Tom Stall, ristoratore di una ridente cittadina del MidWest, padre esemplare e marito innamorato diviene, suo malgrado, un piccolo eroe nazionale dopo aver sventato con furia e decisione una sanguinosa rapina nel suo locale. I Media per una settimana non fanno che parlare di lui, di Tom. Tornato alla vita di ogni giorno, l’uomo deve fare i conti con la sua nuova notorietà… e con un terzetto di uomini mai visti prima che lo trattano come se lo conoscessero da sempre pur chiamandolo con un altro nome: Joey. Un banale scambio di persona oppure c’è qualcosa, nel passato di Tom Stall, che urla per venir fuori?

David Cronenberg torna al cinema a poco più di un anno dall’ultima, riuscitissima prova: Spider. E ancora una volta, il Maestro canadese sceglie il terreno del “lato oscuro” dell’animo umano, come campo da gioco. Se nel precedente film ci si interrogava sulla schizofrenia come patologia mentale, sui drammi che possono scatenarsi nell’esistenza di uno schizofrenico, questa volta la tragedia umana che Cronenberg porta sullo schermo parte dalla scelta cosciente di far “morire” un sé per portarne alla luce uno nuovo, diverso. Se in Spider i personaggi non hanno scelta ed il piccolo protagonista vive passivamente le conseguenze del proprio male, in questo film Tom Stall compie un percorso oscuro e personale che lo porta quasi a dimenticare di essere altro, un percorso vincente fino a che qualcosa, il classico imprevisto, non lascia che il passato torni a porgere il conto.

A History of Violence da solo basterebbe coi quasi novanta minuti, a tracciare un breve saggio sull’ultima cinematografia del regista canadese. Messi da parte ormai da anni gli eccessi gorish e splatter dei primi lavori, chiuso in un cassetto da tempo l’uso del paranormale per seguire i sentieri oscuri dell’animo umano, Cronenberg si affida all’estro dei propri attori, sempre decisi e perfetti nei propri ruoli, per disegnare un dramma umano e semplicissimo. Il ritmo lento e riflessivo, come lenta e riflessiva, senza troppe forti emozioni è la vita nella provincia americana, cede il passo per poche, eccessiva frazioni, a bruschissime accelerate da “montagna russa”, con una esibizione della violenza e dell’efferatezza sempre funzionale e mai compiaciuta.

Il film scorre in modo efficace e duro fino alla conclusione della vicenda, affatto banale e terribilmente intensa nella sua semplicità.

Bravi tutti gli attori, a cominciare da un Viggo Mortensen davvero magistrale ed un grande Ed Harris, in alcuni momenti impeccabile. Eccellenti anche la fotografia ed il montaggio, da alcuni anni curate in maniera maniacale nelle opere di Cronenberg. Una breve menzione anche per la colonna sonora davvero cojnvolgente.

La sezione dei contenuti Speciali, oltre ad una scena tagliata, la cosiddetta scena 44, offre lo speciale della presentazione a Cannes, il trailer ed il commento del regista, purtroppo solo sottotitolato.

Un film che si consiglia davvero a tutti gli appassionati di Cronenberg e che, per semplicità ed efficacia. non mancherà di stupire chi non conosce ancora bene il regista.

Extra

Scene Tagliate, Making of, Commento del regista e Speciale sulla presentazione al Festival di Cannes