Ovvero, la forza degli scacchi…

Un bambino con le labbra incollate fra loro e una folta peluria, un fratellino e i nonni che lo accudiscono, una bambina piccola e una elefantessa, Indira, conosciuta sulla terrazza dei Grandi Magazzini, suoi unici amici. A scuola continue prese in giro. Fa amicizia con un conducente di autobus “terribilmente grasso”, ma grasso, grasso, cascante da tutte le parti. Diventerà il suo Maestro di scacchi e conoscerà il suo bel gatto, Pedone. Già, gli scacchi, al centro di tutta la storia, i suoi incontri con il Maestro, il suo modo di giocare infilandosi sotto il tavolo accarezzando Pedone (riesce a capire i movimenti dei pezzi dal loro suono) e poi uscire solo per fare la mossa. Studia, legge le biografie dei grandi campioni: Staunton, Morphy, Steinitz ma, soprattutto, quella di Alexander Alechin “poeta sulla scacchiera”. Il suo mondo si allarga, dopo un incontro al circolo di scacchi Pacific viene chiamato Little Alechin e costruito un automa sulla falsariga del famoso “Turco” di Kempelen del 1769, tra i cui marchingegni era nascosto un piccolo giocatore che faceva muovere i pezzi sulla scacchiera all’automa stesso. Così il nostro ragazzo accetta di giocare all’interno della nuova invenzione aiutato dalla bambina Mummia (scrive le mosse sul formulario) e la sua misteriosa colomba bianca.

Dopo la morte del Maestro e la crisi conseguente, che diventare grandi è una terribile tragedia, viene invitato al Circolo di scacchi in Fondo al mare e, in seguito, si trasferisce alla “Casa di riposo Studio” dove gioca con i vecchietti del posto sempre dentro l’automa, soffrendo per la crescita del corpo.

Libro sugli scacchi, specchio della personalità dell’uomo e libro tra sogno, favola e fantasia. Sotto il tavolo da gioco, al riparo dai marosi della vita e nel buio della solitudine, si possono creare momenti di vera, intima poesia, con i pezzi che si muovono leggeri sulle sessantaquattro caselle.

P.S.

A pag.128 la sorpresa che dopo si passa inaspettatamente alla pag.160 capovolta! E quindi da pag.129 a pag.160 si legge il libro capovolto per poi ritornare alla normalità. Un po’ come rintanarsi sotto il tavolo…