Con “Almeno un morto”…

Quattordici racconti di esordienti, eccetto quello del già noto Piergiorgio Pulixi con introduzione di Giuseppe Pastore e gradevole prefazione di Romano De Marco. Chiaro che, come faccio quasi sempre in questi casi, volteggerò leggero in qua e là senza farne un sunto lungo e noioso.

Naturalmente la prima cosa che colpisce è la varietà di stile e gusto degli autori. E non poteva essere altrimenti per evitare il rischio di cadere in una monotona e stucchevole ripetitività. Qui il ventaglio di scelta è piuttosto ampio. Si parte, per esempio, dal  racconto movimentato di Pulixi, ricco di colpi di scena, di violenza e tradimento, ovvero una lotta all’ultimo sangue tra due clan della Corsica. E ci si può ritrovare, dopo un certo tragitto, nell’”appartamento da scapoli sito al 221 di Baker Street.” Insomma tra le classiche deduzioni dei nostri Holmes e Watson. Niente lotte all’ultimo sangue ma la risoluzione della morte di un conte, avvenuta per avvelenamento. Solo bisogna capire come…

La donna al centro della scena. Ci voleva. Come Miriam. Cinquant’anni, matrimonio fallito, un incontro che sembra ridarle fiducia. Nuove sensazioni, nuovi desideri. La vita che rinasce. Realtà o illusione?…Una pagina di calendario per camionisti con una bionda, nuda, seduta su una slitta a gambe aperte. Miss Gennaio che dà il titolo al racconto. Una madre che cerca la figlia scomparsa con l’aiuto dell’investigatore Manlio Rune. Tre impiccati e giro di ragazze sfruttate per la prostituzione…Napoli. Andrea che vende detersivi. Una casa, una bambina. Seduta a terra con le gambe incrociate, ai piedi di un letto dove una giovane donna stringe un bambino di pochi mesi. Morti. Uccisi. Chissà perché, chissà come…Un sogno, un bel sogno al centro della costruzione di una storia. Un sogno che sembra realtà. E il protagonista è incerto, confuso…Una rivelazione.  Terribile  “Giulia, venti anni fa, in questa casa, in questa stessa stanza, io uccisi suo padre.” Sconvolgente ma…ma può, addirittura, venir utile…Un testimone cieco di un delitto “L’assassino è un uomo giovane, di bassa statura e, sicuramente, soffre di qualche patologia per cui è sottoposto a cure.” Il commissario Presti non ci crede. Impossibile. Eppure…

Mi fermo, anche se non mancano certo altri spunti da segnalare. Quattordici racconti di varia lunghezza, non tutti allo stesso livello (capita in ogni antologia), ognuno con un suo “taglio” particolare, thriller o poliziesco che sia, espresso in modi e tempi diversi: azione, ferocia, tradimento, scontri e spari, il marcio nella polizia, le indagini, i dubbi, gli assilli, i colpi di scena, il passato che riemerge terribile, la luce improvvisa che si accende a risolvere il caso. Matrimoni allo sbando, l’indifferenza dell’uomo, la solitudine della donna, momenti di tensione ma anche di malinconia, la ricerca di un affetto, dell’amore, di un senso da dare alla vita. E poi ancora paura, brivido, rancore, odio, il cambio di identità, il sorriso che si insinua, pallido, tra spasmi di sangue e qualche sussulto, leggero, di umanità.

Come scrive Romano De Marco in queste opere di esordienti è possibile trovare “quella scintilla, quel guizzo, quell’idea” che attira il lettore.

Buona lettura.