La Newton Compton porta in libreria un grande romanzo a sfondo storico firmato da Andrea Frediani e Massimo Lugli: Lo chiamavano Gladiatore.

La trama

Roma, I secolo d.C., sotto l'imperatore Tito. Aurelio fa fallire l’impresa che gli ha lasciato il padre e, minacciato dagli usurai, è costretto a farsi schiavo per i troppi debiti. Finisce così in una scuola di gladiatori: ha talento nell’arena, ma deve fronteggiare la rivalità dei compagni. Un aiuto gli arriva da Clovia, una donna senza scrupoli che, grazie a una misteriosa pozione, ha trovato il modo per potenziare le doti atletiche dei combattenti su cui scommette…

Roma, giorni nostri. Valerio si è innamorato di una prostituta ed è determinato a liberarla dai suoi protettori. Da quando è finito sul lastrico, rovinato dal suo socio in affari, però, non ha più un soldo e l’unica sua fonte di guadagno sono i combattimenti clandestini di arti marziali. Per sopravvivere in quel mondo spietato, sarà costretto a ricorrere a soluzioni più estreme… E questo, per quanto strano possa apparire, legherà il destino di Valerio a quello di Aurelio, vissuto duemila anni prima. Per entrambi i combattenti, dietro l’angolo si nasconde l’insidia che potrebbe distruggere le loro vite.

L'incipit

Fu come se una frana si fosse abbattuta sulla sua casa, frantumando e dilaniando in un istante tutto ciò per cui aveva lavorato e penato una vita intera.

Aurelio Cecina si guardò intorno. Fissò incredulo lo scrittoio su cui aveva trascorso le sue giornate a far quadrare i conti della sua sfortunata attività. Scrutò nella penombra, rischiarata a stento dalle lucerne appese alle pareti, cercando di capire cosa poteva salvare dal disastro. Presto la frana avrebbe finito di travolgere la sua vita, lasciandolo in balia dei creditori, degli strozzini cui si era aggrappato per illudersi di potersela cavare, degli stenti e della pietà degli amici di un tempo. O forse no: la pietà, probabilmente, se la sarebbe risparmiata, a giudicare dalla rapidità con cui quegli amici si erano dileguati nelle ultime settimane, fin da quando aveva iniziato a diffondersi la voce del suo fallimento.

Perfino Cecilia non si faceva più viva da giorni. Aurelio si accasciò sulla sedia ripensando all'espressione disgustata che aveva fatto la sua promessa sposa quando le aveva annunciato di non avere più un sesterzio e di dover rimandare le nozze a data da destinarsi. Nessuno sgomento, nessun dispiacere: solo disprezzo, rabbia, su quel bel viso che era sempre stato l'ultima immagine con cui si addormentava e la prima con cui si risvegliava da due anni. Lei, ragazza di umili natali, figlia di un fabbro, cresciuta nella Suburra, aveva visto subito in lui non solo un giovane di bell'aspetto e benestante, ma anche un'opportunità per emanciparsi dalla vita precaria in cui l'aveva precipitata la morte precoce del padre, obbligandola a lavori servili per aiutare la madre a tirare avanti. E in un istante, con quel ferale annuncio, Aurelio si era reso conto di aver infranto tutti i suoi sogni.

Gli autori

Andrea Frediani è nato a Roma nel 1963; consulente scientifico della rivista «Focus Wars», ha collaborato con numerose riviste specializzate. Con la Newton Compton ha pubblicato diversi saggi. Le sue opere sono state tradotte in sette lingue. Il suo sito è www.andreafrediani.it

Massimo Lugli, giornalista di «la Repubblica», si è occupato di cronaca nera come inviato speciale per 40 anni. Cintura nera di karate e istruttore di tai ki kung, pratica fin da bambino le arti marziali di cui parla nei suoi romanzi.

Info

Lo chiamavano Gladiatore di Andrea Frediani e Massimo Lugli (Newton Compton – Nuova Narrativa Newton n. 826), 384 pagine, euro 10,00 (in eBook, euro 2,99) – ISBN 9788822714213