Lorenzo Beccati è nato a Genova nel 1955.

È autore di storici programmi televisivi come Drive In e Striscia la notizia Lupo Solitario e Paperissima, ed è collaboratore di Smemoranda.

Ha pubblicato due raccolte di racconti: La notte dei commercialisti viventi nel 1994 e Storie di Tattoo nel 1999.

Nel 2002 ha dato alle stampe il suo primo romanzo, Il barbiere di Maciste, un intreccio di fantasia e riferimenti autobiografici che raccoglie leggende e ricordi d’infanzia dell’autore, da Togliatti fino a Stanlio e Olio, dai partigiani dimenticati fino al mitologico personaggio di Maciste, oggetto di culto e di orgoglio per la Genova operaia.

Nel 2005 è la volta de Il santo che annusava i treni, sempre ambientato nella terra natia dell’autore.

In occasione dell’uscita del suo ultimo romanzo, Il guaritore di maiali, l’autore ha voluto rispondere ad alcune mie domande.

Lascio pertanto a lui la parola.

Si può presentare? Chi è in due parole Lorenzo Beccati?

Uno a cui piace narrare storie.

È autore di programmi che hanno fatto la storia della televisione come Drive In e Striscia la notizia.

Quali differenze trova tra lo scrivere per la televisione e per la narrativa? E quali analogie?

Per la tv bisogna scrivere in modo diretto e spesso per dialoghi, cercando la giusta sintesi e comporre per immagini.

Nella narrativa preferisco esprimermi per emozioni.

Riflettendoci, ci sono più analogie che differenze.

I suoi romanzi sono ambientati prevalentemente a Genova. Questo perchè essendoci nato è una città che conosce o che altro?

Conoscere bene ciò di cui si parla è buona norma, ma Genova è una città misteriosa e affascina anche chi la violi per la prima volta.

Il suo ultimo romanzo è un giallo storico; questo perchè considera l’ambientazione storica una cornice insolita o c’è dell'altro? Cosa l’ha spinta inoltre a servirsi di questo genere?

Avevo una storia da raccontare, ed era una storia di assassini di donne e di maiali nella Genova del 1589.

Si è dunque sviluppato come un libro giallo e storico perché i contenuti propri del thriller e l’ambientazione erano già in nuce.

A quale dei personaggi dei suoi romanzi è più legato e perché?

All’investigatore e guaritore di maiali Pimain.

Forse perché è l’ultimo nato…

Quanto di lei è presente nella figura di Pimain? Quanto di storico? E quanto di inventato?

La figura del guaritore di maiali è inventata, mentre nel resto del libro ci sono personaggi davvero esistiti.

Pimain mi rappresenta solo nei difetti.

Quali fonti usa per documentarsi?

Sono un ricercatore maniacale e mai domo.

Per reperire informazioni intervisto esperti, navigo su internet, consulto e compro documenti e libri d’epoca.

Per il mio ultimo romanzo ho comprato, tra le numerose altre fonti documentali, anche una Bibbia di fine ‘500.

Oltre ai libri che sicuramente leggerà per documentarsi quali altre letture fa?

Leggo i classici dell’epoca di cui narro.

Per diletto, leggo senza moderazione qualunque cosa che desti la mia curiosità.

Perchè pensa, sempre che per lei sia così, che la storia sia una materia che di per sé non riscuote molto interesse da parte del grande pubblico?

Io credo che la storia in questo periodo desti grande interesse.

I romanzi storici riscuotono un ottimo successo.

Molto dipende dal modo in cui viene raccontato il nostro comune passato.

La fedeltà al vero storico, pur nella logica della finzione letteraria, è un assunto basilare.

Da romanziere ormai affermato che consigli darebbe a chi si volesse affacciare al mondo della scrittura?

Scrivere, scrivere, scrivere.

E nei ritagli di tempo scrivere.

Credo molto nel metodo e nella ginnastica preparatoria.

Perchè secondo lei le trame gialle e misteriose sono tornate così in auge da colonizzare non solo romanzi ma anche altri media come fumetti cinema e televisione?

Il mistero affascina perché è improbabile e non è reale.

Quello che viviamo ogni giorno purtroppo sì.

E’ una fuga “sicura” nella paura.

E’ una montagna russa della mente.