In Velocemente da nessuna parte, Colorado Noir 2006, della stessa autrice avevo scritto “ Qui troviamo l’investigatrice privata Giorgia Cantini che lavora a Bologna e che racconta la sua storia in prima persona. Una quarantenne bene in carne con il “setto nasale deviato, la frangia irregolare sugli occhi scuri incavati, l’aria assorta di chi beve l’ultima birra della sera e poi va a casa a disfare la valigia e a addobbare le mensole con qualche souvenir tunisino”. Abita in una zona di periferia in un appartamento di settanta metri quadri incasinato come la sua vita. Veste sportiva, fuma e beve, fuma e beve. Caffè e liquori. Anche il vino se non c’è di meglio. Sua amica la sbronza. Ama la musica, o meglio una certa musica. Troviamo tra i suoi dischi i “Blue Zero One” dei Taxi, “Hotel Costes” di Jon Cutler e “Sound Travels” di Nathan Haines.  Vita sentimentale sguaiata o sfortunata come dir si voglia. Non ha mai creduto all’amore a prima vista, anzi all’amore in generale. La vita è una recita “ Aveva ragione Erasmo: la vita è teatro, tutti abbiamo battute e ruoli da recitare; difficile uscire dalla finzione”.  Ha suonato alla batteria in una band, ha frequentato l’Università ma vi ha rinunciato quando le mancava solo discutere la tesi. Rapporto freddino con il padre, madre morta per un incidente stradale, sorella impiccata. Un bel quadretto davvero”.

Ora la situazione è diversa. Da qualche mese Giorgia Cantini ha come compagno Luca Bruni, capo della Omicidi e si avvale per la sua agenzia dell’ottima collaboratrice surreale Genzianella. Caso da seguire un suicidio di uno studente senza ragione apparente. Ma la madre vuole vederci chiaro. Allora via attraverso il mondo degli adolescenti, il loro rapporto con il sesso, le trasgressioni, le inquietudini incertezze e paure. Sempre in costante rovello sul suo rapporto con Bruni (durerà?, non durerà?, ma quanto durerà?…mah.), l’incontro con suo figlio Mattia, il suicidio di un altro studente.

Ricordi e ricordi che si intrecciano con la storia presente, qualche spunto scontato sulla società: i romanzi facili che attirano i lettori, inutile scrivere bene, il paese che non legge, tempi frigidi signori miei, troppi palestrati e poco sesso, rum e Camel a babordo e tribordo, “Hot Cakes” a tutto volume e chi s’è visto s’è visto.

E ancora riflessioni amare sulla vita, sul rapporto con gli altri in cui la fiducia sembra bandita (solo sospetti), citazioni a go-go su scrittori, libri, canzoni e cantanti da tutte le parti. E se c’è Chandler con Hammett e Ellroy c’è pure il nostro Sherlock che se non si cita si fa una figura di merda.

Le indagini per scoprire la verità sono un pretesto per un altro tipo di indagine sugli altri e su noi stessi, sulla nostra umanità. Finale con rete ingarbugliata di sentimenti, tristezza grigia e piovosa come il tempo con qualche sprazzo di luce e di speranza.