Appena pubblicato dall’editore imperiese Ennepilibri, A10, di Giacomo Revelli, parte da Nizza per correre lungo tutta l’Autostrada dei Fiori in un inseguimento mozzafiato che riserverà parecchie emozioni.

Protagonista della storia è un commerciante di diamanti francese in pensione, alle prese con una moglie sull’orlo della pazzia che passa le giornate a parlare con un quadro. L’unico modo per salvare la donna pare sia vendere il quadro, consegnandolo alla galleria di Lugano che da tempo lo richiede con insistenza per una mostra.  Ma il viaggio dei due  verso la Svizzera sarà pieno di imprevisti, in una storia decisamente intrigante, sostenuta da un ritmo serrato e da uno stile asciutto ma non sciatto.

Con queste parole l'autore parla del suo romanzo: "Devo ammetterlo: non sono un appassionato di gialli e noir.  Però ogni epoca ha la sua forma di espressione e forse oggi, se vuoi dire qualcosa, devi ammazzare qualcuno, insomma devi scrivere un noir. Ho scelto l’autostrada come ambientazione della mia storia almeno per due motivi. Il primo è che anche qui come in America sull’autostrada succede di tutto: omicidi, rapine, inseguimenti, solo che nessuno sembra farci caso. Il secondo è che l’A10, oltre a rappresentare il primo intervento infrastrutturale operato in Riviera, è stata pure la prima grande ferita che la nostra terra ha sopportato e continua a sopportare. È ovvio che una alternativa non sarebbe stata possibile, a meno di darsi alla fantascienza con un tunnel sottomarino da Montecarlo a Genova o una filovia stratosferica. Da buon ligure sono rassegnato a prendere il biglietto al casello, però si poteva evitare che l’A10 tagliasse il territorio come accade altrove, dove c’è poco da vedere e da gustare. Si poteva fare in modo che lo attraversasse e si integrasse con esso. Insomma, le grandi opere devono piacere soprattutto a chi con loro convive tutti i giorni, più che a chi ci passa per un minuto. Non è ecologia, ma buon senso".