Un felice ritorno alla scrittura di Andrea Molesini di cui la Rizzoli pubblica la sua ultima fatica con il titolo La solitudine dell’assassino (2016), un titolo che riflette in pieno quanto viene narrato,

I protagonisti della vicenda sono due persone diversissimi per età, per carattere e per come hanno affrontato le varie vicissitudini della vita.

La vicenda si svolge a Trieste, uno dei protagonisti si chiama Luca Rainer, un quasi quarantenne, scapolo il cui unico parente è Diana, la sorella; sono orfani di entrambi i genitori, la madre morta da non troppi anni era avvocato e dal padre, alla sua morte, ha ereditato, insieme alla sorella, una bella barca a vela.

Luca vive facendo traduzioni, lavoro apprezzato da vari editori. Il secondo protagonista si chiama Carlo Malaguti, è un uomo che ha più di ottanta anni e ne ha passati oltre venti in carcere per aver compiuto un omicidio, ma durante il processo non ha mai detto perché ha ucciso e ha rifiutato di difendersi mantenendo un ostinato silenzio, ora è a fine pena e deve essere scarcerato.

Luca Rainer viene convocato da Tullia Basile la direttrice del carcere soprannominata la “Vecchia Blu” per via dei suoi capelli bianchi raccolti dietro la nuca e per indossare sempre un tailleur blu.

Quest’ultima chiede al traduttore se vuole intervistare Malaguti che ha promesso di raccontare il perché di quell’omicidio commesso vent’anni prima. La richiesta è stata espressa dal carcerato, persona istruita, che ha letto e apprezzato le tante traduzioni fatte da Rainer.

Tra i due inizia un colloquio dapprima difficoltoso, poi conoscendosi meglio subentra una stima reciproca e il traduttore aiuta l’ergastolano nella sua uscita dal carcere e nel suo rientro nel “mondo di fuori”, nel contempo inizia il racconto dell’uomo che parte da quando Carlo Malaguti, nel 1944 durante la guerra e l’occupazione dei tedeschi, era ancora un ragazzo che insieme a un amico si nascondeva per non andare in guerra e in quel periodo era innamorato di una ragazza ebrea che viveva nella zona, in una baracca nascosta ai più.

Il racconto, si interrompe molte volte, alternando fatti sulla vita attuale, su cosa aveva passato in carcere con le relazioni dei colloqui di Rainer con il suo editore al quale offre il libro che andrà a scrivere sulla storia che Malaguti racconta. Il racconto si interrompe numerose altre volte e riprende in parte con un viaggio, sulla barca a vela di Rainer, verso la Grecia.

In uno dei capitoli più avvincenti Malaguti viene catturato dai tedeschi che lo torturano per vari giorni e a queste torture assiste anche una segretaria italiana che di nascosto dagli agenti lo invita a dire “qualcosa” per far cessare le torture. Lui ormai allo stremo firma una confessione (battuta a macchina dalla segretaria) nella quale afferma di sapere dove si nascondeva la ragazza ebrea, quest’ultima  alla vista dei soldati preferisce dar fuoco alla sua baracca e con un vetro tagliarsi la gola. Il ricordo di quanto accaduto lo ha sempre perseguitato e forse per questo l’ex ergastolano si suicida tagliandosi anche lui la gola con un vetro rotto.

Qualche giorno dopo Tullia Basile gli consegna una busta contenente una lunga lettera di Malaguti dove narra chi era la persona che lui aveva ucciso vent’anni prima, il motivo e il perché al processo non si era difeso.

Questo svela il mistero che ha sempre avvolto l’uomo, ma una successiva lettera, sempre scritta da Malaguti, che giunge al traduttore dopo circa un mese è un vero colpo di scena.

Un romanzo interessante con il quale l’autore nel descrivere i vari personaggi riesce a catturare totalmente l’interesse del lettore.

l’autore:

Andrea Molesini insegna Letterature comparate all’Università di Padova. Ha scritto dei fortunati libri per ragazzi e ha ricevuto il Premio Andersen alla carriera. Ha anche curato e tradotto opere di grandi autori americani. Il suo romanzo Non tutti i bastardi sono di Vienna (Sellerio 2010) è stato tradotto in una decina di lingue e ha vinto il Premio Campiello. Nel catalogo Bur ragazzi si trovano anche Quando ai veneziani crebbe la coda e Aznif e la strega maldestra.

la quarta:

Molti anni fa, Carlo Malaguti ha ucciso. Da allora, la pena più dura non è quella che sta scontando nel carcere di Trieste, ma l’ostinato silenzio in cui ha seppellito la propria verità sul delitto, rinunciando persino a difendersi in tribunale. Tra le mura della sua cella sembra aver trovato un riparo dal rumore del mondo che lo aiuta ad affrontare la tenebra che sente dentro di sé. Adesso però Malaguti ha più di ottant’anni e un giudice ha stabilito che deve tornare libero. Ma libero di fare cosa? Di confessare? Di uccidere ancora? Sono queste le domande che non danno pace a Luca Rainer, stimato traduttore sulla soglia critica dei quaranta. I due non si conoscono, ma qualcuno vuole farli incontrare, sapendo che a legarli può esserci molto più di una fervida passione per la letteratura. Entrare nel labirinto fortificato che è la mente di Malaguti è un’impresa ardua: Rainer dovrà mostrarsi degno dei segreti che l’assassino custodisce, battersi con l’immensità della sua solitudine, e provare il sapore acre della paura.

La solitudine dell’assassino di Andrea Molesini (2016) 

Rizzoli, collana La Scala, pagg. 366, euro 19,00