Con il mese di aprile e l'arrivo della primavera la nostra rubrica spinge i suoi confini oltre a quelli italiani, ospita infatti per la prima volta un autore straniero. Si tratta di Patrick Graham, che con il suo Il Vangelo secondo Satana (libri/6164) ha scalato le classifiche di vendita francesi, rivelandosi un vero e proprio caso editoriale. Grazie alla casa editrice Nord, per cui il libro è edito in Italia e disponibile nelle librerie dall'inizio di aprile, abbiamo potuto incontrare l'autore e scambiare con lui un po' di chiacchiere. Per prima cosa Patrick grazie mille per aver accettato di essere ospite di questa rubrica. C'è sempre una prima volta è dedicata infatti agli esordienti e perciò cercheremo di indagare alcuni aspetti legati al tuo romanzo, alla tua esperienza e alla tua prima volta editoriale.

Il tuo romanzo ha un titolo impegnativo, che non lascia dubbi sul tema trattato e sul genere che affronta. Vorresti presentarlo brevemente ai lettori?

È un thriller storico che contempla un'inchiesta che si svolge, contemporaneamente, al giorno d'oggi e nel Medioevo, ed è immerso in un'atmosfera cupa come quella che si trova ne Il nome della rosa. Vorrei che i lettori capissero che questo romanzo è più vicino al famoso libro di Umberto Eco che a Il codice da Vinci. Mescola storia, fantasia e horror. C'è un personaggio, Marie Parks, che consente di mescolare storia e fantasia: solo una medium come lei poteva riprendere le fila di un'inchiesta iniziata nel Medioevo. Ma, nonostante il titolo, questo libro non vuole essere polemico: parla infatti di un'inchiesta in seno alla Chiesa e non contro la Chiesa.

Da dove è nata l'idea di un romanzo di questo genere?

È nata alcuni anni fa, a Roma, quando ho incontrato un amico che lavora in Vaticano e ricopre un ruolo importante. Mi ha raccontato che esistono dei manoscritti vietati dalla cristianità che mettono in dubbio l'esistenza di Dio e che pochissimi conoscono. Per lo più sono conservati in conventi/fortezza, di solito creati da ordini contemplativi, e sono affidati a persone dalla fede così forte, e da una adeguata preparazione, da poterne affrontare la lettura e l'analisi. Tra l'altro, la cosa più interessante è studiare le note di chi ha letto questi manoscritti nel passato e li ha commentati. Comunque, fra questi documenti, ce n'è uno che viene designato come Il Vangelo secondo Satana e da qui è arrivata l'idea del mio libro.

L'opera è stata definita un thriller a sfondo religioso, sulla scia di Dan Brown e so che sei stato spesso paragonato a quest'ultimo. Cosa pensi di questo parallelismo e quanto hai, in un certo senso, "sfruttato" un filone che si è dimostrato molto proficuo?

All'inizio molti lettori pensavano che fosse l'ennesimo libro nello stile di Dan Brown. Ma rientra più nell'universo di Umberto Eco e di Stephen King, e questo lo si capisce già dalle prime pagine. Inoltre l'indagine di Marie Parks conferisce alla narrazione un tocco più italiano che americano. E poi avevo iniziato a scrivere questo romanzo prima della pubblicazione de Il codice da Vinci, che peraltro ho letto molto dopo. Se avessi voluto scrivere un libro alla Dan Brown, avrei attaccato la Chiesa.

Il volume è molto corposo e sicuramente la trama è complessa e articolata. Quello che non mi ha convinto del tutto è la dispersione che a tratti ho provato leggendo. Ho avuto l'impressione che non avessi il pieno controllo della tensione narrativa e che perciò a tratti le fila ti scappassero un po' di mano.

E per fortuna! Perché io mi lascio trascinare dalla storia e in certi momenti i personaggi mi sfuggono. Mozart diceva: "Prendetevi tutto il tempo che vi serve per fare le cose brevi": la fase più difficile della scrittura, infatti, è stata proprio ridurre la massa di informazioni che avevo ad una dimensione accettabile per il grande pubblico, cioè per un thriller e non per un libro di storia. Il libro avanzava man mano che procedevano le mie ricerche, quindi è un vero e proprio labirinto, e i labirinti sono fatti apposta per perdersi.

La complessità della trama ti ha portato inoltre a creare una "fauna" ampia e variegata che popola il libro. Non c'è un vero protagonista, ma tante comparse, anche se Marie Parks agente dell'FBI riveste sicuramente un ruolo importante. Come hai creato i tuoi personaggi e non credi che, focalizzandoti di più su alcuni, saresti riuscito a renderli in maniera diversa?

No, perché una storia ricca e complessa come la mia ha bisogno di tanti personaggi che svolgano ruoli diversi. Mi sembrava rischioso affidare la storia a un solo personaggio, o anche a due o tre. Questa è una storia comune e mi servivano più punti di vista. E poi, il personaggio principale è il Vangelo secondo Satana. Comunque, nel prossimo libro, mi concentrerò un po' di più su Marie Parks.

Chi è Marie Parks?

In realtà non saprei o, meglio, non me lo ricordo. Ho creato questo personaggio perché ne avevo bisogno e poi è iniziata a esistere anche senza di me. Nei miei sogni, adesso, è la mia ragazza. Prima di scrivere una scena mi confronto con lei, spesso non è d'accordo con me, e alla fine ha sempre ragione. È un personaggio pieno di debolezze, sempre sull'orlo del precipizio. Ma Marie Parks non è il mio doppio, il mio alter ego, è qualcosa di più. Adesso è intorno a lei che scrivo le mie storie; è di lei che mi servo per fare uscire ciò che giace in fondo a me, come le mie paure. Devo scrivere tutto questo sotto forma di storie e convincermi che nulla di ciò è reale.

Nel romanzo sono presenti molti elementi in parte anche lontani tra loro: l'FBI e un'indagine in corso, suggestioni e credenze religiose, visioni… Come sei riuscito a trovare un equilibrio tra componenti tanto diverse?

È quello che ho scelto di fare fin dall'inizio, cioè scrivere un thriller che mescolasse storia, realtà di tutti i giorni e fantasia. In questo contesto Marie Parks si è rivelata un personaggio prezioso, perché diventa il punto di equilibrio, capace com'è di occupare anche lo spazio "fantastico".

Se avessi la possibilità adesso, forte di questa esperienza e del confronto diretto con il giudizio del pubblico, di riprendere in mano Il Vangelo secondo Satana, cosa cambieresti? Lo scriveresti alla stessa maniera o sarebbe, per così dire, un altro romanzo?

No, non cambierei proprio niente. Nel prossimo libro mi spingo addirittura oltre, e assumo tutti i rischi di aumentare la componente fantastica, mantenendo però tutti i meccanismi del thriller.

Come sei arrivato alla pubblicazione?

Ho inviato un centinaio di pagine ad alcuni editori. Tre sono rimasti colpiti dall'inizio e mi hanno chiesto il seguito della storia. Allora ho scelto l'editore con cui mi sentivo più a mio agio, ed ecco il libro!

E come vivi il passaggio da "semplice" consulente aziendale ad autore di uno dei libri attualmente più venduti nel tuo paese?

copyright ©Matthieu Jaïs
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Intanto, non ho smesso di lavorare come consulente aziendale, e poi chi è famoso in Francia non sono tanto io, ma piuttosto il mio libro. Secondo il mio editore, questi sarebbero i miei ultimi momenti di tranquillità, perché con il prossimo romanzo diventerò celebre anch'io… E se ciò si verifica davvero... scappo, mi chiudo in un convento e continuo a scrivere, perché le cose più importanti sono i libri, non chi li scrive.

Adesso che il libro è uscito anche in Italia, ti confronti anche con il pubblico e con il mondo editoriale italiano? Ci sono grosse differenze?

Non saprei, è troppo presto per dirlo. Però penso che il pubblico italiano possa essere più attento dei francesi a un tema che tocca la religione, anche se questo non si pone come libro polemico, ma come thriller che si rivolge a chi si diverte ad avere paura.

Ti piacerebbe se un domani il tuo romanzo diventasse un film? Se sì a chi affideresti i ruoli principali?

Ho ricevuto alcune proposte, ma non sufficientemente concrete. In realtà, ho paura che la mia storia possa venire banalizzata da una trasposizione cinematografica, e che venga dato più spazio all'aspetto truculento e trash che all'analisi dei personaggi. Ma, se si dovesse realizzare un film, vedrei bene Antonio Banderas nei panni di Carzo, mentre è difficile scegliere un'attrice che interpreti Marie Parks, perché nemmeno io so a chi possa assomigliare. Forse - perché no? - Carla Bruni.

Un gioco che faccio spesso con i miei ospiti è questo. Nella grande offerta di romanzi presenti in libreria perché un lettore dovrebbe scegliere proprio il tuo libro? Crea uno slogan per convincermi a leggerlo.

"Il libro di un serial reader". Oppure: "Questo non è Il codice da Vinci"

Siamo ormai alla fine di questa intervista, e ti ringrazio molto per esserti prestato simpaticamente a questo interrogatorio. Chiudiamo con una domanda di rito: progetti? Ti rivedremo presto in libreria?

Ormai avrete capito che ci sarà un altro libro. Uscirà in Francia a ottobre e ritroveremo Marie Parks. È una storia molto diversa da questo mio primo romanzo, ma è sempre un thriller che intreccia storia, fantasia e horror. Non è il seguito de Il Vangelo secondo Satana, anche se ho avuto richieste in tal senso, anche dal mio editore francese. Ma, per questo, bisogna avere una vera storia da raccontare. A dire il vero, forse ho già in mente qualcosa…