Tre casi per il Nostro con contorno di prelibatezze culinarie…

Il curatore, o i curatori della collana, fanno davvero delle scelte oculate. Dopo Il respiro del diavolo di Tessa Harris, dalle tinte forti e cupe, ecco il presente Nero Wolfe colpo di genio di Rex Stout, Mondadori 2016, di una eleganza perfetta (anche se mortuaria). Ed il sottoscritto è favorevole alla varietà di letture http://omardimonopoli.blogspot.it/2014/12/leggete-di-tutto-mascalzoni.html.

Partiamo dal primo racconto Colpo di genio

Cena annuale per i Dieci dell’Aristologia, insomma degli appassionati della buona tavola. Cuoco Fritz Brenner e dunque tra gli invitati Nero Wolfe e Archie Goodwin che racconta la storia. Dodici fanciulle come coppiere fatte apposta per l’ultimo citato. Prima portata “cannoli spolverati di cipolline tritate, coperti di caviale e sormontati di panna agrodolce.” Ottimo e abbondante per tutti ma non per Vincent Pyle che ci tira il calzino. Qualcuno ha messo l’arsenico nella sua porzione. Sembra facile scoprirlo, basta sapere chi l’ha servito ma non è così. L’affare è complicato e Wolfe si sente perfino in colpa. Tra un ruggito e l’abbaiare dell’ispettore Kramer ecco che il Corpulento prepara un bel tranello all’assassino…

Nero Wolfe preso al lazo oppure Come volevasi dimostrare

Ancora una volta Nero Wolfe fuori casa. Per un pranzo, naturalmente, ovvero per due dozzine di fagiani del Montana, altrimenti non ci si smuove dalla sua poltrona. Qui pure Archie Goodwin che sta ascoltando una rivelazione di Cal Barrow. Questi ce l’ha a morte con un certo Wade Eisler, partecipante alla festa (una specie di gara col lazo) che ha “tentato”, come al solito, con una signora. Si troverà in un brutto guaio quando sarà lui stesso a scoprirlo cadavere strozzato in un ripostiglio proprio dal lazo che aveva perduto. L’organizzatrice della festa ingaggia Wolfe per risolvere il caso prima della polizia. Scontri con Kramer, baruffa fra donne, un’autoaccusa poco credibile, quattordici ore in cella per il nostro Goodwin. Classica riunione finale con smascheramento dell’assassino.

Assassinio indiretto oppure Archie Goodwin e il metodo numero tre

Qui troviamo Archie Goodwin dimissionario perché Nero Wolfe non vuole esaudire una sua richiesta. Mentre esce dalla famosa casa di arenaria della trentacinquesima strada, ecco l’incontro con una certa Mira Holt. Dal suo racconto astruso viene fuori che nel taxi da lei guidato c’è un cadavere di una donna, Phobe Arden, pugnalata con un coltello da cucina e avvolta in un telone da canapa. Ce l’ha trovato, dice lei, durante una sua assenza, ma l’ispettore Cramer non le crede. Le crede, invece, Nero Wolfe. Questione di soldi o di cuore?

Tre racconti svolti con la solita arguzia, finezza e ironia che ben conosciamo di Rex Stout nei confronti soprattutto al “ciccione” (viene apostrofato anche così) interessato solo alle delizie della cucina (altrimenti non si sposta di un millimetro), all’irascibile ispettore Kramer con i suoi grugniti e ruggiti, allo stesso Goodwin narratore scodinzolante dietro le belle ragazze, caffè al mattino, copia del Times, pane tostato con miele. Il tutto basato su dialoghi scoppiettanti. Nero Wolfe impoltronato (mio conio) con il suo bicchierone di birra e la mente vigile a ricostruire la storia nei minimi particolari e a scoprire i punti deboli degli indiziati in cerchio intorno a lui. Al bisogno Fritz, pagato profumatamente, che scodella le sue virtù culinarie.

Lettura fresca e pulita come un lenzuolo steso al sole (mi è venuta così).

Per I racconti del giallo ecco Al di là del tempo di Gianluca D’Aquino

Un carabiniere ancora attivo, sebbene in pensione, con trascorso infarto e moglie brontolona (bel duetto): il maresciallo Athos Gori, lettore accanito del giallo Mondadori (ma guarda un po’). Problema un uomo impiccato e uno freddato a colpi di pistola e infilato nel bagagliaio di una macchina. Due giocatori d’azzardo che si conoscevano. Qualche dubbio e poi la lampadina che si accende. Il gioco è fatto e ora ci si ributta sul nostro giallo mondadoriano a scoprire altri assassini. Gradevole.