La collana “I Classici del Giallo Mondadori” di aprile (n. 1383) presenta La strana morte del signor Benson (Dr. Thorndyke Intervenes, 1933), un romanzo inedito di R. Austin Freeman.

La trama

Solita routine al deposito bagagli della stazione di Fenchurch Street. Gente che lascia valigie, gente che ritira valigie. Ogni tanto qualcosa va smarrito, tutto nella norma. Ma questa è una giornata che l’inserviente di turno ricorderà per molto tempo. Il tizio che gli ha appena allungato un biglietto sembra in preda all’ansia, cerca una cassa di legno cerchiata di ferro con il nome Dobson sull’etichetta. La cassa c’è, nome e indirizzo corrispondono, eppure il numero del collo è sbagliato. Difficile pensare a uno scambio fortuito. Allora una sostituzione deliberata? Sarebbe davvero un grosso guaio per il proprietario, sempre più ansioso, perché il contenuto era di notevole valore. Ai due non resta che controllare, pochi gesti per togliersi ogni dubbio. Sciogliere lo spago, estrarre le viti, sollevare il coperchio. Per ritrovarsi entrambi a fissare sbigottiti l’interno della cassa. In effetti, una testa umana recisa non è il genere di articolo che si usi spedire di frequente. E quanto meno evoca altri dubbi, ben più gravi. Per questi, ci vuole il dottor Thorndyke.

L'incipit

L’inserviente al deposito bagagli della stazione di Fenchurch Street guardò il biglietto che gli era appena stato consegnato da un tizio alto, col viso affilato e un’espressione alquanto ansiosa, poi passò in rassegna con lo sguardo la fila di bauli, valigie e altri oggetti che ingombravano il pavimento della stanza.

— Una cassa di legno cerchiata di ferro, diceva? — domandò.

— Sì. Sull’etichetta c’è il nome Dobson. Mi sembra proprio quella là — aggiunse l’uomo alto, sporgendosi sopra la barriera e osservando con ansia l’inserviente muoversi non senza difficoltà attraverso l’intrico di bagagli.

— Ecco, c’è scritto proprio Dobson — confermò l’addetto al deposito, chinandosi sopra la cassa e confrontando con un’espressione perplessa il biglietto incollato sul coperchio con la matrice che teneva in mano. — Strano affare, comunque — soggiunse. — Sembra che sia la sua cassa, ma sopra c’è il numero sbagliato. Vuole venire a dare un’occhiata e vedere se è tutto a posto?

Il presunto proprietario non aveva la minima obiezione. Al contrario, alzò la sbarra della barriera con la massima alacrità e, prendendo la via più breve tra i bauli e i guardaroba, arrivò nel punto in cui era stata lasciata la cassa. Un attimo dopo, la sua espressione divenne ancora più perplessa di quella dell’inserviente.

L'autore

R. Austin Freeman (1862-1943), giallista britannico, dopo aver lavorato da giovane in una farmacia è diventato chirurgo, ha servito come medico nelle colonie africane ed è stato ufficiale sanitario, per poi prendere parte alla Grande Guerra. Si è dedicato parallelamente alla narrativa poliziesca, introducendo nell’indagine il metodo scientifico. È l’inventore della detective story “rovesciata”, nella quale il colpevole è noto e la suspense si focalizza sulla ricerca della soluzione. Il suo personaggio più popolare è il dottor John Thorndyke, investigatore forense protagonista di una lunga serie di romanzi e racconti.

Extra

All’interno, il racconto Quello che le cameriere non dicono di Alessandro Marchetti Guasperini, vincitore del premio Gialli sui Laghi 2015.

Info

Il mistero della cassa scomparsa di R. Austin Freeman (I Classici del Giallo Mondadori n. 1384), 280 pagine, euro 5,90 – Traduzione di Mauro Boncompagni