11 novembre 1859. A Selbu, piccolo paese di pescatori sulla costa occidentale della Norvegia, nasce Brynhild Paulsdatter Storset. Dopo il fallimento dell’attività commerciale del padre, nel 1881, Brynhild decide di emigrare negli Stati Uniti, alla ricerca del sogno americano. Nel 1884 si trasferisce a Chicago, raggiungendo la sorella e il fratellastro emigrati prima di lei, e cambia il nome nel più semplice e americano Belle. Una nuova vita si presenta alla ragazza che, all’età di 25 anni, decide di sposarsi con l’immigrato norvegese, Mads Sorenson. I due aprono una pasticceria. Tutto sembra scorrere tranquillamente finchè,  nel 1897, la pasticceria viene distrutta da un incendio. Per fortuna il locale era assicurato. Belle disse agli agenti dell’assicurazione che il fuoco si era propagato per l’esplosione di una lampada al kerosene che però non venne ritrovata tra le macerie del locale. Con i soldi dell’assicurazione, i Sorenson, con i figli nati nel frattempo, acquistarono e si trasferirono in una nuova casa. Nel 1896 muore la figlia maggiore Caroline, vittima di una “colite acuta”. Nel 1898 altre due disgrazie si abbattono sulla famiglia: muore un altro figlio della coppia,  Alex, sempre per la stessa malattia e, nuovamente, un incendio distrugge la casa. Altri soldi riscossi dall’assicurazione. Il 30 luglio 1900 muore tra atroci convulsioni anche Mads Sorenson, già in cura per una forma di dilatazione cardiaca. Nonostante i sintomi siano simili a quelli dell’avvelenamento, il medico, visto la malformazione cardiaca di Sorenson, non richiede l’autopsia. A questo punto, con gli 8500 dollari dell’assicurazione sulla vita del marito, Belle con i tre figli rimasti (due naturali e una adottiva), si trasferisce a La Porte, nell’Indiana e acquista una fattoria, a suo dire “la più bella e felice casa di campagna dell’Indiana settentrionale”. Nell’aprile del 1902 Belle sposa un agricoltore norvegese di nome Peter Gunness, il quale morì dopo appena otto mesi, il 16 dicembre, quando, fu ucciso da una pesante griglia per cuocere la carne cadutagli addosso da uno scaffale mentre stava cercando di prendere una scarpa. Questa fu la spiegazione di Belle all’assicurazione che dichiarò la morte accidentale e pagò l’ennesimo premio. Dalla loro breve unione nacque Philipp. Nel 1906 sparisce la figlia adottiva Jannie Olsen. Nessuno dei vicini la vede più: la ragazza è andata a “una scuola di buone maniere in California” spiega la matrigna.

Rimasta vedova, con una fattoria da mandare avanti, Belle comincia ad assumere dei vagabondi come mezzadri. Questi restano per un po’ alla fattoria e poi se ne vanno, spariscono dalla circolazione. Belle cercò anche marito con delle inserzioni sulle rubriche cuori solitari dei giornali di tutto il Midwest, zona dove vivevano parecchi immigrati norvegesi. Molti pretendenti vennero alla fattoria, ma nessuno di loro rispondeva ai requisiti, e nessuno di loro non fu mai più rivisto.

Wanted – A woman who owns a beautifully located

and valuable farm in first-class condition wants a

good and reliable man as partner in same. Some little cash

is required for which will be furnished first-class security.

Annuncio di Belle Gunness

Poi, il 28 aprile 1908, la fattoria fu distrutta dall’ennesimo incendio. Nel seminterrato, tra le macerie, furono ritrovati quattro corpi inceneriti: tre appartenevano a dei bambini, mentre il quarto ad una donna senza testa, un cadavere decapitato che fu ritenuto quello di Belle.

Scattarono le indagini. Gli inquirenti stabilirono che i quattro furono uccisi prima dell’incendio e, alla fine, lo sceriffo arrestò Ray Lamphere, l’amante e l’uomo tuttofare alle dipendenze di Belle dal 1906 fino al suo licenziamento nel 1908, con l’accusa d’omicidio e incendio doloso.

Tutto sembra concluso, ma il 5 maggio 1908, gli investigatori trovano altri corpi nella fattoria dei Gunness. I corpi sono smembrati, avvolti in sacchi di iuta e cosparsi di soda caustica: il numero rimane imprecisato. Il rapporto del coroner parla di dieci cadaveri di uomini, due corpi di donne e una svariata quantità di frammenti ossei. Il libro The Guinnes Book of World Record, senza citare la fonte, parla di sedici vittime riconosciute e altre dodici possibili. I corpi degli uomini, i pretendenti scomparsi di Belle, furono ritrovati tra il letame all’interno del recinto dei maiali, mentre i cadaveri delle donne furono rinvenuti in un giardinetto. I famigliari delle vittime raccontarono tutti la stessa storia: i loro fratelli, figli o padri, erano giunti a La Porte per sposare una ricca vedova, portando con sé ingenti quantità di denaro. Gli investigatori riescono a dare un nome ad alcune delle vittime: la figlia adottiva Jennie Olsen, i braccianti John Moo e Tonnes Peter Lien, entrambi identificati dai loro orologi, Olaf Lindblom identificato attraverso i denti, Eric Gurhold e Ole Budsberg. Questi contadini avevano risposto all’annuncio di Belle ed erano finiti all’interno del recinto dei maiali.

To the dearest friend in all world – I know you have now only to come to me and be my own. The King will be no happier than you when you get here. As for the Queen, her joy will be small when compared with mine. You will love my farm, sweetheart. In all La Porte county, there’s none will compare with it. It is on a nice green slope near two lakes. When I hear your name mentioned, my heart beats in wild rapture for you. My Andrew, I love you! Be sure and bring the three thousand dollars you are going to invest in the farm with you and, for safety’s sake, sew them up in your clothes, dearest.

Lettera di Belle Gunnes a Andrei Helgelein, bracciante scomparso nella sua fattoria

Dopo la scoperta dei cadaveri, gli accertamenti ripresero anche sul corpo della donna senza testa ritrovato carbonizzato tra le macerie della fattoria. Infatti, Ray Lamphere, già dal 28 aprile, dalla sua cella, continuava ad affermare che Belle era ancora viva, che lui stesso, dopo che la donna aveva incendiato la casa, l’aveva portata alla stazione ferroviaria di Stillwell, nell’Indiana. Si ricercò la testa del cadavere: non fu mai trovata. Durante la ricerca, però, si ritrovò la protesi dentaria di Belle, completa di denti. Il 20 maggio, il coroner, scrisse nel suo rapporto che Belle era morta “per mano di uno sconosciuto”. Il 26 novembre Ray Lamphere fu riconosciuto colpevole soltanto di incendio doloso e non di omicidio, poiché la morte di Belle Gunness non poteva essere dimostrata “al di là di ogni ragionevole dubbio”. Lamphere, condannato a venti anni di galera, morì due anni dopo in carcere, continuando ad affermare che Belle era viva, che aveva ucciso quarantanove persone, che aveva ricavato dalle sue vittime più di 100000 dollari, e che la donna senza testa era stata trovata in un locale, rapita e uccisa per fungere da controfigura a Belle. Lamphere raccontò che Belle, nonostante pesasse 115 chili e non fosse particolarmente bella, risultava però affascinante, tanto da attirare gli uomini in una stanza segreta con la scusa di fare sesso e poi, dopo averli cloroformizzati, li faceva a pezzi con l’ascia.

E’ rossa dell’Indiana la luna

Perché Belle forte e cupa era una;

e pensa a tutti quegli uomini di Norvegia

che St. Paul mai più rivedranno

Versi di Belle Gunness

Comunque, dall’aprile in poi, si susseguirono tutta una serie di avvistamenti: il primo il 29 aprile 1908. Il capotreno Jesse Hurst affermò che Belle era salita sul treno a Decatur, nell’Indiana, trasportata su di una barella.

Un giorno dopo, a La Porte, un agricoltore locale disse di aver visto Belle seduta a bere un caffè in casa della sua migliore amica Almetta Hay. Quando, nel 1916, Almetta morì, i vicini, rovistando nella sua abitazione, tra due materassi, trovarono un cranio di donna. La traccia, inspiegabilmente, non fu seguita dagli inquirenti, nonostante la testa potesse essere quella del corpo trovato tra i resti della fattoria dei Gunness.

Nel 1917, un vicino d’infanzia di Belle, la riconobbe in una paziente dell’ospedale di South Bend, presso il quale l’uomo stava facendo il tirocinante. Egli chiamò la polizia, ma al suo arrivo la presunta Belle era già scomparsa.

Nel 1931, un procuratore distrettuale di Los Angeles scrisse allo sceriffo di La Porte, dichiarando che c’era la possibilità che Esther Carlson – imputata di aver avvelenato il marito di 81 anni August Lindstrom per motivi di denaro – potesse in realtà essere Belle Gunness. Erano gli anni della grande depressione, e La Porte non aveva il denaro per inviare il suo sceriffo in California. La sospettata morì di tubercolosi prima del processo: aveva con sé le fotografie di tre bambini molto rassomiglianti a lei.

Nel 1935, gli abbonati di una rivista della polizia, riconobbero nella foto di Belle la proprietaria di un bordello nell’Ohio. Sul posto si recò un detective dilettante, che quando si trovò davanti all’anziana signora, chiamatola Belle, fu investito da una reazione veemente di questa. Poiché il detective continuava le sue ricerche, alcuni “amici” della donna gli consigliarono, per il suo bene,  di lasciar perdere.

Il mistero di Belle Gunness non fu mai risolto.

De La Torre, Lilion, The Truth about Belle Gunness, Gold Medal, New York, 1955.

Langlois, Janet, Belle Gunness: The Lady Bluebeard, Indiana University Press, Bloomington, 1985.

True Crimes: Lady Killer, Chancellor Press, Octopus Publishing Group Ltd, 1993.