1942. Seconda Guerra Mondiale. Mare Adriatico, al largo di Pola.

Il sommergibile britannico Thorn è in caccia. Individua una “preda”. La punta. Lancia quattro siluri. Tre vanno a vuoto. Il quarto colpisce. Duro.

E’ il sommergibile italiano Medusa - tipo Bernardis, classe 600 - quello che s’inabissa negli attimi successivi, imprigionando al suo interno – vivi - 14 marinai.

Gli sforzi dei soccorritori saranno vani: il mare sarà la loro tomba.

Sfortuna? Inerzia? Mancanza di mezzi? Colpa?

Una vicenda mai del tutto chiarita.

Un relitto – un… corpo – che, forse, giace ancora sul fondo.

Un passato che non ha ancora chiuso i conti con i suoi morti.

Sessant’anni dopo, un cronista senza nome indaga su tutto ciò. Per soddisfare la curiosità del giornalista; per aiutare un vecchio, energico ma ormai malandato, a placare le ossessioni della sua storia; per l’attrazione intensa (amore?) per una donna. Sarà una ricerca in cui, ad un certo punto, l’uomo si sentirà persino intrappolato. Ma per la quale andrà comunque fino in fondo, ai limiti di ciò che “i fondali della Storia” possono restituire.

Questa, in estrema sintesi, la trama di Un corpo sul fondo, il nuovo libro di Pietro Spirito, uscito lo scorso mese per l’editore Guanda.

Lo stile, particolare, è quello dell’inchiesta romanzata. L’io narrante è “il giornalista” stesso. Non Pietro Spirito, bensì un suo alter ego; certo differente dallo scrittore, con il quale ha però in comune alcune esperienze, e probabilmente alcune emozioni. Sicuramente li accomuna il percorso di un’indagine che qui viene restituita al piacere del lettore, arricchita da una trama letteraria che ci parla di vecchiaia difficile, di amore – ieri e oggi, di guerra, dell’essere giornalista, di ricordi… Ed è così che, grazie a semplici eppure a modo loro esaustivi ritratti, scopriamo anche una galleria di personaggi: realistici e reali.

La parte cronistica, ricca di particolari, è parimenti di grande interesse. Colpisce chi dell’argomento ne sa poco niente, e di sicuro soddisfa anche l’appassionato della Seconda Guerra Mondiale, o di storia della Marina Militare.

A questo proposito, cogliamo l’occasione per segnalare anche la pubblicazione, in questi giorni, di Rapidi e invisibili – Storie di sommergibili (il Saggiatore), a cura di Alessandro Marzo Magno.

Di questa antologia, fa parte anche un resoconto storico dello stesso Pietro Spirito, che ci spiega come nel 1943 la X Mas avesse progettato un insolito e azzardato attacco “dimostrativo” al porto di New York, condotto da “marciatori sul fondo”.

Tornando invece a Un corpo sul fondo, per gentile concessione dell’Autore, siamo lieti di proporre ai nostri lettori il brano iniziale del romanzo.

Lo potete trovare nella Sezione Racconti (vedi racconti/4485).

Un chiarimento, a conclusione. Essendo ThrillerMagazine una testata tematica, è bene sottolineare che questo non è un romanzo giallo. L’indagine in questione appassiona più di quella di tanti mistery, ma è un percorso giornalistico e insieme umano. Una ricerca nella storia, nei suoi segreti.

Non è un giallo, dunque. Non è un thriller. Non è un noir.

È “semplicemente” un ottimo libro. Un libro che, come tutti quelli di Spirito, dimostra che la Storia è fatta da tanti uomini, da tante storie. Non solo dai cosiddetti “Protagonisti”.

Un corpo sul fondo di Pietro Spirito. Guanda. Pagine 239. € 14,00.