoNera

Mi piace questo Fracasse (staggese) di Lo spazio nero perché è saggio ed è partito basso pensando a questa rubrica come un “luogo del dubbio creativo, del confronto costruttivo, del dialogo aperto e innovatore” senza porsi obiettivi troppo ambiziosi. Si parla di letteratura, di classici, del concetto di capolavoro, di semeiotica, di creatività, di pause di riflessione, ma anche di incontri culturali contornati di sane bevute e floride spaghettate, che sennò si cade troppo ni sofisti’o. La rubrica è molto seguita. Bravo Fracasse!

Su Cristiano Governa e La camera oscura ho poco da dire. Sia perché gli interventi sono limitati, sia perché in questo campo, cioè nel campo del cinema horror (mi pare di avere capito) sono un perfetto iggnorantone (con due “g”). Spero, leggendo i suoi articoli, di colmare in parte questo oceano di lacuna.

Solluccherante (di mia invenzione) La notte ci appartiene di Stefano Di Marino, uno scrittore che sto conoscendo e apprezzando (altrimenti ti spara) da poco tempo. Anche se il mio humus culturale (tanto pe’ fa’ vede’ che ho studiato)  è diverso. Gli interventi si basano spesso su una storia personale variegata e interessante (si è dovuto servire anche di diversi pseudonimi per il suo lavoro) che ripercorre la nascita del Nero in Italia e cerca di ricavarne il suo significato più profondo. Nei ricordi. E’ nei ricordi che sta l’anima del Nero. Importante, per lui, il thriller d’azione che ha preso piede qui da noi solo dopo gli anni ottanta.

Paolo Roversi
Paolo Roversi
Suo motto “La notte ci appartiene. Riprendiamola e raccontiamola”. Sì, però, ragazzi, lasciamola raccontare a chi la sa raccontare che sennò mi ci metto anch’io…

Bellina (detta alla toscana) questa WW Dirottamenti di Valeria Palumbo in cui si trovano “storie, curiosità e novità pescate da libri, film, spettacoli, siti, rassegna d’arte e iniziative insolite che abbiano a che fare con le donne”. A me m’è sempre garbato legge’ di donne (tengo pure in T.M. una rubrica sulle “Detective lady) e ancora di più se scritto da donne. In genere sono fini, eleganti ironiche, sottili. Sempre intelligenti (ho esagerato?). Ci si trova davvero di tutto. Dall’intifada alla misoginia degli antichi greci, dall’omosessualità (vedi Highsmith e Meaker) al problema della vita negli embrioni, dalla Belle Epoque al nudo in Cina, tanto per darvi un’idea. Una signora (è proprio il caso di dire) rubrica.

Un’altra rappresentante del gentil sesso Adele Marini, per la precisione, cura Investigalibro, praticamente una “piccola stanza di quel grande teatro noir che è la pura e semplice realtà di tutti i giorni”. Insomma un viaggetto su ciò che ci gira intorno attraverso libri e notizie. Tutte cosette piacevoli: crimini finanziari, la giustizia nei salotti televisivi, storie di amanti assassine, le mani sporche dei politici, i complotti, le stragi, il famoso ’68 (e qui mi è venuto un luccicone…) e così via. Tanto per gradire.

Chiudo il discorso delle rubriche con Milanonera di Paolo Roversi che ci informa sulla nascita di Milanonera press web, un giornale gratuito, completamente a colori distribuito in tutte le librerie d’Italia con maggiore presenza alla Feltrinelli, dedicato alla letteratura gialla e noir con firme prestigiose, recensioni, interviste, racconti e rubriche varie.

Poi ci sono le recensioni.

Tante, ma tante tante. E devo dire non sempre scontate che anzi diverse volte creano scontri e discussioni. Sempre nei limiti del rispetto, si capisce.

E poi le interviste e gli scrittori visti da vicino. Ora se a me fa impressione solo a vederli da lontano figuriamoci… Ma insomma, ci si abitua a tutto. Chi la fa da padrona è Ambretta Sampietro (con la quale ho avuto uno scambio di idee. Un saluto) che è come il prezzemolo. In do’ vai e in do’ la trovi. Sempre pronta a scuriosare, a chiedere, a rilanciare. Con una costanza che fa impressione.

Io, piccinini santi, e un ce l’ho coll’interviste in se stesse. Se ci so’ ce l’avranno pure una loro ragione d’essici. Se in questo mondo c’è i Carderoli e ci sarà posto anche pe’ loro. Un vedo i’ problema. Io ce l’ho, l’avrò detto mille vorte, coll’urtima ingenua e nello stesso tempo sciagurata domanda posta a i’ fameli’o autore “O i che tu c’hai ni cassetto?” che è come chiede’ a’ i’ Berlusca se gli dà noia la Magistratura o a’ i’ Dipietro se gli dà noia i’Berlusca. La risposta l’è scontata (fiorentinismo che un c’entra nulla co’ lo staggese). Io in vita mia, che ora gli è anche abbastanza lunga, unn’ho ma’ visto voto un cassetto d’un autore quarsiasi, anche di più scarcinato. State pur certi che i su’ cassetti so’ com’i pozzo di San Patrizio, e so’ tutti pieni di roba e un finiscano mai: racconti, poesie, romanzi da dà a’ maiali. Ecco, diamoli a’ maiali. Insieme a’ miei si ‘apisce che mi’a voglio esse’ i’ più furbo.

Insomma, per ritornare all’italiano. Lasciamo stare i cassetti. Anzi, chiudiamoli a chiave. E meglio ancora sarebbe dargli fuoco (non fate quella faccia che sto esagerando apposta).

Un difetto di questo blog? C’è un po’ di sovrapposizione tra le interviste e questi benedetti scrittori visti da vicino. Se poi ci si aggiunge anche qualche scrittore in pillole (ma quanti scrittori ci sono in giro?) e la parola agli editori…Voglio dire che un piatto di pastasciutta va bene (e ho scelto la pastasciutta…) ma sempre sempre un po’ di rigetto te lo fa venire.

Però a me questo blogghe mi garba. E’ aperto, libero, spigliato, pieno di colori (anche se nero…), di vivacità intellettuale. Bella la grafica e l’iconografia. Sarò pure di parte ma mi garba parecchio. E allora bravo Paolino!