Parigi. Da vari mesi una gang spietata, feroce e super organizzata assalta furgoni blindati. Nell'ultimo attacco un agente è stato gravemente ferito e gli altri due uccisi, portando a nove il totale dei morti. Il direttore della PJ, Robert Mancini, che sta per cambiare posto e salire di grado nella gerarchia, riunisce gli uomini delle due sue squadre: la BRB (Brigade de Répression du Banditisme), guidata da Denis Klein e la BRI (Brigade de Recherche et d'Intervention), diretta da Leo Vrinks.

Quello che riuscirà a fermare la gang prenderà il suo posto e diventerà ”padrone ” del 36 Quai des Orfèvres, storico indirizzo della Polizia Giudiziaria di Parigi. Klein e Vrinks sono della stessa generazione, hanno seguito i corsi d'addestramento assieme, sono stati anche amici. Non più adesso, sono cambiati, c'è del rancore tra loro.

La soffiata giusta arriva a uno dei due, ma a carissimo prezzo. Così il "fortunato" si appresta a dirigere sia la BRB e la BRI nella preparazione degli accertamenti e dell'arresto della banda. La storia si concentra sul posto dell'azione, tutti si muovono con cautela, gli ordini vengono rigorosamente seguiti. Purtroppo…

Finisce qui quello che possiamo raccontare del film.

L'autore, Olivier Marchal, è un ex poliziotto. La sua ambizione dichiarata, era di fare un Heat alla francese. Michael Mann metteva a confronto Al Pacino e Robert De Niro. Marchal gioca le sue carte: Gérard Depardieu (Denis Kmein) e Daniel Auteuil (Léo Vrinks).

Il regista, aiutato dall'ex poliziotto Dominique Loseau nella scrittura della sceneggiatura, ci trascina nella discesa all'inferno d'un capo della polizia.

E' una storia d'amicizia, d'amore, di tradimento.

In questo film si intrecciano diverse storie. Storie di amicizia tra poliziotti. Ma anche di amicizie tradite, pericolose, vere. C'è la storia d'amore tra un uomo e una donna. C'è storia di potere e abusi di potere. Storia d'ambizione smisurata, oltre tutto questo. Oltre l'amicizia, l'amore, il rispetto. L'esistenza del potere come fine a sé stesso.

La sceneggiatura è solida. Molti episodi sono ripresi da fatti realmente accaduti (la festa all'inizio del film, la morte d'un poliziotto dovuta ad una mossa sbagliata, la rivalià tra BRI e BRB). La trama che ne esce è quindi verosimile e non ci sono cali di tensioni durante il film. Con qualche trovata l'autore riesce anche a distillare un momento di poesia in tanta violenza facendoci dubitare sull'esito finale. La violenza é molto presente, sia quella fisica che quella psicologica. L'atmosfera pesante, veramente "noir", è splendidamente resa dalla brevità e dalla densità dei dialoghi (non ci sono parole superflue) e dalla fotografia e i giochi di luce. La colonna sonora é volutamente alta, per ampliare gli effetti e obbligare lo spettatore a concentrarsi sui dialoghi. Le espressioni del viso dei due bravi attori sono riprese spesso in primo piano. La qualità del film è anche dovuta dalla scelta e dal gioco degli attori. Gérard Depardieu recita, per una volta, un ruolo con una sobrietà che non gli si conosceva. Sguardi e mosse calibrate, poco fare manesco. Daniel Auteuil è splendido, lacerato all'interno, si mostra in una delle sue migliori parti. E' una maschera d'emozioni. André Dussollier, nelle vesti di direttore della PJ, con poche parole e un gioco da grande attore, è di un cinismo mozzafiato. Valeria Golino è bravissima nel suo ruolo di moglie di poliziotto. Tra gli altri attori ci sono anche veri poliziotti. Ottimo scenario, ottima fotografia, ottimi attori. 36 Quai des Orfèvres è davvero un ottimo film, come da decenni la Francia non sapeva più farne. La pellicola è annunciata in Italia per il 21 gennaio 2005.