Parleremo di farsi la doccia o il bagno, di preferire il caffè o il thé, la bici, il motorino o l'automobile, di andare a fare la spesa.

Mare o montagna, notte o giorno, computer o stilografica.

Detta così sembrerebbe una rubrica frivola. Perché no? Potrebbe anche esserlo, se consideriamo la vita piena di avvenimenti frivoli.

La nostra intenzione è quella di conoscere meglio la vita di chi vive di scrittura, di rendere gli scrittori e le scrittrici vicini a noi, di capire che l'atto della creazione è comune a tutti gli esseri umani.

Che saper scrivere è un dono ma va coltivato. Che ci sono anche i mal di testa e le giornate no nella vita di chi scrive e ha fatto della scrittura il suo vivere.

Che se piove la scrittura può risentirne. Che una giornata di sole può piacere o infastidire.

Che ci vuole una grande forza d'animo per scrivere nonostante si stia male perché c'è una scadenza di consegna che fa pressione.

Parleremo dei trucchi del mestiere, dei rituali per cominciare a scrivere, del famoso terrore della pagina bianca: esiste o è un mito da sfatare?

Ma parleremo anche della vita quotidiana: cosa si preferisce prendere al bar o al ristorante, il proprio piatto preferito, se si fa colazione o meno la mattina, quali sono gli affetti più cari.

Argomenti che potrebbero sembrare banali o inutili perché semplicemente sfiorano la sfera della scrittura o letteralmente sprofondano nella semplicità del vivere.

Perché scrivere è normale e insieme vitale. E' questo lo scopo della rubrica Dietro le quinte: scoprire che il mito della scrittura esiste perché fonda le sue basi sulla normalità della vita.

Piena di guizzi intuitivi, rituali noiosi, schizofrenie e felicità improvvise.

Mauro Smocovich, 1966. Scrittore, curatore di alcune collane editoriali dedicate al noir, del sito carlolucarelli.net e della rivista telematica thrillermagazine.it. Ha scritto L’angelo Curioso/Imperfetto Silenzio (1997) e Non è per niente divertente (2002). Dice di lui Carlo Lucarelli: “Mauro Smocovich è un narratore, e i narratori non hanno paura di usare qualunque espediente, qualunque mezzo, qualunque sfumatura per raccontare le proprie storie.” (SR dal DizioNoir - DelosBooks 2006)