La Newton Compton porta in libreria un nuovo grande romanzo a sfondo storico firmato da Douglas Jackson: Nel segno di Roma (Sword of Rome, 2013).

La trama

68 d.C. il regno sanguinoso dell’imperatore Nerone sta giungendo alla sua fine quando Gaio Valerio Verre viene inviato in missione a Roma. Con la morte di Nerone, infatti, la città tira un sospiro di sollievo e l’attesa del successore in arrivo dalla Spagna, Servio Sulpicio Galba, si fa febbrile. Ma le speranze di tutti sono destinate a rimanere deluse. Il principato di Galba infatti finisce appena un mese dopo il suo arrivo, in una carneficina, e l’anno che segue, conosciuto come l’Anno dei Quattro Imperatori, è un periodo di guerra civile che mette Roma in ginocchio. Morto Galba, Valerio viene incaricato da Otone, il nuovo imperatore, di raggiungere Vitellio, comandante delle armate a nord. La legione è in marcia verso Roma e solo Valerio può persuadere Vitellio a fermarsi prima dell’inevitabile conflitto. Dovrà affrontare ogni sorta di pericolo, attraversare territori divisi tra fazioni, per compiere la sua missione e fermare il bagno di sangue annunciato. E il nemico più implacabile che abbia mai affrontato è pronto a colpire.

L'incipit

Gallia meridionale, maggio, anno 68 d.C.

Era morta proteggendo suo figlio, sembrava evidente. Una mano minuscola, le dita già tumefatte dal caldo soffocante, giaceva col palmo in su appena visibile sotto l'orlo della logora tunica grigia che le copriva il corpo. I capelli corvini che fluttuavano nella lieve brezza erano ancora splendenti, nei punti non incrostati da sangue e materia cerebrale fuorusciti dall'orrenda ferita al cranio. Gaio Valerio Verre era grato di non poter vedere il volto della madre. Alzò gli occhi ai corvi e agli avvoltoi che volavano in cerchio nel cielo assurdamente azzurro; le loro grida di protesta, per essere stati disturbati durante il banchetto,e rano un improbabile lamento funebre per i caduti. Con stanca rassegnazione tornò in sella al grande roano e ispezionò i mucchi di cadaveri gonfi, che giacevano come vermi sparpagliati sul campod i mais non ancora maturo, tra il bosco e i filari di ulivi.

«Dovevano essersi nascosti tra gli alberi», disse accigliato. «Ma chiunque li abbia uccisi deve averli stanati e poi rincorsi quando hanno cercato di scappare».

«Che importanza ha?». Colui che gli aveva risposto era riuscito a infondere nella propria voce impazienza ed arrovanza in egual misura. «Sono solo un mucchio di paesani barbari. Stiamo perdendo tempo».

Valerio si voltò a guardare il suo compagno. Detestava il modo in cui Marco Salvio Otone sapeva essere irritante. Di pochi anni più anziano, e dello stesso rango senatorio, continuava a trattarlo come se fosse un tribuno novizio alla sua prima campagna. Un uomo ricco sul suo cavallo da ricchi, Otone aveva capelli ricci scuri e il volto di chi non ha mai conosciuto la fame. Sopracciglia folte sopra occhi liquidi, quasi femminili; occhi delicati che ammorbidivano un naso simile al rostro di una nave e un'arrogante consapevolezza della propria importanza. La cavalleria di scorta, una truppa di arcieri a cavallo di qualche selvaggia tribù vascone proveniente dalla regione più a nord della Spagna, facevano riposare i destrieri all'ombra degli ulivi vicini. Avevano cavalcato per diciotto giorni da quando avevano lasciato Cartagine Nuova, gli ultimi percorrendo un paesaggio saccheggiato e terrorizzato, effetto di una ribellione fallita. Spossatezza e fame erano scritte a chiare lettere nelle profonde rughe dei loro volti. Valerio tenne la voce bassa, per non farsi sentire dagli altri.

L'autore

Douglas Jackson è un ex giornalista e nutre da sempre una grande passione per la storia romana. Vive in Scozia, con la moglie e tre figli. I suoi libri sono tradotti in 12 Paesi.

Info

Nel segno di Roma di Douglas Jackson (Newton Compton – Nuova Narrativa Newton n. 810), 432 pagine, euro 10,00 (in eBook, euro 4,99) – ISBN 9788822711601 – Traduzione di Emanuele Megalli