L’ombra del padre

Con il detective William Murdoch…

L’ombra del padre di Maureen Jennings, Mondadori 2016.

“Le vie del delitto sono infinite, lo sa bene il detective William Murdoch della polizia di Toronto. Ma davvero imprevedibile è il modo in cui un ordinario episodio criminale finirà per intrecciarsi con la sua vita privata. Tutto ha inizio quando il proprietario di un cane da combattimento accusa un rivale, un certo Delaney, di giocare sporco, per vedersi qualche ora dopo accusato del suo assassinio.”

Il rivale si chiama Harry Murdoch ed è il padre del nostro William. Ecco che riemerge la storia della sua vita, la violenza di Harry verso la famiglia, la sottomissione della madre, il fratello Bertie con difficoltà di apprendimento, la sorella Susanna che si fa suora con il nome di Philomena. Il nucleo centrale della storia è questo, vissuto nell’animo dei protagonisti, momento dopo momento durante i loro incontri al carcere. Sentimenti che si intersecano, accavallano e oscillano insieme ai ricordi: il cuore che batte all’impazzata, la bocca asciutta, dubbio,  incertezza, rancore, gli scontri, l’odio che riemerge insieme a piccoli gesti di riavvicinamento (la mano sulla spalla del figlio).

Il padre sembra sincero nell’affermare la sua innocenza, e allora William da vita ad una indagine del tutto personale sotto falso nome, per tirar fuori una verità che si cela dietro false apparenze. Spunti a braccio: sul luogo del delitto a ricercare qualche traccia, in giro a chiedere ed informarsi sull’accaduto, il suo innamoramento con Enid, un po’ di sesso, la buona tavola (trota salmonata, cosciotto di montone, lingua di bufalo, filetto di cervo…), piccoli scorci sulla società del tempo, la ragazza ritardata tenuta fuori al laccio come un cane, una persona sparita, banconote false, bontà d’animo del nostro (episodio della gallina), sensualità, passione, il sogno, la forza di andare fino in fondo (occhio anche ai cani). Indagine dura tra personaggi sicuri della colpevolezza di Harry che sembrano nascondere segreti e qualche zona d’ombra.

Una bella storia, costruita sapientemente, soprattutto di introspezione psicologica con sprazzi di pura commozione.