La Einaudi porta in libreria un nuovo grande giallo firmato da Fred Vargas: Il morso della reclusa (Quand sort la recluse, 2017).

La trama

- Non ci posso credere, – disse Danglard, – non ci voglio credere. Torni fra noi, commissario. Ma in quali nebbie ha perso la vista, porca miseria?

- Nella nebbia ci vedo benissimo, – replicò Adamsberg in tono un po' secco, appoggiando i palmi sul tavolo. – Anzi, meglio che altrove.

Quindi sarò chiaro, Danglard. Non credo a una moltiplicazione delle recluse. Non credo a una mutazione del loro veleno, cosí grave e cosí improvvisa. Credo che quei tre uomini siano stati assassinati.

Il commissario Jean-Baptiste Adamsberg è costretto a rientrare prima del tempo dalle vacanze in Islanda per seguire le indagini su un omicidio. Il caso è ben presto risolto, ma la sua attenzione viene subito attirata da quella che sembra una serie di sfortunati incidenti: tre anziani che, nel Sud della Francia, sono stati uccisi da una particolare specie di ragno velenoso, comunemente detto reclusa. Opinione pubblica, studiosi e polizia sono persuasi che si tratti di semplice fatalità, tanto che la regione è ormai in preda alla nevrosi. Adamsberg, però, non è d'accordo. E, contro tutto e tutti, seguendo il proprio istinto comincia a scandagliare il passato delle vittime.

L'incipit

Seduto su uno scoglio del molo, al porto, Adamsberg guardava i marinai di Grimsey che rientravano dalla pesca quotidiana, attraccavano, sollevavano le reti. Lí, su quella isoletta islandese, lo chiamavano «Berg». Vento dal largo, undici gradi, sole opaco e puzza di scarti di pesce. Non ricordava piú che poco tempo prima era un commissario, a capo di ventisette agenti all’Anticrimine di Parigi, tredicesimo arrondissement. Gli era caduto il cellulare negli escrementi di una capra, che ce l’aveva sepolto dentro con un impeccabile colpo di zoccolo, senza aggressività. Un modo inedito di perdere il cellulare, e Adamsberg l’aveva apprezzato come meritava.

Stava arrivando al porto anche Gunnlaugur, il proprietario della piccola locanda, a scegliere i pesci migliori per la cena. Adamsberg, sorridente, gli fece un cenno di saluto. Ma Gunnlaugur non aveva la faccia dei giorni buoni. Con le bionde sopracciglia aggrottate si diresse verso di lui, senza degnare di uno sguardo le cassette dei pesci, e gli porse un messaggio.

Fyrir big [Per te], – disse indicandolo con un dito.

Ég? [Me?]

Adamsberg, incapace di memorizzare i piú puerili rudimenti di qualunque lingua straniera, lí aveva acquisito, inspiegabilmente, un bagaglio di circa settanta parole, il tutto in diciassette giorni. Gli parlavano nel modo piú semplice possibile, con tanti gesti.

L'autore

Fred Vargas è uno pseudonimo. L'autrice ha deciso di adottarlo in omaggio alla sorella gemella Jo, una pittrice che nelle sue opere si firma appunto Vargas (Vargas è il cognome del personaggio interpretato da Ava Gardner nel film La contessa scalza). È figlia di una chimica e di un surrealista. È ricercatrice di archeozoologia presso il Centro nazionale francese per le ricerche scientifiche (Cnrs), ed è specializzata in medievistica. Per cinque anni ha lavorato sui meccanismi di trasmissione della peste dagli animali all'uomo. Scrive ogni suo romanzo in ventuno giorni, durante il periodo di vacanza che si concede ogni anno. Rivede poi il testo per tre o quattro mesi, con il suo editor privilegiato: la sorella Jo. Scrive dall'85. Dal '92 ha pubblicato quasi un libro l'anno. È tradotta in 22 lingue ed è considerata l'anti-Patricia Cornwell. A tal proposito, ha dichiarato che «il poliziesco è una specie di favola, ironica o tragica o cerebrale. Non sopporto i gialli ultraviolenti che raccontano crimini complicatissimi (che nella realtà non esistono): un delitto è sempre semplice». Questo non le impedisce certo di dispiegare nei suoi romanzi una straordinaria visionarietà, unita a una capacità di indagine psicologica e alla passione per meticolose ricostruzioni ambientali.

Info

Il morso della reclusa di Fred Vargas (Einaudi – Stile Libero Big), 440 pagine, euro 20,00 (in eBook, euro 9,99) – ISBN 9788806236830 – Traduzione di Margherita Botto