Katie Beckinsale/Selene reindossa l’aderente seconda pelle in latex nero e riaffila i canini per affondarli in quel che resta del precedente Underworld (ripasso necessario, pena l’incomprensibilità dei continui flashback) e addentrarsi di nuovo nei rami dell’albero genealogico che s’intersecano contorti tra le due fazioni, i Vampiri e i Licantropi (i Lycan), nemici giurati da millenni.

In fuga con l’ibrido Michael, che porta in sé i geni di entrambe le fazioni che lo rendono forzutissimo e blu dalla rabbia, rincorre la salvezza fuggendo dal redivivo Markus, Signore delle Tenebre deciso a risvegliare il fratello lupo William dal sonno eterno, per riconquistarsi il mondo. Alias i nuovi Caino e Abele dark, gemelli di morsi diversi ma con destini simili. L’affascinante Vampira pistolera è depositaria di un segreto che può cambiare i destini dei due popoli. La scoperta della verità sarà costellata di combattimenti e lotte all’ultimo sangue/risucchio. Fotografato color metallo e seppia, laccato e impreziosito da facce shakespiriane (Derek Jacobi interpreta il padre capositipite dei fratelli, Alexander) per renderlo più appetibile, non si smuove di un millimetro dalla soap opera gotica di lusso. A farla da padroni, in questo film di Len Wiseman, sono melodrammatici regolamenti di conti in famiglia tra leggende e miti tramandati, con abbondante farcitura d’azione a mitraglia e generosi versamenti di emoglobina. Fracassone e rumoroso, lontano cento anni da quel misto di sensualità e aggressività animalesca connaturati al mito del Vampiro e del Licantropo, ne spettacolarizza gli aspetti più superficiali ricorrendo a espedienti per resurrezioni ad hoc. Cosa non si fa per tenere in piedi il tendone del circo.