E’ una vita che lo aspetto al varco…

E’ una vita che aspetto al varco Maurizio de Giovanni. Da quando uscì fuori con Il senso del dolore del 2007. D’accordo sono solo dieci anni che lo aspetto…

Ma andiamo al sodo. Napoli, giugno 2016. Un morto ammazzato per i Bastardi di Pizzofalcone, la famosa banda di reietti che si sta riprendendo le sue brave rivincite, proprio vicino al commissariato. Più precisamente il “Principe dell’Alba” Granato Pasquale, proprietario di un forno. Si parte in tromba ma c’è l’Antimafia, nella persona del sostituto procuratore Diego Buffardi, a mettere i bastoni fra le ruote. Quello è un omicidio mafioso, dice, che spetta a loro. Il morto aveva fatto una testimonianza, anche se ritrattata, che aveva dato fastidio ad un boss locale. Ma l’ispettore Lojacono (il Cinese), presente sul luogo dell’omicidio, ha subito capito che la mafia non c’entra un fico secco e ti snocciola, davanti a tutta la combriccola dei Bastardi, nove deduzioni da Sherlock Holmes. Conflitto di poteri, i nostri rientrano in gioco, Buffardi da una parte e loro dall’altra, entrambi per scoprire la verità. Iniziano le indagini e gli interrogatori dei parenti e di chi, in qualche modo, conosceva il defunto. Chi avrà ragione? Alla fine il mistero sarà svelato. E’ domenica e tutte le cose torneranno al loro posto. Quasi tutte…

Poi ci sono le storie. Le storie personali dei Bastardi che si intrecciano con gli eventi narrati. Continui turbamenti e conflitti nei loro animi. La storia d’amore dell’ispettore Lojacono, divorziato dalla ex moglie Sonia, con il magistrato sardo Laura Piras che non va tanto bene. Praticamente ad un bivio. Continuare o smettere?. La storia dell’assistente capo Francesco Romano (Hulk), la sua solitudine, il divorzio dalla moglie Giorgia, la sospensione per avere quasi ucciso uno spacciatore, il riscatto con il lavoro proprio lì in quel ghetto, il ritrovamento di una bambina accanto a un cassonetto che segue come se fosse suo padre. La storia di Alessandra Di Nardo (Alex), la figlia del generale, lesbica. Ha avuto una relazione nascosta con Martone Rosaria, capo della polizia Scientifica da cui è uscita tradita e con il cuore a pezzi (si ricomporrà?). Quella di Giorgio Pisanelli (il Presidente, persa la moglie e molto malato) che si intestardisce sui finti suicidi. Eccone un altro bello caldo; un professore impiccato. E sul luogo del delitto una penna. La sua. E poi c’è Marco Aragona (Serpico), un po’ ganzo, un po’ simpatica macchietta che strappa il sorriso e segue, insieme ad Alex, il caso di uno stalking. C’è il commissario Luigi Palma (Gigi) innamorato di Ottavia Calabrese (Mammina), la vice sovrintendente addetta al computer, sposata con figlio problematico. Non manca alla Trattoria “Da Letizia”, proprio Letizia, belloccia il giusto, innamorata di Lojacono (lo dice anche la figlia Marinella) non ricambiata.

Insieme alle sofferte storie personali gli spunti su una società problematica e ingiusta: il vecchietto povero al mercato che ruba un pezzo di formaggio; due ragazzi che rubano in farmacia per il loro figlio; uno sguardo su chi è costretto a vivere in macchina. Squarci di vita, di povertà e miseria con il controcanto ironico che c’è pane per tutti. Momenti di pathos (il bimbo che chiede dello zio morto), momenti in cui qualcosa si rimescola nel nostro petto. Una frecciatina ai film, telefilm e gialli dove tutto torna alla perfezione.

Dunque è una vita che aspetto al varco Maurizio de Giovanni. D’accordo, sono solo dieci anni che sono lì, con il fucile puntato pronto a sparare su qualche suo difetto, su una caduta di stile, su qualche errore grossolano, sul sentimento che diventa una melassa di penoso sentimentalismo, su qualcosa di troppo, di  strabordante. Mai colto in fallo.

Ma qui l’ho beccato. Piangono tutti! Piange il ragazzo Christian, piange Alessandra di Nardo, piange la madre di Alessandra Di Nardo, piange Giorgia, piange la professoressa Loredana Toppoli, piange, anzi singhiozza, Mimma Marino, piange Francesco Romano, finché aripiange Giorgia che fu l’ultima. (Manzoni). Un torrente, una marea, un oceano di lacrime.

Ti ho beccato in flagranza di recidiva piangente, Maurizio!

P.S.

D’accordo. Libro molto bello e commovente.