I tre banditi non sanno di svegliare Nonna Callaghan.

Sicuri di ripulire indisturbati una villa di Annone Veneto - provincia di Venezia - puntano la pila su quella che ritengono la più inerme dei suoi abitanti, Rina Bazzan, 95 anni. Ma, non appena aperti gli occhi, la vecchina rivela una tempra degna di una nonna dell'ispettore Callaghan, e affronta a muso duro gli sconosciuti. La sola forza delle sue urla, oltre a destare dal sonno figli nuore e nipoti, basta per mettere in fuga il trio di rapinatori falliti ("Novantenne sventa colpo in villa", Il Gazzettino del

30 ottobre).

L'anonimo automobilista che un lunedì mattina si mette in viaggio lungo la Statale 47, in territorio di Rosà, non sa di essere atteso da un incubo. Lo scopre procedendo dietro il Tir dal cui telone compiaono improvvisamente due manine penzoloni. Chiamata al 113, arrivo di una pattuglia del Commissariato di Bassano, blocco del Tir, e liberazione di Zeta, ragazzino afgano di età indefinibile. Si appura che è partito "mesi prima" da Kabul, diretto alla Germania attraverso un'odissea di camion, container e rifugi di fortuna. E' sporco, affamato, semiassiderato. Nel Tir non viene trovato nessun altro compagno di viaggio, mentre l'autista greco, che dichiara di non sapere nulla del piccolo clandestino, viene rilasciato. Zeta è stato affidato a una comunità per minori ("Due manine fuori dal cassone di un Tir", Il Gazzettino del 23 novembre).

Il clandestino Pero Kragic, muratore serbo di 38 anni, non sa di lavorare alle dipendenze di un criminale del suo stesso Paese di origine, o forse lo sospetta dal momento in cui accetta di sgobbare in nero per sei euro all'ora, sabato compreso. La verità viene a galla la mattina in cui Pero, travolto dal carico di una gru, vola dal quarto piano del cantiere dove sbarca il lunario, in un paese del Padovano. La caduta gli procura traumi gravissimi e dolori lancinanti. Assieme a lui lavorano esclusivamente altri clandestini, per cui il padrone, una volta informato, decide che si può farlo soccorrere, ma con le dovute cautele. Pero passa una giornata intera steso per terra, sulla soglia del coma e in preda ad atroci sofferenze. Solo con il calare dell'oscurità, viene trasportato a chilometri di distanza dal cantiere e abbandonato lungo una strada di Torri di Quartesolo, in provincia di Vicenza. A questo punto i colleghi, prima di darsi alla fuga, chiamano il 118, e un'ambulanza può caricarlo a bordo, spacciato per vittima di un incidente stradale. Dopo tre settimane di ricovero all'ospedale di Vicenza, consapevole di avere rischiato la morte, Pero Kragic racconta la verità ai poliziotti in servizio all'ospedale. Indagini in corso ("Vola da cantiere. Simulato incidente stradale", Il Giornale di Vicenza del 16 novembre).

Vari proprietari di case del Veronese, all'arrivo di quella coppia elegante e felice, a bordo di una Mercedes, non sanno che stanno per cadere in una trappola facendosi versare la caparra per l'immobile in vendita. Se ne accorgono quando, giorni dopo, per le misurazioni dell'appartamento, assieme agli sposini dall'aria così perbene si presenta una carovana di nomadi, con tanto di orda bambini al seguito. E' una visione che solitamente convince chiunque a sospendere su due piedi la trattattiva. Di conseguenza i giovani coniugi sbattono il contratto preliminare sotto il naso del venditore, evidenziando il punto in cui si pattuisce che, in caso di marcia indietro del proprietario - a norma di legge - la caparra va restituita raddoppiata a chi l'ha versata. Finora inutili tutti i tentativi di ricorrere in sede legale da parte dei proprietari incastrati ("Immobili,

acquisti con sorpresa rom", Il Gazzettino del 15 novembre).

Rumori di fondo: Mirco Bolis, sindaco forzista di Torri di Quartesolo (Vicenza), indagato per l'Ufficio tecnico comunale sistemato in un immobile che risulterebbe di proprietà della madre, a cui il Comune stesso verserebbe regolarmente l'affitto (Il Giornale di Vicenza del 2 novembre). Don Nereo Furlan, parroco al Sacro Cuore di Schio fa infuriare i genitori dei 160 bambini della scuola materna perchè, dopo allettante proposta di un gestore della telefonia mobile, avrebbe intenzione di piazzare una stazione radiobase sul tetto dell'asilo (Il Giornale di Vicenza del 30 ottobre).