Sedie trascinate, una porta si apre e si richiude, passi che vanno e vengono... come succede all’aria aperta i rumori si perdono senza rimbombo. Richiamato dal sonno apre pigramente le palpebre. La luce violenta del sole a picco lo abbaglia, richiude gli occhi. Caldo... Sudore. È sdraiato su un lettino da spiaggia, sotto di lui il telo da bagno è madido di sudore, ma non ha voglia di alzarsi. Preferisce la semi incoscienza del dormiveglia e lasciare che il sole diffonda il suo calore sulla pelle. Il cameriere passa di nuovo accanto a lui, sposta un tavolino. Ormai è evidente che si trova nella deliziosa baia dove ogni anno lui e sua moglie trascorrono quindici giorni di riposo. È nel bar sull’imbarcadero. È bello il languido rilassarsi dei muscoli mentre, due metri sotto il pontile, il diseguale e invitante ritmo della risacca culla il desiderio di tuffarsi. Con questo caldo il cameriere avrà il suo daffare a servire bibite fresche agli avventori. È la prima volta che lui e sua moglie vengono in questo posto nel mese di maggio, d’altra parte da anni non si aveva un maggio con una temperatura da piena estate. Il rumore di un motore attutito e lontano. Dev’essere il proprietario col motoscafo che porta dal vicino paese nuovi clienti. Lo ha sempre affascinato la tranquillità di questo posto, protetto alle spalle da alte rocce e non raggiungibile via terra. Unico inconveniente, il calore immagazzinato tra le rocce che chiudono la baia. Ma è un prezzo che paga volentieri, anche perché alleviato da una specie di gara che è solito ingaggiare con se stesso. Un gioco divertente, grazie al quale passa interi pomeriggi senza annoiarsi. Si adagia come ora sul lettino e in una sfida col sole sopra di lui, resiste al calore che gli penetra il corpo fino a al limite massimo di sopportazione. A quel punto si alza, sale sul parapetto del pontile e si tuffa nelle acque limpide e fresche che subito leniscono la sofferenza patita, si fa una bella nuotata e poi ricomincia il gioco. Sua moglie... Come sbraita quando lo vede fare queste cose... Dice che prima o poi gli prenderà un colpo e dovranno ripescarlo e portarlo d’urgenza all’ospedale, se sarà fortunato. Sua moglie esagera, lui va in palestra tre volta a settimana. Ogni volta fa una sauna poi si immerge nella vasca d’acqua fredda. Non solo non gli è mai successo niente, ma non ha un raffreddore da anni. Tra poco non ne potrà più, il calore ha ormai penetrato tutti gli strati della sua resistenza, ma c’è un momento preciso che deve attendere per passare all’azione, coincide con l’istante in cui non riuscirà a pensare ad altro che al tormento del caldo. Manca poco. Che calore! Ma può resistere ancora un po’. Ecco, il corpo resisterebbe , ma il cervello esige una pausa. È il momento. Via! Si alza di scatto, sale agilmente sul parapetto. Abbagliato dal sole e stordito dal caldo vede solo un’abbacinante luce bianca. Ma già assapora il piacere dell’impatto con le fresche onde del mare. Un balzo, allunga le mani in avanti, si libra nell’aria, le gambe ben tese, ci tiene a far vedere che nei tuffi sa il fatto suo.

Il palazzo sembra assediato. Macchine della polizia, un’ambulanza. Gli agenti allontanano i curiosi dal telo bianco che copre pietosamente il corpo senza vita che giace sul marciapiedi. Una donna dagli occhi smarriti, sbarrati e increduli, aggrappata al braccio di un’altra donna che la guarda pietosa accarezzandole il viso, risponde alle garbate domande di un agente.

- Signora, mi scusi, può ripetere come è successo?

Lei si stringe all’amica, guarda il lenzuolo, ha un singhiozzo, distoglie lo sguardo.

- Mio marito... – dice in un soffio - stava prendendo il sole sul balcone… io intanto lavavo il pavimento, pulivo il tavolo e le sedie... Non so... tutto stava andando bene in questo periodo... non aveva alcuna ragione per… non capisco...”