Il suo obbiettivo è quello di rubare ai ricchi. Punto. Si dichiara l'Arsenio Lupin del XX secolo, cos' il suo nome è Lupin III, ed è un vero mago del travestimento, del trucco, della fuga. Suoi fedeli compagni di lavoro sono Jigen, tiratore dalla mira formidabile, e Goemon, impassibile maestro della katana. E poi c'è Fujiko, bellissima; ma lei non fa parte della squadra e ama provocare Lupin anche sul suo stesso campo, quello del furto. Nemico comune è l'ispettore Zenigata, costretto dagli eventi ad assumersi il ruolo del più probabile perdente. Di Lupin III si raccontano in questo volume alcune delle sue più emozionanti vicende, narrate da bravissimi autori italiani; si va da Il violino degli Holmes a L'esperimento di Kopeko. Gli autori sono: Andrea Baricordi, Massimiliano De Giovanni e Massimo Semerano per i testi e Gianmaria Liani, Jacopo Camagni, Andrea Accardi e Sara Colaone per i disegni. Tutto ovviamente, sotto il controllo del grande autore giapponese di Lupin, ovvero Monkey Punch.

 

Anche i destini dei personaggi dei fumetti sono appesi a un filo. Quello di Lupin III, poi, a seguirlo dalle sue origini, è una vera avventura. Il personaggio nasce infatti nel 1967 sulle pagine di un periodico per adulti, firmato da un mangaka, cioè un autore di fumetti giapponesi, che ha scelto uno pseudonimo inglese: Monkey Punch. In quei manga c’è poco di quello che gli odierni appassionati del Lupin III a cartoni si attendono: le avventure sono brevi, delle gag veloci, dal segno dinamico e caricaturale, basate su un umorismo tipicamente giapponese non sempre facile da decifrare per noi. Di certo una delle principali caratteristiche che emerge in questi fumetti è la visibile emozione che Lupin III prova di fronte alle procaci bellezze femminili che l’autore mostra con una certa generosità. Visto il successo del personaggio fumettistico la Tokyo Movie Shinsha, uno dei più celebri studi per la realizzazione di cartoni animati, decide di tentare la carta Lupin. Per un personaggio nipponico, e non solo, passare dai fumetti alla televisione o al cinema, significa allargare enormemente la propria popolarità e il proprio successo.

 

Monkey Punch è lo pseudonimo di Kazuhiko Kato, nato a Hokkaido in Giappone il 26 maggio 1937.

Questo soprannome non è però una sua idea, bensì della casa editrice per cui pubblicò i primi lavori: notando lo stile quasi western occidentale delle sue tavole, l’editore e il redattore decisero di trovare un nome che avrebbe potuto creare mistero intorno alla sua nazionalità. Fu così che, con suo grande disappunto, nacque il nome Monkey Punch (letteralmente “Pugno di scimmia”), tuttora usato da Kazuhiko Kato per tutte le sue produzioni. Secondo quanto ha dichiarato nelle interviste, il mangaka fu inizialmente influenzato proprio da autori di Mad Magazine come il caricaturista Mort Drucker e il vignettista Sergio Aragonés, ma anche dai classici di Stevenson e Dumas: oltre che su varie modelle viste nel corso degli anni su Playboy, il personaggio di Fujiko Mine è infatti basato anche su Milady di I tre moschettieri.