Il romanzo Fore Morra (2016) ha un sottotitolo molto indicativo: Senza redenzione, ed è stato scritto da Diego Di Dio, autore ben conosciuto a quanti amano romanzi e racconti gialli e/o thriller.

Nel presente romanzo narra la vita e le imprese di una coppia napoletana di killer.

Lei si chiama Alisa, lui Buba. I due non sono legati ad alcun clan camorristico, sono dei “liberi professionisti” e prestano la loro opera dietro pagamento. Sono molto richiesti in quanto agiscono in modo professionale e portano sempre a termine i compiti che vengono loro affidati.

Di Alisa, tramite flashback il lettore può seguire la sua travagliata vita sin da quando aveva solo dodici anni. Orfana di madre, morta durante il parto, l’ha cresciuta il padre senza affetto in quanto lui la incolpa della morte della moglie. Pertanto per Alisa ci sono solo rimproveri e botte che diventano sempre più pesanti man mano che cresce. Il padre si arrangia con piccoli lavori come vendere smartphone rubati o taroccati, accendini e sigarette di contrabbando sino allo spaccio di droga. In queste attività anche la bambina era coinvolta dal padre. La ribellione della sedicenne  Alisa avviene quando il padre, per entrare nelle grazie di un boss, la vende letteralmente a questi.

Dopo aver subito ripetute violenze, Alisa rientra piangente e sconvolta a casa ma viene aggredita e malmenata pesantemente dal padre per non essere rimasta dal boss tutta la notte; lei per difendersi lo accoltella e poi fugge. Riesce poi a cavarsela alla meno peggio con vari espedienti e  grazie anche all’incontro con Pavella uno strano personaggio, dal sesso incerto che vive di elemosine; sino all’incontro con Buba con il quale cambierà totalmente vita diventando, appunto una killer.

Un giorno ricevono l’incarico, ben pagato, di uccidere un piccolo delinquente. Il tutto però si rivela una trappola in quanto sono loro due che devono essere uccisi. Entrambi vengono feriti a scampano all’agguato ma da quel momento entrano nel mirino di un misterioso boss che li vuole uccidere a ogni costo anche se l’obiettivo principale è proprio Alisa.

Sempre in fuga inseguiti anche dalle forze dell’ordine e da vari killer la domanda che si pongono è solo una: chi è il misterioso boss che dà loro la caccia e perché vuole a tutti i costi uccidere la ragazza.

Un brano:

Mi misi carponi, poi mi alzai con qualche difficoltà. La testa girava, la stanza ubriaca mi vorticava intorno.

Don Antonello mi raggiunse con un sorriso.

«Non fare la scema.» Mi cinse con un braccio e iniziò a baciarmi il collo. Io mi divincolai, lo spinsi lontano e gli tirai uno schiaffo. Fu un movimento repentino, istintivo, del quale non mi accorsi del tutto.

«Voglio uscire!» ruggii, voltandomi. Mi mossi verso la porta, ma caddi di nuovo, stavolta in avanti.

Don Antonello si posizionò di fronte all'uscio e si portò una mano al viso. «Puttana» mormorò. I suoi occhi avevano subito una metamorfosi così improvvisa e radicale che mi spaventarono. Erano stretti in due fessure accese. «Adesso fai la brava, sennò qua finisce male.»

«Voglio tornare da papà» mi sentii piagnucolare.

«Tuo padre ti ha venduta.»

Fu l'ultima cosa che udii. Prima degli schiaffi.

Il primo mi beccò dritto sulla bocca. All'inizio non sentii nulla, anestetizzata dall'alcol. Mi portai un dito alle labbra e me lo ritrovai sporco di sangue. Il secondo schiaffo mi colpì in piena faccia. Sentii un vago pizzicore, ma niente di più. Quando mi guardai intorno e vidi la maniglia della porta del bagno, mi resi conto di essere crollata a terra.

Don Antonello mi sollevò come fossi una bambola di stracci. Mi trascinò in camera da letto, adagiandomi sulle lenzuola. Poi scomparve e tornò dopo pochi secondi con un pacco di fazzolettini.

«Ti fa male?» chiese mentre mi asciugava il sangue dalle labbra. «Ecco, se non facevi la stupida non succedeva.»

Io non risposi. La stanza in penombra ondeggiava senza sosta, e il dolore al viso era una sensazione lieve. Da qualche parte si accese un abat-jour, poi mani ruvide si mossero sul mio corpo.

“Tuo padre ti ha venduta”.

Mi ripetei quella frase in mente, senza sosta. La scandii mentre piangevo in silenzio, mentre lacrime e sangue si mischiavano sul mio viso, mentre don Antonello mi spogliava con gesti lenti.

l’autore:

Diego Di Dio è nato nel 1985. Con un trolley sempre appresso ha vissuto a Procida, Napoli, Roma, Formia. Laureato in giurisprudenza, in seguito ha fondato l'agenzia letteraria Saper Scrivere. Ha pubblicato, con il Giallo Mondadori, i racconti I dodici apostoli, Il canto dei gabbiani (menzione d'onore al Gran Giallo Città di Cattolica) e L'uomo dei cani. Ha vinto, per due volte, il premio Writers Magazine Italia, con i racconti C'è ancora tempo e Il trampolino. Ha vinto, inoltre, il Nero Premio e il premio Mario Casacci (Orme Gialle). Ha pubblicato, con la Delos Digital, i racconti thriller Scala reale e La bambina della pioggia. Fore morra è il suo primo romanzo

la quarta:

Alisa e Buba sono due sicari. Entrambi sono professionali, spietati, ben noti nell’ambiente. Lavorano insieme, ma non potrebbero essere più diversi. Buba è un uomo possente, maniacale, una perfetta macchina di morte dal passato ambiguo e oscuro. Alisa è una sopravvissuta. Si porta dietro il fardello di un’infanzia trascorsa tra violenze e angherie, tra abusi e povertà: è cresciuta ai margini di una società feroce e impietosa. Quando viene commissionato loro l’omicidio di un piccolo camorrista, scoprono che si tratta di una trappola architettata da un uomo potente e determinato, chiamato “il boss”, e di cui si sa una cosa sola: il suo obiettivo è catturare Alisa, catturarla viva. Andando a ritroso nella memoria, esplorando i tormenti e le violenze subite nella sua vita, Alisa dovrà capire chi si nasconde dietro la grande macchinazione congegnata ai suoi danni. Lei e Buba dovranno addentrarsi tra i quartieri di Napoli e negli antri bui della mente umana, per scoprire quanto profondo e devastante possa essere l’odio di un uomo tradito.

Fore Morra. Senza redenzione di Diego di Dio 

Fanucci Editore, marchio Timecrime, pagg. 314, euro 12,90