Sono seduto su una panchina al parco, una delle poche non oggetto delle scacazzate dei piccioni, a leggere il giornale. Ho saltato integralmente tutte le pagine di cronaca e di politica per passare direttamente allo spettacolo e allo sport. La cronaca nera, francamente, mi ha stufato, e la politica… be’, quella mi annoia da sempre. No, meglio leggere dell’ennesima rinascita del cinema italiano o il perché delle ultime scelte del commissario tecnico della nostra nazionale.

Non che di professione sia un lettore di quotidiani al parco, ma da qualche parte bisognava pure che andassi. Non potevo certo continuare a restarmene in casa con i muratori che demoliscono ogni cosa.

Provateci voi – a meno che non siate dei masochisti – a starvene in un bilocale con il tramestio, i calcinacci e la polvere che vola dappertutto, mentre vi demoliscono il bagno e la vostra stanza da letto è adibita a deposito di laterizi e sanitari.

Dato, poi, che nessuno si è offerto di ospitarmi per le due settimane dei lavori, in casa io ci devo continuare a vivere. Dormo su due centimetri di polvere, non ho l’acqua corrente e per lavarmi ho pregato la vicina che mi faccia almeno usare la mattina il suo bagno. E siccome neanche il cesso ce l’ho più, per fare le mie cose, mi tocca andare ai bagni pubblici.

E vi raccomando l’idraulico…

«Quando avremo finito vedrà che bagno si ritrova signor Biagini… Con la caldaia a gas avrà subito tutta l’acqua calda che le occorre, altro che quei ferrivecchi a corrente! E sentirà come sono confortevoli i nuovi sanitari…Oh, io lo so bene!», mi fa, palesandomi con un sogghigno il suo diritto all’uso in anteprima del bagno finito. Uno ius primae noctis per tubisti che ignoravo.

E poi che ci resto a fare a casa, ad arrabbiarmi?

L’altro giorno il “Principe della giratubi”, trapanando col martello pneumatico per togliere le vecchie tubature incassate ha bucato la parete tra bagno e cucina distruggendo non so quante piastrelle all’altezza dell’acquaio.

«Sono piccoli incidenti da mettere in conto nelle ristrutturazioni…», mi fa l’idraulico scorgendo la mia espressione che andava rapidamente evolvendo dall’esterrefatto all’incazzato. Piccoli incidenti da mettere in conto, un bell’accidente!

No, no, meglio davvero non assistere a tali scempi… Che se la sbrighino loro, che facciano quello che gli pare. Se proprio c’è bisogno di me, mi cerchino sul cellulare.

«Pronto, signor Biagini, dove lo vuole il lavabo? E quanti punti luce, signor Biagini? E la ceramica, restiamo d’accordo per la sospesa? Insomma signor Biagini… dobbiamo incontrarci, non possiamo andare avanti così. No, no, per favore non riattacchi ancora… per favore, non riatt…».

Tutto, tutto per telefono.

E giacché lanciato in quest’invettiva, peste lo colga quel dannato inquilino del piano di sotto, che per quattro macchie d’umido al soffitto mi fa fatto buttare all’aria tutto il bagno.

Bah, lasciamo perdere.

Ad essere sinceri, di leggere il giornale m’è passata la voglia. Tanto più che mi è parso non vi fosse niente d’interessante. Forse mi conviene concentrarmi sulla fauna del parco. Ecco, con una certa impudenza, sbirciando da sopra il giornale, studiarmela un poco facendone la casistica.

Allora, vediamo, ragazzi che giocano a pallone, con quello grasso che deve essere il più scarso della compagnia, che difatti finisce in porta; madri con pargoli al seguito o in carrozzina venuti a respirare un po’ d’aria buona; una coppietta di ragazzi che fa lingua in bocca appiccicati ad un albero; distinti signori che passeggiano incuranti proprio nel bel mezzo del campo di gioco; vecchi rubizzi che discutono animosamente di classe politica e di pensione; uno studentello universitario stanco delle aule studio intento ad applicarsi ad un libro; ed il personaggio più singolare e interessante dell’intero gruppo, che non sono ancora riuscito a classificare, seduto proprio sulla panchina di fronte.

Ha la faccia sbattuta e la barba di alcuni giorni, ed i vestiti sono strazzonati, come vi avesse dormito dentro. Ad una prima impressione lo si potrebbe forse prendere per un barbone, ma il suo cappotto beige è di buon taglio e le scarpe sembravano di gusto… Non proprio quelle degli ultimi dettami della moda milanese, ma, insomma, più che dignitose… E poi nei gesti ha un che di signorile.

No, non è certamente un barbone, ma di recente deve essergli capitato qualcosa che lo sta progressivamente imbarbarendo.