Siglufjörður è una cittadina dell’estremo nord del mondo. Nella parte più a settentrione dell’Islanda, a un passo dal circolo polare, una cittadina di poco più di mille abitanti, dediti principalmente alla pesca, e che vedono la loro vita condizionata e guidata da una natura estrema, fatta di buio perenne nei mesi invernali e potenti tempeste di neve. In questo luogo “ameno” giunge una faccia nuova, un forestiero. Lui è Ari Ƥòr, un giovane agente di polizia al suo primo incarico, che per seguire il corso del suo destino ha lasciato la “ridente” Reykjavík e la sua bella fidanzata per cercare la sua strada in mezzo ai ghiacci di questa landa sperduta.

Un posto freddo e lontano, ma fondamentalmente tranquillo e monotono, in cui non succede mai nulla, a parte qualche ubriaco del fine settimana. Ma l’arrivo di Ari lascia il segno in una comunità immobile come un acquario, dopo breve un tragico incidente durante una prova della locale filodrammatica uccide un famoso scrittore che aveva fatto della cittadina il suo ultimo rifugio e una donna viene trovata seminuda in una pozza di sangue durante una furiosa tempesta. Due fatti tragici e inspiegabili, che non sembrano avere nulla in comune. Ma Ari la pensa diversamente e inizierà una lenta e complessa indagine.

L’angelo della neve di Ragnar Jònasson è pubblicato in Italia da Marsilio Editore (nella collana farfalle – GialloSvezia) e si tratta del primo romanzo della serie Dark Iceland. Un successo internazionale tradotto in 13 Paesi.

Quello che colpisce di questo splendido romanzo è che ci troviamo di fronte a un tipico giallo classico inglese, nella migliore delle tradizioni dell’età dell’oro di questo genere. Ma il tutto non è ambientato in un castello vittoriano, con impassibili maggiordomi e giovani debuttanti della buona società, ma bensì nel’estremo nord, fra ghiaccio e neve, aurore boreali e lunghi silenzi.

Si tratta di una storia ben congeniata, complessa e divertente. Un’inestricabile groviglio di indizi, sospetti e  segreti che, pagina dopo pagina, il nostro tenace e a volte sprovveduto Ari provvederà a dipanare.

I punti di forza del romanzo sono molti e notevoli. Un’ambientazione originale e accattivante, una storia ben strutturata e solida, una piccola comunità di abitanti in cui tutti si conoscono, tutti hanno dei segreti, e tutti possono essere i colpevoli. E poi c’è la scrittura di Jònasson, fluida, ben calibrata e senza sbavature, un piacere per il lettore.

Ma su tutto spicca lui. Il protagonista. Ari Ƥòr un giovane poliziotto, con un passato da studente di teologia (che in città si ostinano a chiamare “reverendo”), orfano e con una fidanzata bellissima che ha lasciato a Reykjavík, un ragazzo con mille dubbi e incertezze, ma dotato di un grande intuito. Il suo personaggio crea immediata simpatia ed empatia, è ben costruito e sfaccettato, reale e coinvolgente, e nostro malgrado non potremo non essere al suo fianco nelle lunghe notti solitarie di quell’angolo sperduto d’Islanda. Così come non potremo non accompagnarlo nella sua tormentata storia d’amore, che costituisce ulteriore pregio di questo libro.

Una storia bellissima, un piacere per il lettore. Un romanzo sorprendente e accattivante. Una serie da conoscere, leggere e apprezzare.