Mi chiamo Stelvio Mestrovich Wotninsky (quest’ultimo cognome apparteneva alla mia bisnonna, dal lato  paterno,  Barbara di Cracovia ).

Sono nato a Zadar nell’ex Jugoslavia, oggi Repubblica di Croazia, da genitori italiani (mia madre era  di Firenze) il 20 giugno 1948.

Mi sento “viennese” in tutto e  per tutto.  Mio nonno paterno Giovanni  fece  l’Accademia Militare a Wiener Neustadt  ed era pilota, in forza all’Aviazione dell’Imperatore Francesco Giuseppe, e ha combattuto, nella prima Guerra Mondiale,  per Lui e per l’Austria.

 

I miei genitori optarono per la Madrepatria e mi hanno portato in Italia con la qualifica di “profugo”.

I Mestrovich sono imparentati, seppure alla lontana, con il notissimo scultore spalatino Ivan Mestrovic.

In Toscana ho studiato e preso la maturità. Non ho potuto finire gli studi universitari.

Sono sposato, ho una figlia che si chiama Veruska e un nipotino a cui è stato messo il nome Stefano, ma che io chiamo affettuosamente “Steffl”,  e abito a Lucca in Toscana.

Ho iniziato con lo scrivere poesie, tradotte in tedesco, albanese, bulgaro, spagnolo e lette più volte alla Radio Viennese,  poi sono passato alla narrativa classica con un paio di romanzi a forma di diario, dopodiché mi sono dedicato esclusivamente alla Musica (sia come “teorico” sia come “pianista” seppur dilettante) e alla narrativa gialla.

Con quest’ultima, ho creato la figura dell’ispettore capo  della Polizia di Stato Giangiorgio Tartini nei  romanzi “Venezia rosso sangue” “Delitto in Casa Goldoni” e “La sindrome di Jaele”. Scene delle indagini Venezia e, in parte, la Sicilia.

Poi ho cambiato ambientazione e da Venezia ho trasferito le indagini poliziesche a Vienna, battezzando, con un nuovo noir, la figura del commissario Clemens Pallavicini.

Come giallista sono stato inserito nel “Dizionoir “ a cura di Mauro Smocovich,  con la prefazione di Carlo Lucarelli.

Riguardo alla Storia della Musica, sono uno studioso di Antonio Salieri e di Anton Diabelli.

Ho scritto diversi libri sul periodo musicale del Settecento.

Nel 2000 ho contribuito a fare porre a Vienna  una lapide sulla facciata della casa in cui Antonio Salieri visse, situata al numero 1 di Goettweihergasse nel Primo Distretto.  Ho presentato, nel 2004, tre opere del Maestro legnaghese al  Konzerthaus  della  città danubiana (L’Europa riconosciuta, Il Falstaff ovvero le Tre Burle e la Grotta  di  Trofonio) e altre sue composizioni, tra le quali “ Il Picciolo Requiem “, alla Minoritenkirche e a  Verona, a Legnago e in altre città italiane ed europee.

Dopo un lungo scambio epistolare con il Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza,  è stata accolta la mia idea di intitolare al celebre compositore e direttore d’orchestra  triestino Victor De Sabata il ridotto del Teatro “Giuseppe Verdi” della città giuliana.

I miei scrittori preferiti sono Josef Roth, Arthur Schnitzler e Giuseppe Berto.

Adoro la musica di Mozart, Salieri, Paisiello, Gazzaniga, Morlacchi, Pedrotti.

Mi piacciono tutti i film di Dario Argento.

Sono cristiano ortodosso e politicamente schierato verso il socialismo riformista craxiano.

Sono uno studioso della storia dell’ Impero Austro-Ungarico e, naturalmente, fedelissimo agli Asburgo.