"Mickey Spillane. NonsoloHammer"  

Le più profonde paure dell'America post-bellica sono state raccolte e magnificamente elaborate dal più violento scrittore che il noir abbia conosciuto in tutto il trentennio '50-'80: stiamo parlando, ovviamente, di Frankie Morrison, per tutti Mickey Spillane.

Penna instancabile, nato nel 1918 e ancora in attività, Spillane è il creatore del detective più feroce e animalesco dell'intera letteratura criminale del periodo in questione, il mitico Mike Hammer. In questo personaggio si esprime la visione più cinica del genere.

L'America dei mitici Fifties "sta entrando in una fase di espansione economica e non ha bisogno che i suoi ritrovati valori borghesi vengano scossi". Il detective Hammer si farà garante di quest'ordine: "[...] ucciderà i diversi e scoperà come un folle per assicurare alla patria un fallodemocratismo inattaccabile" [1].

La serie conta almeno una manciata di capolavori: dall' esordio I, the Jury (Ti ucciderò, 1947) a Vengeance Is Mine (La vendetta è mia, 1950), e poi The Gun Is Quick (Una ragazza e una pistola, 1950), The Big Kill (Il colpo gobbo, 1951), One Lonely Night... (Tragica notte, 1951), sino agli ultimi The Killing Man (L'uomo che uccide, 1989) e Black Alley (inedito da noi, 1996).

Spillane fidelizza il suo pubblico, riempiendo le storie di collegamenti interni: così, in The Girls Hunter (Cacciatori di donne, 1962), ritroviamo, all'inizio della storia, l'investigatore ubriaco fradicio, in mezzo ai rifiuti e con le ossa rotte, roso dai sensi di colpa per la dipartita dell'amata segretaria. L'uomo vaga da 7 anni in quello stato (ne erano passati esattamente 10 dall'ultimo Hammer, Kiss Me Deadly, (Un bacio mortale, 1952).

Ogni tanto riemergono, dai romanzi precedenti, frammenti del passato, dolorosi, sino a quando, quasi per caso, ad Hammer viene data la possibilità di riscattarsi. Solo, senza amici, senza speranze, senza protezioni, il detective inizia le sue indagini, che lo portano a incontrare la stupenda moglie di un senatore morto in strane circostanze. Ad Hammer non mancherà il tempo per infuocati rapporti sessuali con la donna. Il sesso ha qui una chiarezza sconosciuta agli autori classici; è puro istinto, carnalità insopprimibile ("due esseri i cui appetiti erano stati castigati troppo a lungo, ma che amavano il nutrimento del sesso troppo intensamente per saziarsi del piatto loro offerto, e sapevano gustare ogni portata sino a quella finale, da condividere in un'esplosione di volutta`" [2]). L'amicizia è un sentimento interessato e passeggero ("Allora i tuoi amici sono solo quelli che hai in un dato momento. O li perdi per strada, o qualcosa trasforma l'amicizia in odio" [3]), la morte un alito vicino ("Quando uno ha per mestiere la morte, la sente: un istinto da animale gli dice quando è vicina, anche se egli non la vede e la ode" [4]).

Su tutto domina un anticomunismo viscerale, che sfiora il razzismo più grezzo e pedestre, anche per l'epoca della grande paura atomica ("Morte e distruzione erano le sole cose di cui erano capaci quelli del Cremlino [...]. Non sanno cosa realmente sia la violenza. Li avrei trovati tutti, grandi e piccoli, dovunque fossero. Li avrei fatti a pezzi, ognuno in un modo diverso" [5]).

 

A lungo i critici hanno discusso della violenza nei libri di Spillane. Il nostro parere è che essa è talmente colorita, esasperata, troppo incredibile, persino per i più smaliziati, da avvicinarsi all'humour grottesco o alla fulmineitù del fumetto ("Delle palline di fuoco mi esplodevano nel cervello e il respiro mi era ancora legato in pancia in una specie di nodo quando lo sfollagente cominciò a scendere a tutta forza su di me. Alzai la pistola e gli sparai in mezzo alla faccia facendogli schizzare le cervella per la strada" [6]). Non è un caso: l'autore collaborò a lungo col mondo dei comics, sviluppando, per un verso, l'interesse per la letteratura per ragazzi (cui si dedicò scrivendo The Day the Sea Rolled Back, 1979 e The Ship That Never Was, 1982) e, per l'altro, quell'amore per il pastiche, che animerà diversi suoi prodotti, al di fuori della serie Hammer: per esempio, la pazzesca, improbabile, avvincente spy-story The Delta Factor (Il fattore delta, 1967). Ne è protagonista un criminale ingaggiato dal governo americano per una missione impossibile a Cuba, Morgan il Razziatore, precursore in qualche dello Snake Plissken/K. Russell dei due film di John Carpenter Escape From New York (1997. Fuga da New York, 1981) e Escape from L. A. (Fuga da Los Angeles, 1996). 40 milioni di dollari rubati al governo USA da ritrovare, una dittatura corrotta, un fortino inespugnabile da assalire, ed un unico motore: "il fattore delta [...]. Il simbolo fallico della donna: il triangolo" [7].

Ci sarebbe poi da riscoprire lo Spillane delle prose brevi, composte per lo più tra il '53 e il '60. Una di esse, il racconto The Pickpocket (Il borsaiolo, 1954), ci svela, inaspettatamente, un'attitudine delicata e profonda dell'autore, tramite una brevissima eppur toccante storia di redenzione di un'ex ladruncolo [8].

I rapporti con l'industria del cinema sono stati per Spillane proficui dal punto di vista quantitativo - 7 film, 6 film tv, 4 serial -, deludenti da quello qualitativo, con un'unica, positiva eccezione: la riduzione di Robert Aldrich di Kiss Me Deadly, opera di fondamentale importanza per capire perché, dalla metà degli anni '50 in poi, il noir cinematografico classico chiuda definitivamente i battenti. Infine, una curiosità: in The Girls Hunter (Cacciatori di donne, Roy Rowland, 1963), dall'omonimo romanzo, il ruolo di Mike Hammer è interpretato dallo stesso Spillane! Il film, però, non eèaltro che un pasticciato tentativo di recuperare le atmosfere noir di tanto cinema precedente e, nel rispettare alla lettera l'opera di origine, ne tradisce la ferocia sanguinaria (logicamente, non rappresentabile in toto sullo schermo).

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Note:

[1] F. DENUNZIO, Noir. American Mabuse, in G. FREZZA (a cura di), Fino all'ultimo film. L'evoluzione dei generi nel cinema, Roma, Editori Riuniti, p. 262-263.

[2] M. SPILLANE, The Girl Hunters, 1962, tr. it. di Marisa Belloni, Cacciatori di donne, Milano, Giallo Garzanti, n. 52, 1974, p. 96. Da qui le successive citazioni.

[3] Ivi, p. 93.

[4] Ivi, p. 172.

[5] Ivi, p. 169-170.

[6] M. SPILLANE, The Twisted Thing, 1966, tr. it. di G. Falzini, Piccolo mostro, Milano, Garzanti, 1991, p. 162.

[7] M. SPILLANE, The Delta Factor, 1967, tr. it. di P. Morganti, Il fattore delta, Milano, Garzanti, 1991, p. 127.

[8] M. SPILLANE, The Pickpocket, "Manhunt", dicembre 1954, tr. it., Il borsaiolo, in E. GORMAN, M. H. GREENBERG, B. PRONZINI (a cura di), American Pulp, Milano, Mondadori, 2001 (ed. or., idem, 1997), pp. 23-27.