Per l'iniziativa "Estate 2018: Leggiamo italiano" ho incontrato uno degli autori più attivi in ogni campo dell'editoria italiana.

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Settembre 2012. Latina, sul litorale laziale. Dopo una afosissima giornata passata al GialloLatino 2012 stiamo raggiungendo il ristorante in una sera tarda piacevolmente fresca. Nel buio di una Latina ben poco popolata tre ombre si aggirano in un parco, tre dispersi che erano convinti di sapere dove fosse il ristorante e invece si ritrovano persi nel buio di una città ignota.

I tre dispersi sono Andrea Carlo Cappi, Stefano Di Marino… ed io!

Visto che il festival letterario si svolgeva vicino Roma, ho deciso di fare una pazzia e ho sfidato la mia naturale pigrizia: così per quattro giorni mi sono ritrovato circondato da tutti gli scrittori che ho intervistato nel tempo per ThrillerMagazine e che ogni giorno frequentavo nei social. Ho poi scoperto che al contrario degli altri spettatori del festival ho un pregio in più: mi sono presentato con l'auto, diventando immediatamente l'autista della comitiva. (Già il primo giorno mi sono ritrovato a girare per Latina in auto con Cristiana Astori, e guarda caso avevo nello zaino una copia del suo capolavoro Tutto quel nero pronta per essere autografata…)

Torniamo a quella tarda sera di settembre. Eravamo al centro di un non meglio identificato parco quando ho fatto mente locale sulla situazione. Ci sono io, che non sono nessuno, in una situazione potenzialmente pericolosa insieme a due noti romanzieri. Non ricordo le mie esatte parole, ma quello che d'un tratto dissi ad alta volce suonava all'incirca così: «Se questo fosse uno dei vostri romanzi… io sarei il personaggio secondario che partecipa all'azione pericolosa solo perché serve qualcuno da far ammazzare!»

Non ricordo le risposte, ma il succo lo riassunse perfettamente Cappi, che rispose: «Sì, è proprio così». E detto mentre si è dispersi nella notte di una città ignota non è proprio qualcosa di rassicurante…

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Per leggere l'intervista, ecco il link.