Quando Ben Affleck non fa il ganzo in uno spot dove gironzola con un “contaocchiate” femminili in mano (salvo poi perdere alla grande con il ragazzo dell’ascensore che ne ha “contati” più di lui assai tutto merito di un deodorante…), quando non fa il ganzo si diceva, allora esordisce alla regia con questo Gone Baby Gone, adattamento, giacché suo è anche lo script, di un romanzo di Dennis Lehane (del quale si ricorderà La morte non dimentica ossia Mystic River portato sullo schermo da Clint Eastwood).

Quartiere suburra quello di Dorchester, Boston, dove una bambina di quattro anni scompare e la zia, giacché la madre tossica è alquanto scioperata, chiede aiuto a due detective privati, Patrick Kenzie (Casey Affleck, fratello di Ben e già eccelso protagonista di L'uccisione di Jessie James per mano del codardo Robert Ford e già protagonista di L'uccisione di ) e la sua compagna Angela Gennaro (Michelle Morghan). I due iniziano a collaborare con due detective, stavolta della polizia, Remy Broussard (Ed Harris) e Nick Poole (John Ashton) fino a venire a capo della faccenda che come in ogni thriller che si rispetti è tutt’altro da come la si immaginava.

La struttura è quella della “discesa agli inferi” con tutti gli annessi e connessi, il che vuol dire che chi avrà la fortuna di tornare sano e salvo dal viaggio, non sarà più quello che era quando era partito.

Per quanto il film sconti qualche debolezza nella sceneggiatura che al primo giro di boa lascia credere che la storia sia finita e il caso risolto salvo ripartire subito dopo, senza peraltro riservare grandi sorprese, fermo restando ciò, è quasi impossibile non cedere al fascino di una pellicola capace di nutrirsi grazie di temi alti se non altissimi. A parte quello dell’infanzia violata, tema questo ampiamente condiviso con il film di Eastwood, a colpire è in particolare lo squallore morale dei luoghi nei quali Affleck regista sprofonda i suoi personaggi (luoghi tra l’altro che ben conosce perché vi è nato…), personaggi tutti luce ed ombre, tutti ad un passo dal perdersi per sempre. Soltanto ad uno di essi Affleck concederà un dono, quello di un codice morale così intangibile da renderlo assai più forte del più saggio del buon senso.

Applicato alle umane vicende con la sincera volontà di fare del bene, ci si renderà conto con sgomento che forse non era la cosa migliore da fare…

Chapeau alla mestizia che abbonda nel film, al cast intero che dà tutto quello che può, e infine ad una coppia di detective in fin dei conti originale.